Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2007  novembre 22 Giovedì calendario

«Mi ritiro: voglio diventare un uomo». Gazzetta dello Sport 22 novembre 2007. In Germania l’omosessualità da tempo non è più un tabù, lo stesso borgomastro reggente di Berlino, o il leader del partito liberale sono omosessuali dichiarati e rispettati da tutti

«Mi ritiro: voglio diventare un uomo». Gazzetta dello Sport 22 novembre 2007. In Germania l’omosessualità da tempo non è più un tabù, lo stesso borgomastro reggente di Berlino, o il leader del partito liberale sono omosessuali dichiarati e rispettati da tutti. Qualche giorno fa una popolare moderatrice televisiva ha pubblicamente dichiarato di essere lesbica. Nel mondo dello sport, invece, l’outing non èfrequente. Ecco perché la stessa agenzia ufficiale di stampa tedesca D.P.A. ha definito «inusuale e coraggiosa» la confessione con la quale la saltatrice con l’asta tedesca Yvonne Buschbaum, 27 anni, ha annunciato la fine della carriera agonistica e di essere una transessuale. L’atleta, terza agli Europei 1998 e 2002, seconda agli Europei indoor 2002, con un personale di 4.70, ha anche dichiarato che si sta sottoponendo a un’intensa cura di ormoni per diventare presto uomo e di voler cambiare il proprio nome di battesimo. SCELTA «I miei continui infortuni hanno in parte determinato la mia decisione – ha scritto la Buschbaum sulla home page del suo sito – ma essenzialmente è frutto dello squilibrio nella mia anima. Da molti anni mi sento in un corpo sbagliato. Io mi sento un uomo e devo vivere la mia vita nel corpo di una donna. Gli anni della discrepanza tra l’apparire e l’essere hanno anche lasciato una traccia fisica nel mio tendine d’Achille fratturato. Una lesione cronicizzata è sempre la conseguenza logica che qualcosa non va bene nell’anima». L’astista si era gravemente infortunata poco prima di Atene 2004. Era tornata in pedana nel 2006 con un 4.62, ma dopo 4 operazioni ad entrambi i piedi non era più tornata ai migliori livelli. TAB «So che la transessualità è un argomento al limite, ma non voglio più nascondermi », ha scritto ancora la tedesca, augurandosi che il suo passo «sia rispettato e che non se ne tirino false conclusioni». Ovvero che si possa pensare che dietro la sua decisione ci sia anche il doping. Un sospetto che peraltro già aleggiava su di lei, dopo che nello scorso giugno la federazione tedesca l’aveva ammonita per non essersi sottoposta agli obbligatori test antidoping: «Io non mi dopo – ha sottolineato con forza la Buschbaum, soldatessa dell’esercito – ma dal fatto che mi stia sottoponendo a un trattamento ormonale consegue la mia decisione di voltare le spalle allo sport agonistico. Nessuno si deve però sentire truffato o pensare che abbia mentito. Dal punto di vista biologico i successi che ho raggiunto hanno la loro naturale legittimazione ». Il suo caso, ha tenuto a precisare, non va paragonato a quello dell’ex campionessa europea del peso dell’ex Ddr, Heidi Krieger, che dopo un’elevata assunzione di ormoni maschili si era fatta operare cambiando esso e oggi vive con il nome di Andreas Krieger. La Buschbaum ha così concluso: «Ho avuto il coraggio di mostrare quello che si nasconde in me. E’ normale essere diversi. Sono felice di aver preso questa strada e del fatto che presto sarò completamente me stessa». Ovvero, presto diventerà un uomo. E come tale, teoricamente, potrebbe partecipare a Londra 2012, ma lei stessa lo ha categoricamente escluso: «La questione che possa gareggiare con gli uomini non si pone». Tra le prime reazioni quella, non di raffinatissimo gusto, del suo collega Tim Lobinger, raccolta dalla Bild: «Nel mondo dell’atletica è diffuso il convincimento che si siano più lesbiche che omosessuali maschi. Le auguro ogni bene. Certo per dire cose del genere ci vogliono davvero le palle!». MARCO DEGL’INNOCENTI