Massimo Gramellini, La Stampa 29/11/2007, 29 novembre 2007
Corsivo. Non passa giorno senza che un ministro mandi un ispettore a ispezionare un luogo ispezionabile
Corsivo. Non passa giorno senza che un ministro mandi un ispettore a ispezionare un luogo ispezionabile. Ieri, mercoledì di particolare abbondanza ispettiva, le ispezioni sono state addirittura due. Una a Finale Ligure, disposta dal ministro della Pubblica Distruzione, per controllare che effettivamente dei ragazzi abbiamo disegnato una svastica sulla pancia di un loro compagno di scuola. E un’altra ad Ascoli, disposta dal ministro di poca Grazia e meno Giustizia, per controllare che effettivamente un omicida agli arresti domiciliari abbia fatto pubblicità a una marca di orologi. Il criterio che sembra guidare le scelte ispettive del governo è che la notizia oggetto dell’ispezione sia nei titoli dei telegiornali della sera precedente o sulle prime otto, massimo dieci pagine dei giornali del mattino. Una notizia pubblicata nelle pagine più arretrate non garantisce automaticamente l’ispezione, a meno che sia accompagnata dall’intervista a qualche notabile, il quale in seguito abbia cura di avvertirne il ministro. Perché anche per ottenere un’ispezione, in Italia, la raccomandazione non è indispensabile ma aiuta. Resta da capire a cosa servano, queste ispezioni, oltre che a permettere al ministro ispezionante di affermare che ha disposto un’ispezione. Di sicuro diffondono un segnale di sfiducia nei confronti delle autorità locali e di spreco del denaro pubblico. Ma poiché - centouno volte su cento - il loro esito si perde nel nulla, la sfiducia scompare. Rimane lo spreco, in compenso. Ma di esso si occuperà il prossimo ministro, disponendo un’ispezione.