Walter Galbiati - Emilio Randacio, la Repubblica 21/11/2007 La Repubblica 22/11/2007, pag.4 WALTER GALBIATI - EMILIO RANDACIO, 21 novembre 2007
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MILANO - «Media-Rai». Le due superpotenze nazionali della tv, che dovrebbero competere aspramente per la conquista dell´audience, fare a gara nella pubblicazione di servizi esclusivi, in realtà si scambiano informazioni sui palinsesti. Concordano le strategie informative nel caso dei grandi eventi della cronaca. Orchestrano i resoconti della politica. Su tutto, la grande mano di Silvio Berlusconi e dei suoi collaboratori, che quotidianamente tessono la tela, fanno decine, centinaia di telefonate, si scambiano notizie, organizzano fino ai più piccoli dettagli. il quadro che emerge dalle intercettazioni telefoniche - realizzate tra la fine del 2004 e la primavera del 2005 - allegate all´inchiesta sul fallimento della «Hdc», la holding dell´ex sondaggista del Cavaliere, Luigi Crespi. E in particolare dai resoconti, redatti dalla Guardia di Finanza, delle conversazioni telefoniche di Debora Bergamini, ex assistente personale di Berlusconi e, all´epoca, dirigente della Rai, e di Niccolò Querci, pure lui ex assistente di Berlusconi e, all´epoca, numero tre delle televisioni Mediaset.
La "ragnatela" avvolge e intreccia le vicende della tv di Stato con quelle di Mediaset. I direttori di Tg1 e Tg5 (all´epoca Clemente J. Mimun e Carlo Rossella) fanno, testuale, «gioco di squadra». Il notista politico del Tg1 informa la Bergamini e la rassicura sul fatto che le notizie più spinose saranno relegate in coda al servizio di giornata. Fabrizio Del Noce cuce e ricuce, assicurando che Bruno Vespa, nella sua trasmissione, accennerà «al Dottore in ogni occasione opportuna». Querci, insieme al gran capo dell´informazione Mediaset, Mauro Crippa, cuce sul versante opposto. E arriva fino ad occuparsi delle vicende del festival di Sanremo (quell´anno affidato a Paolo Bonolis), cioè della trasmissione di massimo ascolto dell´azienda che dovrebbe essere concorrente. E poi ancora, le fibrillazioni in due fasi delicate: la morte del Papa e le elezioni amministrative dell´aprile 2005. L´allora presidente Ciampi è pronto per una dichiarazione a reti unificate per onorare Giovanni Paolo II? La Bergamini allerta prima l´assistente personale del Cavaliere e poi Del Noce per preparare una performance parallela dell´inquilino di Palazzo Chigi. E ad essere allertato è anche il "rivale" Crippa. Le elezioni sono andate male? Bisogna "ammorbidire" i resoconti sui risultati elettorali. La Bergamini contatta Querci e con lui concorda la programmazione televisiva. La ragnatela avvolge tutto, pensa a tutto, provvede a tutto.
La morte del Papa
Il primo aprile 2005 il mondo è con il fiato sospeso. L´agonia di Giovanni Paolo II sembra essere giunta alla fine. E nelle redazioni giornalistiche cresce l´ansia per non farsi cogliere impreparati all´appuntamento con un evento storico. Tanto più che in Italia l´avvenimento potrebbe avere riflessi anche sulle elezioni che si svolgeranno il 3 e 4 aprile. I brogliacci delle intercettazioni telefoniche eseguite dalla Guardia di Finanza su ordine dei pm di Milano Laura Pedio e Roberto Pellicano e relativi al fallimento della Hdc, svelano come quei giorni furono vissuti freneticamente alla Rai.
