varie, 22 novembre 2007
Sara Servadio detta «la bambina», di anni 22. Nata in provincia di Pesaro, figlia della casalinga Silvana di 50 anni e dell’agricoltore Sandro di 53, disabile dall’età di 4 anni per via di un virus che le aveva bloccato la crescita, inchiodata a una sedia a rotelle, bisognosa di assistenza continua, a causa delle deficenze immunitarie non poteva stare a contatto con gli altri e tuttavia era «un genio al computer» e aveva il sogno irrealizzabile di lavorare in banca
Sara Servadio detta «la bambina», di anni 22. Nata in provincia di Pesaro, figlia della casalinga Silvana di 50 anni e dell’agricoltore Sandro di 53, disabile dall’età di 4 anni per via di un virus che le aveva bloccato la crescita, inchiodata a una sedia a rotelle, bisognosa di assistenza continua, a causa delle deficenze immunitarie non poteva stare a contatto con gli altri e tuttavia era «un genio al computer» e aveva il sogno irrealizzabile di lavorare in banca. Adorata dai genitori, la mamma, che per lei «faceva sempre tutto» ma da qualche anno era sempre più depressa, l’altra mattina in punta di piedi entrò nella sua cameretta, la trovò addormentata, e le infilò un coltello da cucina nella gola. Subito dopo la stessa lama se la ficcò nel petto e nel collo, senza riuscire a morire. A trovare figlia e moglie in una pozza di sangue fu il Servadio Sandro, rientrato in casa per pranzare. Mattinata di giovedì 22 novembre in una cascina ritrutturata lungo la strada Valecesana in località Monteporzio, 2.700 anime in provincia di Pesaro.