Fabio Monti, Corriere della Sera 2/12/2007, 2 dicembre 2007
Fare strada all’Europeo di giugno sarà anche un modo per aumentare i ricavi della Federcalcio. L’Uefa ha annunciato la ripartizione dei premi, partendo da un totale di 184 milioni contro i 129 del 2004
Fare strada all’Europeo di giugno sarà anche un modo per aumentare i ricavi della Federcalcio. L’Uefa ha annunciato la ripartizione dei premi, partendo da un totale di 184 milioni contro i 129 del 2004. Le sedici finaliste riceveranno un minimo garantito di 7,5 milioni; ogni vittoria nella prima fase, vale un milione, il pareggio frutta 500.000 euro. Le otto squadre che passano ai quarti riceveranno due milioni; tre milioni andranno alle quattro semifinaliste; il premio-vittoria è di 7,5 milioni, mentre la seconda guadagnerà 4,5 milioni. Il titolo con tre vittorie nella prima fase vale 23 milioni. C’è forte attesa per la fase finale di Euro 2008 e lo dimostra la richiesta di biglietti, quasi otto volte superiore alla disponibilità di posti. L’Uefa sa di non poter sbagliare nulla, perché è un momento delicato per il calcio europeo. La prima iniziativa: esami cardiologici per tutti i selezionati per Euro 2008; il caso-Puerta pesa ancora sulle coscienze di tutti. Si va verso il primo anno di presidenza e Michel Platini, eletto il 26 gennaio 2007, sta cercando di cambiare faccia alla Federcalcio europea. Ha riformato la Champions League (2009-2010), anche se ha dovuto accettare il compromesso con le grandi federazioni; ha ingaggiato una battaglia molto dura contro violenza e razzismo e per questo ha chiesto aiuto alle autorità nazionali e all’Unione europea; ha trovato un punto di intesa contro il G14, il gruppo dei grandi club che aveva minacciato di portare più volte in tribunale Fifa e Uefa; vuole eliminare lo sfruttamento dei giovani calciatori, sottratti alle piccole società che li hanno cresciuti dai grandi club, ben prima che compiano i 18 anni, con contratti da professionisti. Dipendesse da lui, seguirebbe la linea di Blatter, che vuole un drastico contingentamento degli stranieri in squadra, ma sa che contro l’Unione europea sarebbe una battaglia perduta. Però sui giovani non transige. La mobilitazione per un calcio etico è appena cominciata. Fabio Monti