Alla notizia del peggioramento delle condizioni del pontefice i responsabili del palinsesto di viale Mazzini, Carlo Nardello e Deborah Bergamini, si muovono per cambiare la programmazione. E per farlo, nel pomeriggio, la Bergamini non esita a contattare Mauro Crippa, il suo omologo nell´organigramma Mediaset. Poi, alle 21 e 49, telefona a un tale «Vale», che potrebbe essere Valentino Valentini, assistente del Cavaliere. E tre minuti dopo a Fabrizio (forse il direttore di Raiuno Del Noce, appuntano i militari del Nucleo regionale delle Fiamme Gialle): «Debora lo avverte che Ciampi sta preparando un messaggio a reti unificate da mandare in onda alla morte del Papa. Debora gli riferisce di aver avvertito Berlusconi. Debora gli dice che Berlusconi pensa che questo metterà in buona luce Ciampi e avrebbe considerato l´ipotesi di rilasciare anche lui delle dichiarazioni».
Il 2 aprile, intorno a mezzogiorno, una donna contatta la Bergamini: «Le due si lamentano di una persona alla quale non riescono a spiegare che bisogna dare un senso di normalità alla gente al di là della morte del papa per evitare forte astensionismo alle elezioni. Il telefono della chiamante è intestato alla Rai». Lo stesso giorno, alle 14.31, un non meglio identificato Silvio per Debora: «Le dice che domani sarà a Roma per votare. Debora gli spiega i propri impegni. L´uomo dice di avere paura per le elezioni e del probabile forte astensionismo dei cattolici. Debora lo informa che Ciampi ha preparato un messaggio da mandare in onda al reti unificate. I due dicono che Berlusconi non sarebbe credibile se rilasciasse delle dichiarazioni. I due pensano che Letta e Fini lo sarebbero di più ma loro non possono trasmettere propri messaggi a reti unificate. Debora avrebbe dato parere negativo a Berlusconi sulla sua comparsa in tv».
Le elezioni
amministrative
Poco dopo le 15 di quel complicato 2 aprile in cui poco prima delle 22 l´agenzia Ansa batterà la notizia della scomparsa di Giovanni Paolo II, Debora e Benito Benassi, vicedirettore marketing Rai, iniziano a pianificare la strategia mediatica per gestire al meglio le elezioni. Debora «dice che Cattaneo ha chiesto di condividere i loro pareri con quelli di Vespa al quale avrebbero chiesto di non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali». Alle 16 ancora Debora per Benito. «Gli dice che Nardello è molto nervoso. Benito ha intuito che il d. g. (Flavio Cattaneo-ndr) vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia più confusione possibile per camuffare la loro portata». Alle 17 la temperatura sale, come la sensazione che per la Casa delle Libertà le imminenti elezioni si tramuteranno in una sconfitta. Debora chiama Del Noce: «Lo informa della programmazione televisiva di Canale 5. Del Noce dice di aver parlato con Rossella. Debora dice di aver parlato con Mauro Crippa di Mediaset».
Alle 18 e 30 Del Noce telefona alla Bergamini: «Le comunica che Vespa ha parlato con Rossella. Del Noce le riferisce che Vespa accennerà in trasmissione "al Dottore" (ndr, Silvio Berlusconi) ad ogni occasione opportuna"». Un minuto dopo Debora contatta nuovamente Crippa: «Parlano dei rispettivi palinsesti». Alle 21 e 37 l´annuncio della morte del Papa. Le comunicazioni a Saxa Rubra apparentemente si placano nella notte. All´indomani, domenica 3 aprile, i seggi vengono aperti. Intorno alle 14, Del Noce telefona a Debora: «Parlano dell´affluenza degli elettori alle urne e degli exit poll. La Bergamini pensa che i dati seri si avranno dalle 21.00 in avanti. I due parlano male di Mazza (direttore del Tg2-ndr). I due accennano al gioco di squadra tra Mimun e Rossella».
Poco dopo Debora è al telefono con una donna: «Parlano della variazione dei palinsesti a seguito della morte del Papa. La donna vive a Roma. Parlano del ritorno di immagine negativo della presenza di Berlusconi alla trasmissione televisiva di venerdì 1.4.05».
