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 2007  novembre 23 Venerdì calendario

MAURIZIO MOLINARI

CORRISPONDENTE DA NEW YORK
George W. Bush ha recapitato a Vladimir Putin le proposte scritte per arrivare nel 2008 ad un accordo sulla creazione di uno scudo anti-missile congiunto.
La lettera redatta dalla Casa Bianca si articola su tre argomenti, ognuno dei quali viene illustrato con dovizia di particolari al fine di andare incontro a tutte le obiezioni finora sollevate dal Cremlino. Fonti diplomatiche americane, chiedendo l’anonimato, hanno spiegato che i tre temi sono i seguenti. Primo: integrazione dei sistemi anti-missile di Stati Uniti, Nato e Russia al fine di creare una protezione unica per l’intero Emisfero Settentrionale del Pianeta dal rischio di attacchi missilistici provenienti da Sud, tale coordinamento avverrà con lo scambio in tempo reale di dati e informazioni attraverso centri di sorveglianza in più Paesi. Secondo: la Russia potrà condurre periodiche e regolari ispezioni nei siti dello scudo anti-missile americano in Polonia e nella Repubblica Ceca, dove saranno rispettivamente ospitati gli intercettori e un radar di ultima generazione. Terzo: l’attivazione degli intercettori in Polonia avverrà dopo il comune riscontro da parte di Washington e Mosca di potenzialità missilistiche iraniane tali da poter lanciare un vettore contro l’Europa.
La notizia della formalizzazione dell’offerta americana è stata data simultaneamente da Washington e Mosca, dove il portavoce del ministero degli Esteri Andrei Krivtsov ha detto che «l’America ci ha finalmente fatto avere le proposte relative al sistema anti-missile ed ora le stiamo studiando». E’ stato poi il presidente russo, a margine dell’incontro al Cremlino con il capo del governo italiano Romano Prodi, ad aggiungere ulteriori dettagli: «Ho parlato al telefono con Bush e sembra che le nostre preoccupazioni siano state comprese dagli americani». Lo stesso Putin ha ricostruito la genesi del documento americano spiegando che iniziò a discuterne durante l’incontro avuto in ottobre al Cremlino con il Segretario di Stato, Condoleezza Rice, e il ministro della Difesa, Robert Gates. Sebbene in quell’occasione Putin fece di fronte alle telecamere uno show dai toni fortemente anti-americani - oltre ad aver obbligato gli ospiti ad una lunga anticamera - nell’incontro a porte chiuse ascoltò per la prima volta, e con attenzione, da Rice e Gates le idee all’origine delle proposte ora in discussione.
Un altro elemento che sembra indicare un’atmosfera più distesa è il ruolo della Polonia perché l’approccio del governo uscito dalle recenti elezioni a Varsavia è considerato da Putin «più positivo», soprattutto in merito al via libera che dovrà dare alle ispezioni russe del sito militare dove gli Stati Uniti posizioneranno nei silos i dieci intercettori.
L’amministrazione Bush attende ora una prima reazione russa lunedì, in occasione dell’arrivo a Washington del ministro degli Esteri Sergei Lavrov per partecipare al summit di pace di Annapolis sul Medio Oriente. Lavrov e la Rice avranno un incontro prima del summit dedicato allo scudo anti-missile e se non vi saranno imprevisti i rispettivi sherpa inizieranno da quel momento a lavorare su un testo comune che potrebbe essere firmato da Bush e Putin in occasione di un vertice nel 2008.
Sono numerosi tuttavia gli interrogativi che restano da sciogliere. Innanzitutto non è chiaro se Washington sia disponibile ad adoperare il radar dell’Azerbaigian suggerito da Mosca come struttura alternativa, come anche ad accogliere l’idea di Putin di posizionare gli intercettori su piattaforme nel Mediterraneo. E ancora: la Casa Bianca vuole far precedere una futura intesa dal ritiro delle truppe russe in Georgia e nel Trans-Dniester in Moldavia ma Mosca si oppone alla creazione di un legame diretto fra le due questioni strategiche.

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