varie, 23 novembre 2007
Un uomo di 75 anni. Capelli bianchi lunghetti e scompigliati, sposato e padre, ricoverato al reparto chirurgia d’urgenza dell’Umberto I di Roma, tempo aveva scoperto che per il suo male non c’era cura e s’era assai incupito
Un uomo di 75 anni. Capelli bianchi lunghetti e scompigliati, sposato e padre, ricoverato al reparto chirurgia d’urgenza dell’Umberto I di Roma, tempo aveva scoperto che per il suo male non c’era cura e s’era assai incupito. Martedì scorso prima dell’alba scrisse le sue pene su un biglietto d’addio destinato ai familiari, lo posò sul comodino, indossò un maglione di lana, i pantaloni della tuta, i calzini bianchi e le scarpe da ginnastica, e s’andò a buttare dalla scala anti-incendio del quarto piano, cadendo di schiena, dopo un volo di dieci metri, in un sottoscala pieno di cartacce e cicche di sigarette. Molto più tardi i medici s’accorsero che il malato era sparito dal reparto, lo andarono a cercare, e lo trovarono che era morto da almeno sette ore. Poco prima dell’alba di martedì al policlinico Umberto I di Roma.