Alle 17 è il consigliere Rai Angelo Petroni a fare squillare il telefono sempre più incandescente di Debora: «Voleva chiederle notizie dei sondaggi. Debora dice di aspettare dati attendibili dopo le 18.30». Le telefonate si susseguono velocemente. Benito a Debora: «Le dice che i dati sulle elezioni sono abbastanza disomogenei e che quindi i suoi dati non sono del tutto attendibili (ore 20.00 circa). Benito dice che l´Udc ha comprato voti in Calabria». Alle 21.29, l´allora notista politico del Tg1 Francesco Pionati, oggi senatore dell´Udc, per Debora Bergamini: «Parlano dei sondaggi elettorali e delle ripercussioni delle elezioni sull´azienda Rai. Pionati si raccomanda a Berlusconi tramite la Bergamini».
La mattina di lunedì 4 aprile il nervosismo è palpabile. Poco dopo le 10 del mattino una certa Linda per Debora: «Linda le passa Niccolò Querci, parlano del lutto nazionale e della programmazione televisiva. Debbi dice che loro fanno la prima serata sul Due (per le elezioni) e quindi gli chiede di mettere una cosa forte in prima serata su Canale 5. Si risentiranno tra un quarto d´ora». Alle 18.51 è il direttore generale a scendere direttamente in campo. Tenta la mossa della vita, negare l´innegabile: «Cattaneo per Bergamini dice di aver parlato con Bonaiuti che era con Piersilvio, ma lui sta tenendo duro anche con gli altri dicendo che non è il caso di mandare in onda i dati. Cattaneo dice che sta rompendo i coglioni Follini, ma prima o poi dovranno dare i dati. Cattaneo dice che terranno più duro possibile».
Alle 19.30, arriva la telefonata direttamente da Arcore. «Berlusconi per Bergamini». Cosa si dicono resta un mistero, perché il brogliaccio non può riportare le parole di un deputato, quale è appunto Berlusconi. Ma sull´altro fronte Cattaneo non demorde: «Dice che deve essere Nexus a dire che non ha i dati nazionali, non la Rai. Bergamini conferma che non li produrrà Nexus. Bergamini dice che alle dieci e trenta poi il Tg3 potrà dare i dati che vuole. Cattaneo dice che anche Vespa fa la serata elettorale e la Bergamini sostiene che "tanto Vespa è Vespa"».
Alle 20.38 la linea Cattaneo sembra incredibilmente prevalere. Benito per Bergamini: «Parlano dei dati elettorali che sono dannosi per uno schieramento e quindi è meglio non darli a Vespa». Alle 22.39 viene sancita la Caporetto. Una nota dell´Ansa ufficializza i dati: «Regionali: Unione verso l´11 a 2. Prodi: l´Italia ci chiede di governare. Follini: una sconfitta su cui riflettere».
Il mattino successivo lo smarrimento all´interno dei vertici di viale Mazzini prosegue mestamente. Questa volta è la direzione del Tg1 per Deborah: «La segretaria gli passa il dottor Mimun Clemente; continuano a parlare della sconfitta di Berlusconi». Alle 10.50 si pensa al rimedio. Un uomo per Debbi: «Dice di aver parlato con Paolo, l´uomo dice che il Cavaliere deve riconquistare il rapporto con il paese senza più vendere fumo. Parlano di dati economici e che i problemi grossi sono al Sud». Alle 13.19 Debbi per una donna: «Commentano lo stato d´animo del premier e la donna dice che dovrebbero andare via molte persone, la donna dice che dovrebbe migliorare la condizione di vita degli italiani». Intorno alle 22 di martedì 5 aprile, la notizia della presenza di Berlusconi a Ballarò, la trasmissione di Rai Tre, coglie tutti di sorpresa: «Ma è pazzo?», si chiedono in viale Mazzini.
Il 7, intorno alle 11, tale Riccardo contatta Debora per proporre drastiche soluzioni: «Parlano di politica e Riccardo dice che bisogna cambiare il portavoce di Berlusconi e Debbi risponde che è d´accordo, bisogna cambiare il modo di comunicare».
