Roberto Furlan, Corriere della Sera 24/11/2007, 24 novembre 2007
Per chi soffre di entomofobia o di aracnofobia e inorridisce all’apparire di una ragnatela e del suo inquilino o di uno scorpione, vivere 200-300 milioni di anni fa sarebbe stato un vero incubo
Per chi soffre di entomofobia o di aracnofobia e inorridisce all’apparire di una ragnatela e del suo inquilino o di uno scorpione, vivere 200-300 milioni di anni fa sarebbe stato un vero incubo. Le libellule avevano infatti un’apertura alare pari a quella di un falco, mentre alcuni millepiedi e scorpioni misuravano come un coccodrillo o come una Smart, la minuscola autovettura. La conferma di questo gigantismo da fantascienza è arrivata da una recente scoperta in Germania, in una cava nei pressi della cittadina di Prum, di una serie di reperti fossili. Sapientemente e pazientemente ricomposti i diversi frammenti, ne è risultata una chela di 46 centimetri di lunghezza. Fatte le debite proporzioni, il paleontologo tedesco Markus Poschmann ha calcolato che l’animale – un gigantesco scorpione d’acqua, Jaekelopterus rhenaniae, vissuto tra i 460 e i 250 milioni di anni fa – potesse raggiungere i 2 metri e mezzo di lunghezza. L’artropode in questione (lontano parente degli odierni ragni, granchi e scorpioni) doveva nuotare in lagune salmastre o in laghi alluvionali, stando ai sedimenti in cui sono stati rinvenuti i frammenti delle chele. «Erano animali probabilmente cannibali – dice Simon Braddy del Dipartimento di scienze della terra dell’Università di Bristol (Regno Unito) – che si nutrivano verosimilmente anche dei pesci corazzati che a quei tempi popolavano le acque del Pianeta». Un parente acquatico dello Jaekelopterus era il Brontoscorpio di «solo» un metro di lunghezza, che visse circa 400 milioni di anni fa. Probabilmente si muoveva sul fondo . Gli scorpioni d’acqua erano in buona compagnia in fatto di dimensioni. L’Arthropleura era infatti un enorme millepiedi che visse nel Carbonifero, tra i 350 e i 290 milioni di anni fa. Lungo 2-3 metri è stato il più grande invertebrato mai apparso sulla terraferma. Un’apertura alare di 75 centimetri rappresentava invece lo spettacolare biglietto da vista della Meganeura e della Meganeuropsis permiana, di aspetto simile a una libellula e tra i più grandi insetti mai apparsi sulla terra. Si cibavano probabilmente di piccoli anfibi e di invertebrati e vissero 300-250 milioni di anni fa. La spiegazione delle eccezionali dimensioni di questi animali è da ricercarsi nel contenuto di ossigeno dell’aria. Nel Paleozoico, l’era in cui vissero questi bestioni, la percentuale di questo elemento chimico era del 35%, rispetto al 21% di oggi. Alcuni artropodi, come gli insetti e i millepiedi, respirano tramite un sistema complesso di trachee che portano l’ossigeno direttamente ai tessuti. Questo sistema si apre all’esterno con gli spiracoli. Con una percentuale di ossigeno simile a quella attualmente presente nella atmosfera, l’aumento delle dimensioni del corpo richiede trachee più grandi e lunghe per il trasporto dell’ossigeno e un maggior numero di spiracoli. C’è un limite quindi nel rapporto tra grandezza del corpo e grandezza delle trachee, che occup erebbero troppo spazio se l’invertebrato diventasse più grande. Con una percentuale maggiore di ossigeno nel-l’aria, non c’è necessità che aumentino i diametri delle trachee e il numero degli spiracoli. Il corpo di insetti e millepiedi può quindi diventare più grande, come avvenne milioni di anni fa. Il secondo motivo del gigantismo di quei tempi, dicono diversi scienziati, era la mancanza di competizione con i vertebrati, come avviene ora. Un valido motivo per libellule e scorpioni d’acqua per spadroneggiare nei propri ambienti. Roberto Furlani