La Stampa 22/11/2007, pag.7 PAOLO COLONNELLO, 22 novembre 2007
E nel network delle tv spunta Piersilvio. La Stampa 22 Novembre 2007. MILANO. Elezioni amministrative del 2005
E nel network delle tv spunta Piersilvio. La Stampa 22 Novembre 2007. MILANO. Elezioni amministrative del 2005. Alle 18,51 di lunedì 4 aprile, mentre si attendono i risultati che sanciranno la vittoria del centrosinistra, il dg della Rai Flavio Cattaneo telefona a Debora Bergamini, responsabile della programmazione. C’è da arginare la portata della vittoria dell’Ulivo: «Cattaneo per Bergamini, dice di aver parlato con Bonaiuti che era con Piersilvio ma lui sta tenendo duro anche con gli altri dicendo che non è il caso di mandare in onda i dati. Cattaneo dice che sta rompendo i coglioni Follini, ma prima o poi dovranno dare i dati. Cattaneo dice che terranno più duro possibile». Non sanno Cattaneo e Bergamini che la loro telefonata verrà incisa sui nastri della Guardia di Finanza che per ordine del pm Laura Pedio stanno intercettando la Bergamini nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento Hdc, la holding Luigi Crespi, l’ex mago dei sondaggi di Silvio Berlusconi. Più tardi, da Arcore chiamerà anche Berlusconi in persona, ma questa telefonata, nel rispetto della legge Boato, è stata distrutta. Si capisce però - da un colloquio dell’8 aprile 2005, tra il direttore di Rai Uno, Fabrizio Del Noce, e la stessa Bergamini - che il Cavaliere non l’ha presa bene: «Deborah dice di aver parlato ieri con il dottore e che era incazzato per quello che hanno scritto i giornali, parlano di Berlusconi e di altre persone. Fabrizio dice che troppa gente si è fatta gli affari suoi e poi parlano di Biagi, dicono che Berlusconi ha fatto bene ad andare a Ballarò». Dicono? Il 5 aprile, i giudizi della Bergamini sono diversi: «A Ballarò? E’ pazzo». Mentre il 3 aprile, Del Noce parla con Bergamini «per commentare l’affluenza degli elettori alle urne e degli exit poll. C’è aria di sconfitta, ma non tutto è perduto: «I due - annotano diligenti i finanzieri - parlano male di Mazza. I due accennano al gioco di squadra tra Mimum (all’epoca direttore del Tg1, ndr) e di Rossella (direttore Tg5)». Niente di penalmente rilevante in queste telefonate che incrociano il più delle volte persone nemmeno iscritte sul registro degli indagati. Anche se è la prima volta che vengono squadernate le segrete cose del potere televisivo. E lo spaccato che ne emerge è proprio quello che s’immaginava: il duopolio come un unico mostro a due teste, che fagocita anche i più piccoli, come dimostra una parte dell’inchiesta che indaga i rapporti dell’allora potentissimo sondaggista del ”dottore” con alcune emittenti private lombarde. Non è un reato se un dirigente della Rai chiama un dirigente di Mediaset per fare due chiacchiere sui rispettivi palinsesti. Certo la concorrenza va a farsi benedire. E il mercato ne risulta drogato. E a proposito di sondaggi, c’è da rilevare una strana telefonata che in questi tempi di Security impazzite induce a qualche riflessione. Il 2 aprile, a 24 ore dalle elezioni, e giorno della morte di papa Wojtyla, «Deborah Bergamini per Paolo Ricciotti. Ricciotti le dice che ieri con lui c’era anche un tale Prudente. Paolo le chiede dei sondaggi. Paolo le dice che deve fornirle un appuntamento riservatissimo sul comparto sicurezza di Wind che deve dare al ministro dell’Interno e al Presidente del Consiglio». Il giorno prima invece, tra Bergamini e Mauro Crippa, massimo dirigente della comunicazione Mediaset, si è in ansia per l’agonia del Papa. Debora gli racconta che «Flavio Cattaneo ha parlato con Piersilvio e si sono accordati per dare coerenza ai palinsesti in relazione alla notizia della morte del papa. Deborah dice di sospendere tutti gli spot». Crippa la informa che sta andando in riunione da Piersilvio, «Deborah comunica i palinsesti Rai e dice di non indicare nessun politico nelle trasmissioni» Benvenuti nel paludoso mondo di Raiset. O di Mediarai. Mettetevi comodi che si va a incominciare. Sempre il 2 aprile, la Bergamini riceve una telefonata da ”Silvio” che ovviamente non è Berlusconi: «L’uomo dice di aver paura per le elezioni e del probabile forte astensionismo dei cattolici. Deborah lo informa che Ciampi ha preparato un messaggio da mandare in onda a reti unificate. I due dicono che Berlusconi non sarebbe credibile se rilasciasse delle dichiarazioni. I due pensano che Letta e Fini lo sarebbero di più ma loro non possono trasmettere i propri messaggi a reti unificate». Lo stesso giorno la Bergamini chiama anche Benito Benassi, vicedirettore marketing Rai per informarlo «che Cattaneo ha chiesto loro di condividere i loro pareri con quelli di Vespa al quale avrebbero chiesto di non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali». E ancora, Benito aggiunge che «il direttore generale: vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia più confusione possibile per camuffare la loro portata». D’altronde, informa Benito, «in Calabria stanno girando per le case a dare i soldi per acquistare voti. Deborah è soddisfatta di questo». Il giorno dopo fioccano commenti sui programmi, sempre tra Bergamini e Benassi. Su Porta a Porta, ad esempio: «Ma questo massoncello di Rumi, che ci fa da Vespa? Non è nel cda?». Per non dire di quanto sempre la Bergamini, con un certo Riccardo, parla di «risultati dell’Udc occultati». I due «parlano di politica. Deborah dice che la situazione di adesso sembra quella di Mediaset quando era indebitata ed è stato deciso contro la sua volontà di collocarla sul mercato e Debbi dice che occorre anche per il governo un’operazione contro la sua volontà». L’11 aprile grande riunione ad Arcore: «Marina (Brambilla, segretaria personale del Cavaliere) ricontrolla gli appuntamenti con Deborah di mercoledì e le persone sono: Gorla, Mimum, Del Noce e Comanducci. Debbi dice che deve parlare prima o poi con il dottore». Il 16 invece tocca a un anonimo giornalista mostrare la sua indipendenza via Sms: «Carissima Deborah, ieri ho fatto di tutto per mettere in positivo la rottura con l’Udc...era l’unico modo per aiutare il premier..». Com’erano i rapporti in Rai sintetizza bene questa telefonata. 26 giugno 2005, Agostino Saccà, ex dg Rai, con Luigi Crespi. S (Saccà): «Luigi?» C (Crespi): «Sono stato a pranzo con i due ragazzi...» S: «Cioè?...Ah, si, con i 2 giovani qui miei (Deborah Bergamini e Carlo Nardello, ndr) si...si» C: «Ti confermo il mio giudizio...» S: «Si...è ambiguo, ambigui, no?» C: «No, no...non c’è proprio...comunque sono stato molto duro con loro...oh...ho anche detto a Deborah che lei non è...cioè, io sono stato il suo tutore...» S: «Che è vero» C: «Non sanno cos’è la riconoscenza, non sanno cos’è, eh...molta arroganza» S: «Confermo...». PAOLO COLONNELLO