Andrea Galli, Corriere della Sera 4/12/2007, 4 dicembre 2007
MILANO
Si vedono laboriosi e si credono creativi. Gli altri li considerano antipatici e liquidano come snob. Quanto alle sciure, le signore, qui ne lodano la bellezza, e nel resto del Paese ne evidenziano lo stress e la saccenteria. Fermo restando che, fondamentalmente, l’Italia intera ammette d’aver bisogno di Milano, specie sul fronte di economia e cultura.
Ecco Milano e i milanesi negli occhi di loro stessi e degli italiani. Una fotografia scattata, in collaborazione con la società demoscopica Tomorrow Swg, da Focus. La rivista, da domani, sarà in edicola con un numero extra su Milano, in collaborazione e abbinamento facoltativo con il Corriere della Sera (a 4,50 euro più il prezzo del quotidiano, e con la possibilità di acquistare un dizionario milanese-italiano a 7,90 euro). Un numero che, da quand’era Mediolanum ai grattacieli che sorgeranno in Fiera e all’Isola, da Leonardo – e dalla sua città ideale fatta di fortificazioni, ponti e canali’ a Tangentopoli, racconta la storia di Milano con aneddoti, curiosità, riproduzioni grafiche. Racconta dunque di Milano.
E dei milanesi. Cambiati. A cominciare dalle origini: soltanto tre cittadini su dieci, oggi, sono nati nei confini metropolitani. Il 70 per cento è figlio dell’immigrazione, prima dal Meridione e oggi dal mondo. E una buona parte dei meneghini intervistati loda quest’essenza cosmopolita e di integrazione che a Milano si vive. La riconoscono pure i non milanesi che però, da Torino a Lecce, da Venezia a Catania, di primo acchito, a chi gli domanda dei milanesi, s’inchiodano su quattro lettere: snob.
Ma poi, snob, i diretti interessati ammettono (nel 30% dei casi) d’esserlo, e però preferiscono soffermarsi su un’accoglienza e una lealtà superiore all’immagine dei connazionali.
E così come si tirano su, altrettanto i figli della Madonnina sono severi con se stessi. Si definisce educato un miserrimo 6,8% laddove gli italiani alzano il numero al 10,5%, mentre si sente razzista il 15,9%, ben più dell’opinione comune fuori città ferma al 12,3%.
Milano e il Paese. Nel sondaggio, non poteva non emergere con larga probabilità l’imperitura rivalità con Roma. Se alla voce antipatia la media nazionale viaggia sul 10%, coi laziali c’è un’impennata (16,9%) senza eguali, nemmeno avvicinata dal 14,9% dei piemontesi. Che teneri non sono. E men che meno siciliani e pugliesi che mettono nel mirino le sciure.
Per lamentarsi di quanto siano egoiste. Il tutto in una città che, opinione comune, è brutta e priva di fascino. Un’assenza di attrattiva contro cui se la prendono i (soliti) romani, quelli emigrati a Milano.
Che cattivi: i milanesi, dovessero trasferirsi altrove, sapete dove andrebbero? A Roma. Il 64% sarebbe disposto ad un eventuale trasloco. Ma, sull’idea che l’Italia ha di Milano, il 61% dei suoi abitanti tiene a sottolineare come il leghismo abbia contribuito a caratterizzarne (deformarne?) l’immagine. E alla fine, d’accordo, la città è inquinata e pericolosa, ma anche colta, divertente e generosa. Generosa non soltanto, s’intende, nel giudicarsi.