Emilio Marrese, il Venerdì 30/11/2007, 30 novembre 2007
Carlo Lucarelli sostiene che le sue trasmissioni non ammantano di fascino il crimine perché «per noi il protagonista è la vittima
Carlo Lucarelli sostiene che le sue trasmissioni non ammantano di fascino il crimine perché «per noi il protagonista è la vittima. Ha un nome, e non usiamo mai la parola cadavere. Non è la coltellata la cosa più importante, ma il movente, la storia dietro. Credo che il pubblico abbia capito: il primo anno le nostre troupe erano prese a insulti, ora sono i parenti delle vittime a scrivere per chiederci di occuparci del loro caso. Non domandiamo ”che effetto fa vedere sua figlia in un lago di sangue?”. Non penso di essere morboso, poi non so».