Mario Pappagallo, Corriere della Sera 1/12/2007, 1 dicembre 2007
MILANO
Grazie topo. Anonimo topo di laboratorio. Pochi giorni dopo la creazione di quello «immune » ad ogni tipo di tumore e che vive più a lungo, ecco oggi quello la cui pelle ringiovanisce grazie ad un altro gene. Un microscopico frammento di doppia elica di Dna che fa tornare indietro l’orologio biologico del derma scoperto da un gruppo di ricercatori dell’americana Stanford University School of Medicine. Il15 dicembre tutto sarà spiegato dalla rivista specialistica G&D ( Genes & Development).
Howard Chang, direttore della ricerca, riferisce quanto sperimentato con la sua équipe: bloccando un singolo gene, chiamato NF-eB, è possibile rendere reversibile nei mammiferi i segni del tempo senza lifting né botox o filler vari. Tradotto a livello di esseri umani, la scomparsa via via delle rughe grazie al ritorno di una pelle compatta ed elastica. E questo nel giro di 15 giorni secondo l’orologio biologico del roditore, 6-8 mesi secondo quello di un uomo. E la scoperta, non da poco, che il programma d’invecchiamento dell’organismo è «plastico» e perciò può essere potenzialmente manipolato: ossia che una pelle invecchiata può tornare giovane anche in tarda età.
«Per ora ho solo ringiovanito un topo», scherza Chang. Lo stesso aveva detto Judah Folkman quando sperimentò con successo la sua cura anticancro: «Se un topo con il tumore viene da me, sono certo di guarirlo». Non è detto che sull’uomo funzioni.
Nel frattempo i topini di laboratorio fanno sognare. E’ veramente lunga la sequenza di successi della medicina e della genetica che li vede protagonisti. Rendendoli simpatici e «amici» quanto la mitica creazione del «laboratorio» Walter Disney: quel Mickey Mouse, Topolino in Italia, ideato nel 1928 e presto diventato simbolo della stessa azienda americana fucina di animali umanizzati protagonisti di fumetti e cartoni animati. Un topo, eroe positivo per generazioni di umani. Così come il dolce Gigio, «pupazzo attore» creato nel 1950 da Maria Perego.
I ricercatori degli ultimi 60 anni, in particolare degli ultimi 20, di topi «eroi» ne hanno creati a centinaia: dai «nudi» senza difese immunitarie agli hairless, completamente senza peli (perché affetti da alopecia), a cui poi si è trovato il modo di farli ricrescere (ma lo stesso esperimento non è poi riuscito sulle umane calvizie); da quelli che sviluppano i tumori dell’uomo per provare l’efficacia di nuove cure ai roditori «chimera » con cellule nervose tipo le nostre, o con un orecchio umano cresciuto sulla schiena; dal topo obeso che dimagrisce sulla pedana vibrante ai tanti ogm-mouse in cui vari geni si «accendono» o si «spengono» per vedere che succede. La scienza avanza. Ipotizza. Prova. E fa sognare. Lunga vita, niente malattie, sempre giovani, il grasso che diventa muscolo: nei topi obiettivo raggiunto.
Ma perché sono loro i favoriti dei laboratori? Per una serie di buoni motivi: vita media di 1-2 anni, prole numerosa, patrimonio genetico sovrapponibile a quello dell’uomo per l’85-90%. In due sole generazioni si hanno topini geneticamente modificati. Per la ricerca significa avere risposte in tempi brevi: un anno al massimo.
E gli animalisti? In apparenza tranquilli. Anche perché le leggi sull’utilizzo delle cavie, soprattutto negli Stati Uniti, sono severissime e rigidamente controllate.