Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2007  novembre 29 Giovedì calendario

COURIR

COURIR Duilio Zara (Croazia) 15 luglio 1928, Zurigo (Svizzera) 26 marzo 2010. Giornalista. Critico musicale • «[...] è stata una delle figure più tipiche della grande stagione della critica musicale giornalistica italiana; non solo perché con la sua alta figura, naturalmente chic, era impossibile non notarlo a ogni Festival di Salisburgo o di Spoleto e a ogni prima della Scala, ma perché credeva come pochi nel concetto di critica ”militante”, come attività che subordinava gli interessi culturali a una visione ”politica” della musica, come mezzo di formazione di una coscienza civile generale. Nato a Zara [...] era cresciuto culturalmente a Venezia; i suoi primi interessi erano stati per le arti visive, con spiccata predilezione per la produzione contemporanea; ma già allora studiava il pianoforte con Gino Tagliapietra al Conservatorio di Venezia; al Resto del Carlino di Bologna incominciò a scrivere di arti figurative, passando poi alla critica musicale subentrando al titolare Lionello Levi; quindi seguì la lunga stagione al Corriere della Sera, successore di Franco Abbiati, nel cui nome fondò un ”Premio della critica musicale italiana”, ancora oggi importante, che indirettamente contribuì alla dignità dell’attività critica. Al centro della sua personalità, l’adorazione per la cultura della Mitteleuropa; gli piaceva ricordare che in Germania e in Austria, dopo i disastri bellici, teatri e sale da concerti furono ricostruiti con la stessa celerità di scuole e ospedali; l’altra sua passione era il legame di musica e vita civile: testimoni i suoi editoriali sulla rivista Amadeus dove gli interessi estetici erano sempre in seconda linea rispetto a quelli pubblici; [...] Gentiluomo nemico di ogni volgarità, timido e ipersensibile [...]» (Giorgio Pestelli, ”La Stampa” 27/3/2010).