Gianni Mura, la Repubblica 2/12/2007, 2 dicembre 2007
Sudditanza psicologica, ma stavolta non c´entrano gli arbitri. "Arriva il Dalai Lama e a noi che ce ne importa
Sudditanza psicologica, ma stavolta non c´entrano gli arbitri. "Arriva il Dalai Lama e a noi che ce ne importa. E´ chiara la sua fama: chiudiamogli la porta. Il Nobel per la pace non è che a noi ci esalti. La Cina si dispiace e cancella gli appalti. Di ideali e diritti parlate voi, miei cari. Noi ce ne stiamo zitti. Gli affari sono affari". Cantabile, volendo. Mentre in altre città si cerca un sottoscala, uno spiazzo erboso, uno slargo periferico in cui ricevere l´ospite, evitando che s´incazzino i cinesi (altro che i francesi, cela soit dit entre nous), a Torino hanno deciso con largo anticipo di fare quello che in un paese non dico civile ma appena normale si dovrebbe fare: accoglieranno il Dalai Lama nei luoghi delegati, istituzionali. Non è così difficile, l´hanno già fatto Bush al Congresso Usa, con tanto di medaglia, e in Canada, in Germania, in Austria. Senza sudditanze, senza preoccuparsi di eventuali ritorsioni economiche. Basterebbe ragionare, come ha fatto Mercedes Bresso (voto 8): «Vedo queste minacce come un fuoco di paglia. Noi abbiamo ottimi e calorosi rapporti con la Cina, e desideriamo mantenerli. Però, se ritorsioni ci saranno, danneggeranno più loro che noi: l´interscambio è più favorevole a Pechino che a Torino». In effetti, ci hanno detto fino alla nausea che l´Occidente ha bisogno della Cina (immenso mercato ecc.) ma non è da escludere che la Cina abbia bisogno dell´Occidente (dovrà pure piazzare la mercanzia da qualche parte). Basterebbe ragionare per evitare di mostrare al mondo una politica estera che ha la durezza di un budino di meduse. A me la Cina ricorda un pochino Passarella. Sull´avversario entrava palla o piede (se trovava il piede, era più contento) e poi alzava le braccia davanti all´arbitro, in segno d´innocenza. Oppure certe battute alla Woody Allen: l´ho aggredito colpendo violentemente col mio cranio il suo manganello. L´invasione, alquanto armata, di campo l´ha fatta la Cina, non il Tibet. Questo dice, almeno, la storia che insegnano in Italia. [La cronaca non la insegnano, è lì, uno si regola come vuole. Per esempio, Guidolin-IV (o V? è in pericolo il numero dei governi-Andreotti) o Zamparini-IV a me ispira una profonda tristezza, ancorché venata di lirismi latini. Ricordate l´Ovidio degli Amores? Nec tecum nec sine te vivere possum. Zamparini aveva detto di Guidolin: «So già che litigheremo, ma ci vogliamo bene» (giugno 2006). «Guidolin si dia una regolata, mi sono rotto» (12 dicembre 2006). Le altre dichiarazioni sono tutte del 2007. «Ho detto a Guidolin che sono soddisfatto di quello che sta facendo. Solo un pollo potrebbe non essere contento» ( 9 gennaio). «Sono nove partite che cambia, nove partite che sbaglia. Mi sta spaccando lo spogliatoio» (7 aprile). «Guidolin rimane con noi fino al termine del campionato» (9 aprile). «Guidolin non è un allenatore scarso, ma trasmette negatività» (11 aprile). «Svolta dolorosa che bisognava prendere per responsabilizzare i giocatori». E caccia Guidolin (23 aprile). «Smentisco il ritorno di Guidolin sulla panchina rosanero» (14 maggio). «Ho richiamato Guidolin per provare a salvare il salvabile» (15 maggio). Guidolin chiude col Palermo al quinto posto, miglior piazzamento nella storia della società. Ma Zamparini ha problemi legati al carattere di Guidolin. «Troppo triste per lavorare con me. Ho bisogno di persone che diano allegria». Così preleva Colantuono dal Cabaret Atalanta. «Guidolin pensava di essere Dio, con Colantuono si può parlare. Gli perdono più cose di quelle che perdonavo a Guidolin» (15 novembre). «Con Colantuono il Palermo non aveva un´impronta di gioco. Sono sicuro che Guidolin saprà darla subito alla squadra» (29 novembre). Il Premio Coerenza 2007 (voto 3) va a Zamparini, ma Guidolin non la passa liscia. Capisco la voglia di lavorare su una piazza non secondaria, con una squadra che può chiudere tra il quinto e l´ottavo posto (preparata da altri, con acquisti decisi da altri: sono inezie?). Ma io con uno che ha detto di me «se fosse un uomo si dimetterebbe» non tornerei a lavorare per nessuna cifra. Quindi, 4 al Guidolin-IV (o V). [Altra cronaca. Leggo sul Manifesto di una partita campana, Casagiove-Camilla Calles. Gli ospiti, sconfitti, presentano ricorso sostenendo che nel Casagiove il calciatore Gianluca Di Lella era in campo pur essendo squalificato. Invece era sotto Daspo, acronimo che sta per divieto al tifoso di accedere alle manifestazioni sportive. Il giudice dà ragione al Casagiove, in quanto Di Lella non poteva assistere alla partita, ma parteciparvi sì. In campo è tornato Julio Gonzalez, medaglia d´argento olimpica ad Atene, attaccante del Vicenza che ha perso un braccio il 22 dicembre 2005 in un incidente stradale. tornato a giocare nel campionato del Paraguay, con la maglia del Tacuary sul campo dell´Olimpia Asuncion. Nessun gol, ma un tunnel al "Toro" Acuña, una gloria nazionale. In Italia Gonzalez non ha ottenuto l´idoneità. In Paraguay può giocare. Come mai? [E come mai Nicola Costanti, tifoso della Fiorentina, ha inciso una canzone intitolata "Che ha fatto l´Inter?". Perché da bambino era interista. Poi all´azienda di famiglia (una delle etichette più note del Brunello di Montalcino) ha preferito la musica. Bella canzone, tra l´altro, dolcemente arrabbiata. Non col calcio, ma con l´Italia che lo vive in un modo sbagliato, tutto esteriore, che lo banalizza e involgarisce com´è riuscita a fare con quasi tutto. Già che siamo in Toscana, il lettore P.G. di Sesto Fiorentino, dopo aver visto la storia dei Girasoli di Roma, mi segnala che pure a Firenze (presso il circolo Mcl di via dei Serragli) c´è un ristorante (Il Sipario) gestito da soli ragazzi down (19 tra sala e cucina): otto tavoli in tutto, menù completo a 10 euro. Infine, fa piacere che qualcuno abbia ancora voglia di giocare con le parole e inventi per i bambini storie con la pantera di Pontedera, Teodoro il castoro, la triglia di Siviglia, Arturo il canguro. Lo sciagurato (il coraggioso) si chiama Giampaolo Piga e vive a Gonnesa. Il libro, "Filastrocche e scioglilingua istruttivi", editore Cirronis.