Gad Lerner, la Repubblica 4/12/2007, 4 dicembre 2007
Dall´ordinanza contro i lavavetri del sindaco di Firenze, all´ordinanza antisbandati del sindaco di Cittadella, il passo era purtroppo fatale e prevedibile
Dall´ordinanza contro i lavavetri del sindaco di Firenze, all´ordinanza antisbandati del sindaco di Cittadella, il passo era purtroppo fatale e prevedibile. Non poteva bastare a impedirlo, nei due mesi che le separano, il decreto governativo che autorizza i prefetti a espellere gli immigrati di riconosciuta pericolosità sociale. Approvato, come è noto, sull´onda dello sdegno popolare per l´omicidio di Giovanna Reggiani commesso da un rom. Siccome poi gli effettivi accompagnamenti alla frontiera si contano nell´ordine delle centinaia e non delle migliaia, com´era inevitabile a meno di organizzare incivili deportazioni di massa, l´allarme sociale ne risulta enfatizzato a prescindere dalle statistiche sulla criminalità straniera. Così ora tocca fare i conti con il movimentismo di decine di sindaci del lombardo-veneto, scatenati nella gara a chi s´inventa il provvedimento più spettacolare contro gli stranieri. Ha un sapore antico il loro prodigarsi nella costruzione di una solida diga della rispettabilità, tale da separare i cives dagli infames. Da una parte il popolo titolare della dignità civica, dall´altra gli estranei che la insidiano. Adopero non a caso il linguaggio del diritto medievale riproposto dallo storico Giacomo Todeschini in un libro dai richiami purtroppo attuali: "Visibilmente crudeli. Malviventi, persone sospette e gente qualunque dal Medioevo all´età moderna" (Il Mulino). Ha fatto scuola Massimo Bitonci, sindaco di Cittadella, con l´ordinanza che prescrive un reddito minimo di residenza. Vale la pena di ricordarne i termini: iscrizione all´anagrafe comunale vietata per chi non dimostri un´entrata minima di cinquemila euro l´anno. Dall´ordinanza contro i lavavetri del sindaco di Firenze, all´ordinanza antisbandati del sindaco di Cittadella, il passo era purtroppo fatale e prevedibile. Non poteva bastare a impedirlo, nei due mesi che le separano, il decreto governativo che autorizza i prefetti a espellere gli immigrati di riconosciuta pericolosità sociale. Approvato, come è noto, sull´onda dello sdegno popolare per l´omicidio di Giovanna Reggiani commesso da un rom. Siccome poi gli effettivi accompagnamenti alla frontiera si contano nell´ordine delle centinaia e non delle migliaia, com´era inevitabile a meno di organizzare incivili deportazioni di massa, l´allarme sociale ne risulta enfatizzato a prescindere dalle statistiche sulla criminalità straniera. Così ora tocca fare i conti con il movimentismo di decine di sindaci del lombardo-veneto, scatenati nella gara a chi s´inventa il provvedimento più spettacolare contro gli stranieri. Ha un sapore antico il loro prodigarsi nella costruzione di una solida diga della rispettabilità, tale da separare i cives dagli infames. Da una parte il popolo titolare della dignità civica, dall´altra gli estranei che la insidiano. Adopero non a caso il linguaggio del diritto medievale riproposto dallo storico Giacomo Todeschini in un libro dai richiami purtroppo attuali: "Visibilmente crudeli. Malviventi, persone sospette e gente qualunque dal Medioevo all´età moderna" (Il Mulino). Ha fatto scuola Massimo Bitonci, sindaco di Cittadella, con l´ordinanza che prescrive un reddito minimo di residenza. Vale la pena di ricordarne i termini: iscrizione all´anagrafe comunale vietata per chi non dimostri un´entrata minima di cinquemila euro l´anno.