L´8 aprile un altro sconosciuto per Debora: «Commentano che ormai sono in mano ai comunisti, poi Debora dice che si devono vedere ed insiste che lui vada da lei. L´uomo dice che ha letto i giornali e gli chiede come sta il suo ex capo (parlano di politica); dicono che devono produrre una cosa scritta e seria. L´uomo parla del suo lavoro. Debora dice di andare a pranzo con Comanducci e Del Noce». Intorno a mezzogiorno un uomo contatta la Bergamini. «Parlano del fatto che Berlusconi è stato inquadrato pochissimo dalle telecamere presenti al funerale del Papa. E fanno commenti sul cerimoniale e sui capi di Stato».
Il Festival di Sanremo
Le incursioni del gruppo Mediaset nella sfera della Rai non si limitano a eventi che possono oscurare l´immagine del Cavaliere. Vanno oltre. Il 24 agosto 2004, per esempio, Querci, top manager di Rti, parla con un uomo di Bonolis, «che ha detto di non capire nulla di musica anche se è stato nominato direttore artistico di Sanremo». Non ci sono problemi. Ci pensa Querci. «Nicolò dice che in relazione a Sanremo ha avuto delle idee e che vuole comunicare all´uomo. Nicolò, tuttavia, dice che la cosa comunque non deve sapersi in giro». Sanremo è sempre Sanremo.
MILANO - Intercettazioni e perquisizioni. L´inchiesta sulla Hdc, la società di Luigi Crespi, l´inventore del contratto con gli italiani e ai tempi il sondaggista di Silvio Berlusconi, parte dal fallimento del gruppo avvenuto a marzo 2004. Al caso hanno lavorato i pm Laura Pedio e Roberto Pellicano. E le loro intercettazioni partite nell´estate di quell´anno non solo hanno immortalato le vicende di Crespi, ma anche di alcuni personaggi che ruotavano intorno a lui. Come Debora Bergamini, ex assistente di Berlusconi diventata un´importante dirigente della Rai, e di Gianpiero Fiorani, nelle cui telefonate è stato scoperto l´inizio della scalata ad Antonveneta. Già nell´estate del 2004, infatti, Fiorani programmava con il governatore della Banca d´Italia l´arrembaggio all´Antonveneta, allora controllata dagli olandesi di Abn Amro.
Le indagini si sono chiuse lo scorso 27 ottobre, chiamando in causa 21 indagati, tra i quali, oltre allo stesso Crespi e ai consiglieri, spiccano nomi noti come il presidente del collegio sindacale, il professor Ferdinando Superti Furga, già sindaco di Telecom Italia e Mondadori, nonché lo stesso Gianpiero Fiorani. Nella rete dei pm, sono rimasti impigliati anche Fedele Confalonieri e Alfredo Messina, rispettivamente presidente e consigliere di Mediaset, con l´accusa di favoreggiamento, e Fulvio Pravadelli, amministratore delegato di Publitalia 80, la concessionaria di pubblicità del gruppo del Biscione.
Secondo la Procura, Luigi Crespi - in concorso con altri - avrebbe distratto qualcosa come 19 milioni di euro. Con un giro di fatture false e operazioni inesistenti tale da mettere in ginocchio il gruppo. «L´intenzione - hanno scritto i pm - era di ingannare i soci o il pubblico, al fine di conseguire un ingiusto profitto».
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LA REPUBBLICA 22/11/2007, WALTER GALBIATI - EMILIO RANDACIO
Linea diretta continua tra Rai e Mediaset "Dosiamo spot e politici".
MILANO - Linea comune, scambio di informazioni sui palinsesti, accordi per rallentare il flusso delle notizie in caso di dati elettorali negativi. Rai e Mediaset, nella primavera del 2005, avevano deciso di condividere perfino la politica degli spot, perlomeno nel caso di alcuni eventi straordinari, e la gestione delle presenze di esponenti politici nei programmi di punta della prima serata elettorale.
VERTICI A CONFRONTO
Venerdì 1° aprile, vigilia della scomparsa di Giovanni Paolo II, alle 11.42, queste "affinità elettive" sembrano materializzarsi ai massimi livelli aziendali. La responsabile dei palinsesti Rai, Debora Bergamini, chiama il responsabile dell´Informazione Mediaset, Mauro Crippa. «Debora – annota un militare delle Fiamme gialle nel suo brogliaccio depositato agli atti del processo sul fallimento della società Hdc – dice che Cattaneo (ndr, direttore generale Rai) ha parlato con Piersilvio (ndr, Berlusconi) e si sono accordati per dare coerenza ai palinsesti in relazione a una presunta notizia della morte del Papa. Debora dice di sospendere tutti gli spot e poi di modificare tutto in relazione a ciò».
