Enrico Franceschini, la Repubblica 23/11/2007, 23 novembre 2007
LONDRA
Un pallone sgonfiato: la foto a tutta prima pagina sul Sun, più diffuso quotidiano britannico, dice tutto, descrivendo l´umore di un paese umiliato e sbalordito dopo l´eliminazione dell´Inghilterra dalla fase finale degli Europei. «Una delusione terribile», riconosce il primo ministro Gordon Brown. «La fine di un´epoca», non necessariamente solo sportiva, sentenziano i giornali. L´effetto, insomma, è quello di una "Corea". Ieri mattina, come si prevedeva, la federcalcio inglese ha prontamente esonerato Steve McClaren, l´allenatore rimasto in panchina per appena diciotto mesi dopo gli otto anni di regno di Sven Goran Eriksson. Se lo svedese, in due mondiali e un europeo, non era mai riuscito a portare la nazionale più in là dei quarti di finale, McLaren ha fatto peggio: era dal 1994 che l´Inghilterra non si qualificava alla fase finale di un torneo internazionale. La federazione ha annunciato un´indagine per stabilire come mai il campionato di calcio più ricco, più seguito e più bello del mondo, la Premier League, non è in grado di produrre una squadra nazionale vincente. E intanto è partita la caccia al nuovo coach: senza fretta, dicono i dirigenti federali, perché la prima partita ufficiale per l´Inghilterra sarà nell´autunno 2008, inizio delle qualificazioni per i mondiali del 2010 in Sudafrica.
Secondo le quotazioni subito diffuse dai bookmaker, il favorito è Josè Mourinho, il portoghese licenziato a inizio di stagione dal Chelsea: «L´eliminazione dell´Inghilterra fa tristezza e danneggia tutti, un campionato Europeo senza la squadra inglese sarà più povero», è il suo primo commento. Appena estromesso dal Chelsea, Mourinho aveva detto che allenare l´Inghilterra non gli interessa: lo ha ripetuto anche ieri ma potrebbe cambiare idea. Tanto è vero che gli allibratori lo danno farovito, al pari dell´irlandese Martin O´Neill, allenatore di una non eccelsa squadra della Premier League, l´Aston Villa; quindi segue un folto gruppo di papabili che comprende due italiani, Fabio Capello, che ha dichiarato «ho sessant´anni, l´età giusta per allenare una nazionale», e Marcello Lippi, il brasiliano Felipe Scolari, attuale allenatore del Portogallo, che tuttavia rifiutò già una volta la panchina dell´Inghilterra, Gus Hiddink, sotto contratto con la Russia fino agli Europei, Jurgen Klinsmann, Franck Rijkaard.
Quanto all´allenatore uscente, dopo l´annuncio dell´esonero Steve McLaren ha detto: «Questo è il giorno più triste della mia carriera», sebbene possa consolarsi con una buonuscita di quasi 4 milioni di euro. I commentatori gli assegnano una buona parte di colpa per la mancata qualificazione, per gli errori tattici e come selezionatore nella partita decisiva di mercoledì contro la Croazia. Ma fin dall´inizio McClaren, che in vita sua ha vinto solo una coppa minore con il Middlesbrough, non sembrava in possesso del carisma, dell´esperienza e del talento per un posto simile.
Durante Inghilterra-Croazia, è rimasto a lungo in piedi sotto un ombrello: «Sembrava Fred Astaire in "Cantando sotto la pioggia", mai visto un allenatore seguire una partita così», ironizza la Bbc. Ci sono critiche, tuttavia, anche per i giocatori: «Ragazzi viziati, che tengono troppo ai soldi dei club e troppo poco alla nazionale», polemizza l´ex-campione Roy Keane. Altri notano che le squadre della Premier League eccellono in Europa grazie agli stranieri (sono il 70 per cento del totale: l´Arsenal ha solo due inglesi nella sua rosa). Eppure l´Inghilterra di questi anni ha avuto una generazione di "golden boys", Beckham, Rooney, Gerard, Owen, Lampard, da cui si aspettavano grandi cose: la squadra più forte, ritenevano molti, dopo quella di Bobby Charlton che vinse i mondiali nel 1966.
Senza gli Europei, l´Inghilterra perderà un bel po´ di soldi: si prevede che soltanto i pub, l´estate prossima, incasseranno 150 milioni di euro in meno, per non parlare del calo di introiti degli sponsor della nazionale. E il danno non è solo economico, ma anche morale. «Negli ultimi mesi», scrive l´Independent, «abbiamo avuto attacchi terroristici, il ritorno del virus mucca pazza, la corsa agli sportelli di una banca in crisi di liquidità, lo scandalo dei milioni di dati personali del fisco andati perduti. Quando sembrava che peggio non potesse andare, arriva l´eliminazione dagli Europei». Come se, insieme a Tony Blair, fosse tramontata l´immagine della sua Inghilterra trendy, insuperabile, affascinante.