Franca Roiatti, Panorama 6/12/2007, 6 dicembre 2007
Lo statunitense Center for global development (Cgd) ha stilato la quantità di di anidride carbonica rilasciata da 40 mila impianti per la produzione di energia elettrica sparsi in tutto il mondo, responsabili del 25 per cento delle emissioni globali di CO2 nell’atmosfera
Lo statunitense Center for global development (Cgd) ha stilato la quantità di di anidride carbonica rilasciata da 40 mila impianti per la produzione di energia elettrica sparsi in tutto il mondo, responsabili del 25 per cento delle emissioni globali di CO2 nell’atmosfera. Al primo posto c’è quello di Taichung, a Taiwan, che emette 41,3 milioni di tonnellate all’anno, poco meno di tutte le centrali di Algeria e Danimarca messe insieme. Segue la centrale di Poryong in Corea del Sud (37,8 milioni di tonnellate). Al terzo posto l’impianto cinese Castle Peak di Tuen Mun (35,8), al quarto quello di Reftinsky in Russia (33), quindi Tuoketuo in Cina (32,4), Mailiao a Taiwan (32,4), Sidhi in India (29), Hekinan in Giappone (28,9), Witbank in Sudafrica (28,6) e Peitz in Germania (27,4). A guidare la classifica degli Stati inquinatori sono gli Stati Uniti con 2 miliardi 790 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Seconda (ancora per poco vista la sua fame di energia) la Cina con 2 miliardi 680 milioni. Al sesto posto la Germania con 356 milioni di tonnellate. Dodicesima l’Italia con 165 milioni (più di Taiwan, Spagna e Canada) soprattutto causa della centrale a carbone Enel di Fusina (Venezia) che scarica nell’atmosfera quasi 10 milioni di tonnellate.