La Stampa 28/11/2007, pagina 32., 28 novembre 2007
Lettera. La Stampa, mercoledì 28 novembre Dovete acquistare una lampadina per sostituire quella che si è bruciata; martellati da messaggi più o meno terroristici sul clima siete orientati per una del tipo a basso consumo
Lettera. La Stampa, mercoledì 28 novembre Dovete acquistare una lampadina per sostituire quella che si è bruciata; martellati da messaggi più o meno terroristici sul clima siete orientati per una del tipo a basso consumo. Arrivate allo scaffale del supermercato e, nonostante i migliori intenti ecologisti, optate per una lampadina tradizionale a causa della differenza di prezzo (a parità di resa, 6-10 euro contro 1-2). Vi chiedete: «Sarà per la tecnologia?». In parte, forse. Ma sapere che il dazio, fino al 66%, introdotto dall’Ue nel 2001 sulle lampadine a basso consumo è stato recentemente prorogato per un ulteriore anno - la proposta iniziale era per due - su quelle di provenienza Cina, Pakistan, Vietnam e Filippine, fa sorgere spontanea la domanda: che cosa si vuole proteggere con questa proroga? L’industria europea? Improbabile, considerato che la produzione europea di questo tipo di lampadine è quasi inesistente. Gli ulteriori gettiti generati da questo balzello? Plausibile pensarlo. Qualche lobby? Probabile. In un periodo in cui al bar anziché parlare di donne e motori si parla di emissioni di Co2 - «Ma tu quanto hai emesso ieri»? - questa decisione ha tutto il sapore di un clamoroso autogol segnato dai 27 ministri degli Esteri dei Paesi della Ue che l’hanno ratificata. L’Europa appare sempre più spesso vittima di se stessa. Alessandro Zani Torino