Il Sole 24 Ore 21/11/2007, pag.9 Adriana Cerretelli, 21 novembre 2007
Pristina: l’indipendenza sarà concordata. Il Sole 24 Ore 21 novembre 2007. BRUXELLES. Indipendenza sì, ma almeno concordata con Europa e Stati Uniti
Pristina: l’indipendenza sarà concordata. Il Sole 24 Ore 21 novembre 2007. BRUXELLES. Indipendenza sì, ma almeno concordata con Europa e Stati Uniti. Questo era quello che avevano auspicato l’altro ieri a Bruxelles i ministri degli Esteri Ue, in mancanza di un accordo tra Pristina e Belgrado. E questo è quello che ieri, a quanto pare, nel corso della riunione a Bruxelles con la trojka (Stati Uniti, Europa e Russia) presieduta dal tedesco Wolfgang Ischinger, hanno accettato i kosovari. «Non c’è assolutamente un’alternativa all’indipendenza per il 90% della popolazione, ma intendiamo ottenerla coordinandoci con tutti i Paesi che stanno aiutando il Kosovo», ha dichiarato ieri il suo presidente Fatmir Sejdiu. In perfetta sintonia con le parole pronunciate poco dopo da Hashim Thaci, l’ex-guerrigliero dell’Uck vincitore delle elezioni e prossimo primo ministro: «Rispetteremo l’agenda della comunità internazionale e dopo il 10 dicembre, lavorando insieme ai nostri partner a Washington e a Bruxelles, prenderemo la nostra decisione sull’indipendenza». Anche ieri il tentativo di avvicinare le posizioni di serbi e kosovari si è dimostrato sterile. Ci sarà un nuovo round di colloqui la settimana prossima (dal 26 al 28) a Baden, in Austria, ma la data del 10 dicembre, la scadenza del tempo supplementare concesso alle due parti per un approfondimento dei negoziati dopo l’esperienza fallimentare del piano Athisaari, è ormai dietro l’angolo. Dentro la trojka come in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la prospettiva di arrivare a un’intesa con la Russia continua a restare un’ipotesi impossibile. Come quella di un’intesa tra Pristina e Belgrado. Proprio nella speranza di scongiurare lo scenario indipendentista, ieri la Serbia ha presentato l’ennesima soluzione alternativa nel segno dell’autonomia. Dopo aver giocato la carta di Hong Kong, scoprendo in ritardo che la formula non poteva funzionare visto che la longa manus della Cina arriva ad esprimere il gradimento sulla nomina del suo governatore, ieri i ministri serbi degli Esteri e del Kosovo hanno messo sul tavolo il modello delle isole land, «un’altro tipo di autonomia efficace e riuscita», secondo la loro definizione. Conteso tra Finlandia e Svezia, l’arcipelago finlandese che ha una popolazione di meno di 30mila abitanti al 90% di lingua svedese, riuscì ad avere un proprio particolare statuto nel 1921, grazie alla mediazione della Società delle Nazioni, l’antenato dell’Onu. Su questa base le land godono dell’autogoverno, hanno proprie forze di polizia e una bandiera nazionale, possono emettere francobolli e sono rappresentate nel Parlamento finlandese. Il loro non è uno statuto internazionale, anche se sono presenti nel Consiglio dei Paesi nordici e hanno voce in capitolo nei trattati internazionali stipulati dalla Finlandia. Tanto è vero che l’adesione di Helsinki all’Unione europea ha dovuto passare per la ratifica parlamentare delle land. Difficile comunque credere che la nuova idea serba possa convincere gli albanesi del Kosovo a fare un passo indietro. Ormai la proclamazione dell’indipendenza sembrerebbe assodata, con la sola incognita dei tempi. Secondo alcune indiscrezioni, il Consiglio di sicurezza dovrebbe riunirsi il 19 dicembre a New York per constatare quasi certamente il disaccordo. Sarà quindi dopo quella data che l’indipendenza "concordata" potrà incontrare il via libera dei suoi sponsor più o meno entusiasti. Adriana Cerretelli