L.I., la Repubblica 23/11/2007, 23 novembre 2007
ROMA- L´arte del vetro soffiato di Murano è a rischio estinzione a causa della competizione cinese
ROMA- L´arte del vetro soffiato di Murano è a rischio estinzione a causa della competizione cinese. Uno dei più antichi e famosi laboratori artigiani dell´isola (700 anni di attività) sembra ad un passo dalla sparizione. Lo scenario apocalittico viene tracciato dal settimanale Economist che racconta le difficoltà della Barovier e Toso, una delle "firme" del vetro soffiato della laguna. Dopo 19 generazioni, l´attuale erede di tanta tradizione, Jacopo Barovier, confida al giornale inglese che «l´intero distretto di Murano, già ora un´ombra di quello che era settant´anni fa, morirà in un decennio». Il suo antenato ha iniziato a soffiare il vetro nel tredicesimo secolo, poi nel 1930 ci fu la fusione con un altro laboratorio, quello della famiglia Toso, anche loro con una tradizione di oltre tre secoli. Una combinazione, rileva l´Economist, che la rende una delle aziende a conduzione familiare più antiche del mondo. E ora fronteggia una crisi potenzialmente letale. Complice la concorrenza cinese, che ormai attecchisce direttamente nel mercato veneziano, specie tra i turisti: «La maggior parte del vetro venduto nei negozi di Venezia e che viene spacciato come locale, in realtà arriva dall´Asia», accusa l´artigiano. I grandi nomi del settore per ora si difendono con le esportazioni e i committenti di lusso. Più dei tre quarti dei 12 milioni di euro di fatturato della Barovier e Toso arrivano dai lavori che poi finiscono all´estero ad ornare i lampadari dei grandi alberghi e persino della moschea di Hassan II a Casablanca dove svettano candelieri altri 11 metri. Si riduce la clientela e i costi si fanno sempre più alti. Produrre e lavorare tutte le parti in proprio è una scelta pericolosa così come non si considerare di affidarsi a dei semilavorati dall´estero, magari proprio in Asia. Per ora non ha pregiudicato la profittabilità: «La nostra forza nasce dal poter realizzare pezzi unici e personalizzare i prodotti», dichiara Barovier. Mantenere i metodi di lavoro del 1300 e affidarsi ai segreti tramandati da padre in figlio da un lato mette al riparo dal pericolo d´imitazione cinese, ma dall´altro espone ai rischi dei passaggi generazionali. Lo stesso Jacopo ammette di essere entrato a gestire la società «controvoglia» trent´anni fa. Le sue due sorelle e il figlio invece non sono coinvolti nella società e non sembrano intenzionati a farlo. «Non sono un sentimentale, vendere ad un private equity è una delle possibilità» ammette l´ultimo dei vetrai di Murano. (l.i.)