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 2007  novembre 26 Lunedì calendario

Trecentosessanta contravvenzioni (circa 50 al mese), due ricorsi pendenti: da quando l’ordinanza anti- lucciole è in vigore, hanno fatto storie soltanto l’Associazione degli automobilisti e un «coraggioso» cliente delle prostitute

Trecentosessanta contravvenzioni (circa 50 al mese), due ricorsi pendenti: da quando l’ordinanza anti- lucciole è in vigore, hanno fatto storie soltanto l’Associazione degli automobilisti e un «coraggioso» cliente delle prostitute. Che non ha avuto imbarazzi nello scrivere sul documento nome e cognome. «Di solito, i clienti pagano al vigile i 70 euro richiesti e poi filano via alla chetichella», taglia corto Flavio Zanonato, 57 anni, sindaco (Pd, ex diessino) di Padova. Il primo cittadino del capoluogo veneto è una specie di fenomeno nel panorama della sinistra municipale del Nordest: i suoi ruvidi provvedimenti, all’insegna della repressione, fanno discutere e, sovente, sono apprezzati dai colleghi di area cultural-politica opposta. La ricetta contro il degrado cittadino causato dalla prostituzione, per dirne una, trovò subito riscontro presso il sindaco leghista, duro e puro, di Verona, Tosi. Che, di nome, fa Flavio come lui. Che succede, Zanonato? Non le sembra di esagerare? Di uscire dal solco della tolleranza che ha sempre caratterizzato la sinistra? Certo, qualche segnale di controtendenza si coglie anche altrove, ma la grinta padovana non ha paragoni. «Cominciamo col dire che la realtà è molto più complicata dei princìpi. Dei proclami che non servono a nulla. E fare il sindaco, glielo assicuro, aiuta a misurarsi con i fatti. Le etichette politiche si superano». Entriamo nel merito e parliamo del mestiere più antico del mondo. Non è da bacchettoni multare i clienti per scongiurare la prostituzione? «Figurarsi. Il mio obiettivo non è eliminare le prostitute. Mi limito ad arginare, con i mezzi che ho, il degrado di certi quartieri. I cittadini telefonano a tutte le ore, si presentano in Comune, inviperiti. "Ma le pare – protestano – che, ogni sera, si debba avere sotto casa una fauna indecente di donne e di transessuali che si accostano alle auto per contrattare la prestazione? Che il traffico s’ingorghi, che le macchine frenino di botto o ripartano sgommando con il rischio di travolgere i malcapitati per caso? normale che i nostri figli camminino sull’asfalto o sui marciapiedi, dribblando preservativi e kleenex?". Questo è il quadro, per rendere l’idea». Allora? «Allora, codice della strada alla mano, ho pensato di colpire la contrattazione sessuale dall’auto, mandando i vigili a dare contravvenzioni per divieto di sosta». Ha funzionato? «L’effetto-deterrente si è visto». A Padova, però, c’è stata anche una manifestazione pubblica contro la sua ordinanza. «Un gran baccano mediatico più che altro. Le signorine in corteo erano molto poche. Se quello fosse l’effettivo numero di chi si prostituisce in città, non ci sarebbe bisogno di dare multe». Ma si dice che le lucciole, via da un quartiere, abbiano trovato subito altri viali. « vero, si sono spostate verso la periferia». E ora che fa? Le rincorre? Insomma, sindaco, andando alla radice del problema? «Di sicuro, non si può affrontare la prostituzione e le relative ricadute con una legge che ha cinquant’anni. Mi riferisco alla famosa "Legge Merlin". Per inciso, Lina Merlin, senatrice socialista, era nata in un paese della Bassa padovana. Si narra che, quando misero i sigilli alle case di tolleranza, le prostitute in libertà erano circa 2.000. Oggi sono 200.000, immigrate per lo più. Il fenomeno ha cambiato numeri e volti. Ed è profondamente mutata la società; sono mutati i valori e i costumi sessuali». D’accordo, ma lei come la vede? Via dalle strade, dove dovrebbero andare le prostitute? «Una premessa a cui tengo molto: chiedere e offrire sesso a pagamento non è certo un modello esemplare. Oggi ancora più di ieri, assodata l’emancipazione dei costumi e la libertà femminile. Dunque, un’educazione (scolastica) alla sessualità corretta, al rispetto delle donne mi pare il minimo della prevenzione di un Paese civile. Poi, si può discutere sulle forme accettabili della prostituzione». Cioè? «Mi batterei contro la schiavitù, molto diffusa tra le immigrate che arrivano in Italia con il miraggio di un lavoro; il risultato è che vengono violentate e buttate sulla strada. Sono loro la fascia più debole di questa umanità. Invece, entro certe regole (anche igieniche), liberalizzerei la prostituzione, sia singola che associata, esercitata all’interno delle case. Purché sia autogestita dalle donne, sottratte agli sfruttatori. Ritengo, inoltre, che i guadagni debbano essere soggetti al fisco». Dunque, le lucciole che pagano le tasse? «Perché no? Se, liberi da pregiudizi, vogliamo considerarle lavoratrici a tutti gli effetti, ebbene compilino anche loro il 740». Sindaco Zanonato, la sua formazione politica e culturale è lineare: comunista prima, diessino poi. Adesso c’è il Partito democratico. Ma se le sue ordinanze piacciono a destra, dove sta la discriminante? Almeno, secondo lei. «Mi sforzo di capire i problemi nella loro complessità, li affronto con realismo, evitando però le semplificazioni ». Marisa Fumagalli Protesta Manifestazione a Padova contro le multe ai clienti (foto Maule)