varie, 27 novembre 2007
Giordano Trenti, 50 anni. Impiegato dell’Enel, sposato, padre di due figli, amico del cacciatore Maurizio Cioni ammazzato sabato 17 novembre con una fucilata in petto, otto giorni dopo andò nel boschetto d’ulivi vicino casa sua e si sparò una fucilata in petto pure lui
Giordano Trenti, 50 anni. Impiegato dell’Enel, sposato, padre di due figli, amico del cacciatore Maurizio Cioni ammazzato sabato 17 novembre con una fucilata in petto, otto giorni dopo andò nel boschetto d’ulivi vicino casa sua e si sparò una fucilata in petto pure lui. Accanto al cadavere lasciò un biglietto con su scritto «non c’entro nulla con la morte del mio amico», in realtà venne fuori che amava in segreto sua moglie Clara Maneschi, 44 anni, impiegata, e che lei gli aveva confidato di non poterne più di quel marito violento che la picchiava. Lui le aveva promesso «un giorno ti farò felice, e farò finta che sia stato un incidente di caccia», e quando lei, sabato 17 novembre, lo chiamò al telefono dicendo «Maurizio sta andando da solo per boschi», lui s’appostò tra i cespugli e gli sparò. Dipoi, un po’ perché i rimorsi lo tormentavano, un po’ perché la vedova non lo degnava d’uno sguardo, volle morire pure lui (la Maneschi, arrestata per concorso in omicidio, prima confessò tutto, poi disse «non ho ammazzato nessuno e non ho fatto ammazzare nessuno»). Mattinata di domenica 25 novembre in un boschetto d’ulivi ad Arcola, provincia di La Spezia.