Roselina Salemi, La Stampa 2/12/2007, 2 dicembre 2007
Un solo bacio, due o addirittura tre? A partire dalla guancia destra o dalla sinistra? (Ci sarebbero implicazioni politiche) E poi, a chi riservare questo gesto affettuoso? Agli amici più cari, ai parenti o anche ai colleghi d’ufficio spesso detestati? Alla vecchia conoscenza incontrata a una festa? Il dilemma è serio, più di quanto possa sembrare
Un solo bacio, due o addirittura tre? A partire dalla guancia destra o dalla sinistra? (Ci sarebbero implicazioni politiche) E poi, a chi riservare questo gesto affettuoso? Agli amici più cari, ai parenti o anche ai colleghi d’ufficio spesso detestati? Alla vecchia conoscenza incontrata a una festa? Il dilemma è serio, più di quanto possa sembrare. La foto di Nicolas Sarkozy che porge la guancia alle labbra di Angela Merkel dimostra come la tendenza, considerata in effetti molto francese, sta varcando i confini. Le differenze d’Oltralpe Al giuramento del governo, Romano Prodi ha baciato Emma Bonino. All’ultima festa dell’Unità, Piero Fassino, su insistente richiesta, ha baciato tutti i militanti. Persino gli inglesi, solitamente severi, si sono fatti prendere la mano - pardon, la guancia - e accettano il rituale, ma con una certa ritrosia. Così hanno appreso gioiosamente il risultato della una ricerca on line, «Combien de Bises», cioè «Come baciare», lanciata da Gilles Debunne (hanno risposto 18 mila francesi) che dimostra come sul bon ton del bacio (e non solo su Sarkozy) la Francia sia divisa, addirittura in aree geografiche con precise, inalterabili convinzioni e significative differenze. Il numero dei baci (che possono essere da uno a quattro) varia da regione a regione, dalla città alla campagna, da una condizione sociale all’altra e il povero Gilles Debunne, che voleva risolvere un suo problema personale (respinto al quarto bacio aveva provato un forte imbarazzo) ha trovato più confusione che chiarezza. Nella Francia centrale la regola impone due baci, uno per guancia; nel Nord , dalla Normandia al confine con il Belgio, nessuno se la cava con meno di quattro; nel Sud-Est, da Marsiglia alle Alpi, tre è il numero perfetto. A Calais, in particolare, nessuno è d’accordo con nessuno, né sul numero dei baci, né sulla guancia dalla quale cominciare, il che provoca innumerevoli e deprecabili scontri nasali. Per fortuna, Constance Rietzler, direttrice della «Belle cole» di Parigi, specializzata in lezioni sull’arte di vivere, ammette che la questione ha un suo valore sociale. Nell’upper class francese i baci non sono mai più di due, riservati ad amici e parenti, mentre a un party si saluta con un semplice stretta di mano. Solo alla fine della festa, se tutto è andato bene, il bacio è consentito e accettato. E poi, dettaglio fondamentale, le signore possono baciarsi tra loro e sfiorare tutte le guance maschili che vogliono, mentre i signori tra loro devono andarci piano. Nel frattempo, il dibattito francese si è allargato a tutta Europa (questo problema è poco sentito in altre parti del mondo) e così scopriamo che in Olanda si comincia e finisce dalla stessa guancia, il che vuol dire tre baci fissi, in Belgio uno solo (lato a scelta) tra persone della stessa età e tre, in segno di rispetto, toccano alle persone più anziane (ma attenzione a non offendere le signore!). In Spagna nessuna deroga: guancia destra, numero variabile di baci, ma uno va benissimo. In Germania si baciano soltanto amici e familiari, alle feste, in ufficio e tra conoscenti è sufficiente porgere la mano. Le buone maniere all’italiana E gli italiani? I francesi non ci considerano grandi baciatori e probabilmente si sbagliano. Basta andare a qualsiasi dibattito, conferenza, riunione politica, presentazione di libro, per assistere a intensi scambi di simpatia labiale (battuta di Veltroni e Rutelli: «Ci siamo baciati, ma non ditelo alle nostre mogli!»). Basta leggere i consigli di Barbara Ronchi della Rocca, maestra di galateo, per capire che molti hanno lo stesso problema del povero Gilles Debunne e assoluto bisogno di consigli sul bacio in ufficio e sulla tecnica: mai con il rossetto, sfiorarsi con eleganza, vietato lo schiocco, eccetera. Questo garrulo clima di affettuosità superficiale, consolidato da tempo nel mondo dello spettacolo (acerrime rivali si abbracciano come sorelle), non piacerebbe a Pietro Citati che ha già deprecato il dilagante uso del «tu», l’intimità concessa agli sconosciuti. Per fortuna, alla voga baciaiola resiste almeno Rosy Bindi che scoraggia subito il primo pretendente della fila. Poco evangelicamente, non porge l’altra guancia. A quel punto, il secondo batte in ritirata. Stampa Articolo