Roberto Rizzo, Corriere della Sera 26/11/2007, 26 novembre 2007
CITTADELLA
(Padova) – Gli insulti ai ministri Amato («un ebete») e Ferrero («un rincoglionito»). Poi i fischi al presidente Napolitano, al premier Prodi e, naturalmente, al procuratore di Padova Calogero «che con quel nome lì non è certo del Nord».
La manifestazione in solidarietà di Massimo Bitonci, il sindaco di Cittadella sul quale la Procura di Padova ha aperto un’inchiesta per «usurpazione di funzione pubblica» per aver emanato un’ordinanza «antisbandati » (no alla residenza a stranieri, anche comunitari, senza un reddito e un alloggio certo o «socialmente pericolosi » in applicazione del dl 181/07), inizia con i 40 sindaci leghisti arrivati da tutto il Veneto, più rappresentanti di Udc e An, che appuntano sulla fascia tricolore una coccarda nera «perché lo Stato è morto ed è distante dai bisogni dei cittadini ». Alle 11 del mattino si stringono sul palco di piazza Pierobon per gridare che «extracomunitari, romeni, marocchini vengono qui a rubare, violentare e a casa nostra non ci sentiamo più sicuri e padroni ».
Una protesta dai toni accesi e rozzi che però raggiunge un primo obiettivo. Il riconoscimento da parte del Viminale attraverso una nota ufficiale in cui si afferma che il problema posto dagli amministratori locali riuniti a Cittadella «esiste ed è chiaro che la capacità di assorbimento di alcune realtà è oggettivamente limitata e tuttavia la soluzione del problema non può che passare attraverso un adeguamento delle normative europee».
In Veneto la tensione sull’ordinanza che regola la residenza immigrati (l’«antisbandati ») è alta. Se il vicegovernatore leghista Luca Zaia afferma che «oggi è nato il movimento delle ordinanze», il presidente forzista della Regione Giancarlo Galan prende le distanze «dai toni che fomentano odio razziale. Questa non è la Lega moderata che conosco, il Veneto è una terra che accoglie e non allontana». Mentre l’assessore regionale alla Sicurezza Giorgetti, di An, promette che «la Regione invierà a tutti i sindaci l’invito ad applicare l’ordinanza ». Sotto il palco saranno circa in 500. Sventolano tutte le bandiere di quella che una volta era la Casa delle Libertà: Forza Italia, Lega, Alleanza Nazionale, Udc. Ai lati della piazza la gente fa la fila per firmare in sostegno al sindaco Bitonci.
Umberto Bossi non è venuto, anche se la sua presenza era stata annunciata. C’è l’europarlamentare Borghezio con il solito repertorio di «Padania libera- Roma ladrona-secessione» e l’ex ministro delle Riforme Roberto Calderoli che prima fa un gesto eloquente con l’avambraccio: «Oggi Cittadella ha dimostrato di avercelo duro!». Poi, dietro al palco, la sua previsione: «L’onda delle ordinanze che regolano il rilascio della residenza agli stranieri coinvolgerà anche il Sud».
Ma il più osannato di tutti è Flavio Tosi, il sindaco di Verona, che ha appena fatto approvare un «atto amministrativo» sulla falsariga dell’ordinanza di Bitonci. La gente lo acclama: «Giuliano Amato dice che Cittadella non può essere una Repubblica a sé? Amato ebete, vieni a vedere come si vive in Veneto! Quanto a quel rincoglionito di Ferrero dovrebbe sapere che noi applichiamo una legge che lui stesso ha votato». Il deputato Paola Goisis urla nel microfono che «Prodi non può comandare in casa nostra, solo i sindaci devono decidere chi volere nei loro comuni». Gian Paolo Gobbo, sindaco di Treviso, fa il suo discorso in dialetto ma sul più bello gli va via la voce e s’incarta con le parole.
Poi tocca agli altri con il segretario regionale della Lega Maurizio Conte che detta i tempi. Conte rivendica di aver fatto passeggiare, a Padova, un maiale sul terreno destinato dal sindaco Ds Flavio Zanonato alla costruzione di una moschea. A Zanonato e Padova dedica il suo rabbioso intervento Massimo Bitonci, l’eroe del giorno («Santo subito», urlano): «Zanonato, hai trasformato Padova in una pattumiera. A te dovevano inviare l’avviso di garanzia».
A un lato del palco c’è il sindaco di Villafranca Padovana. dell’Udc ed era arrivata a Cittadella con i bandieroni in rappresentanza del suo partito. La fascia tricolore l’ha tolta da un pezzo in segno polemico: «Siamo qui per solidarizzare con Bitonci ma ci dissociamo dalla piega che ha preso la manifestazione ». Il 3 dicembre, in procura a Padova, ci sarà un incontro tra il procuratore Pietro Calogero e alcuni sindaci del Padovano (una decina, di centrosinistra) che vogliono capire bene, ma che sarebbero pronti ad applicare l’ordinanza «antisbandati ».
Roberto Rizzo