Francesco Verderami, Magazine 29/11/2007, 29 novembre 2007
Quando Berlusconi e Fini si volevano bene. La sera del 31 dicembre di qualche anno fa il leader di An si trovava in Danimarca in viaggio di piacere
Quando Berlusconi e Fini si volevano bene. La sera del 31 dicembre di qualche anno fa il leader di An si trovava in Danimarca in viaggio di piacere. In attesa del cenone, uscì dall’albergo per una passeggiata. Squillò il telefonino. Era Berlusconi, la voce bassa, il morale sotto i tacchi: si sentiva perseguitato dalla «canea giustizialista». Fini patisce il freddo, e quella sera a Copenhagen c’erano parecchi gradi sotto zero, «un freddo bestiale» raccontò al rientro. Ma il Cavaliere voleva sfogarsi e lui lo assecondò. Solo che la conversazione (meglio, il monologo), non finiva mai. Ogni tanto Fini provava ad accomiatarsi, «dài, Silvio, non fare così, ci sentiamo dom...», senza successo. Dopo un’ora si ritrovò seduto su una panchina, senza più sigarette, «ero quasi assiderato». Per fortuna prima di lui capitolò il cellulare: «Mi dispiace, s’è scaricata la batteria. Buon anno».