Trascorre poco più di mezz´ora e la Bergamini ricontatta Crippa. «Parlano di nuovo dei palinsesti e Mauro dice che sta andando in riunione da Piersilvio. Debora comunica i palinsesti della Rai». Aggiunge anche «di non indicare alcun politico nelle trasmissioni». Alle 12.34 nuovo contatto. Questa volta la dirigente Rai decide di «aggiornare Mauro alla luce della conferenza stampa e dice che trasmetteranno gli spot regolarmente ad esclusione delle trasmissioni riferite al Papa». Quando, a metà pomeriggio, da viale Mazzini si decide di rifare la scaletta dei programmi (ore 16.12), la Bergamini viene contattata, quasi in tempo reale, da Crippa. L´importanza strategica del ruolo della Bergamini appare evidente alle 17.50. «Un uomo (telefono intestato a ministero dell´Interno) per Debora: parlano del Papa e del fatto che le elezioni verranno comunque effettuate. Poi accennano ai sondaggi elettorali». Una rassicurazione importante in vista del tour de force che attende la tv di Stato in vista delle elezioni regionali.
LA PAURA DELLE URNE
Il 2 aprile, alla vigilia del voto, alle 16 Debora chiama Benito (con tutta probabilità Benassi, numero due del marketing Rai). «Dice che Nardello (ndr, responsabile del palinsesto di viale Mazzini) è molto nervoso. Benito ha intuito che il d.g. (ndr, Cattaneo) vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia più confusione possibile per camuffare la loro portata». La lunga mano di Debora arriva anche sulle frequenze radiofoniche. In serata, dopo le 18, un uomo per Debora: « un dipendente Rai che lavora nel settore radiofonico. Parlano dell´organizzazione dei palinsesti radiofonici Rai». Non passa mezz´ora e Debora ricontatta ancora una volta Mauro Crippa: «Parlano dei rispettivi palinsesti. Debora dice di aver sentito Antonio Socci (ndr, giornalista e conduttore televisivo)».
Nella mattina di domenica 3 aprile, «in sottofondo voce di Debora che dice che Bondi e Cicchitto sono coscienti». Forse anche nel Palazzo trapelano i primi exit poll che riportano la netta supremazia dell´Ulivo sulla Casa delle Libertà. Ma si può solo ipotizzare. Alle 12.06 Debora per Giovanni: la donna «dice che ha finito ora la riunione di palinsesto. Giovanni vorrebbe dirle delle cose a voce che dovrebbe riferire anche al presidente. Giovanni si trova nella redazione di "Punto a Capo" al Clodio». Poco dopo le 19, ancora Debora per Nardello: la donna «gli chiede come mai è stata spostata la riunione con il direttore generale e lui dice perché devono andare alla camera ardente del Papa. Debora gli chiede se andrà anche Paglia (ndr, probabilmente Guido, altro manager Rai) e lui risponde che è stato lui ad organizzare la visita».
A 24 ore dall´ufficializzazione del voto regionale, il sondaggista del Cavaliere, Luigi Crespi, corre in soccorso dell´amica Debora: «Parlano di sondaggi elettorali. Crespi dice che se verranno confermate le proiezioni negative delle elezioni lui la farà lavorare da lui».
IL TRACOLLO
Martedì sembra un fuggi fuggi generale. Alle 15.48, la Bergamini per Benassi: «Debbi si lamenta perché tutti la chiamano facendole coraggio sulla situazione elettorale. Debbi dice che ha cercato Cattaneo ma che non lo ha trovato». Alle 17 ancora la Bergamini per tale Riccardo: «Parlano di politica e commentano gli articoli che hanno pubblicato sui giornali. Debbi dice che la situazione politica di adesso sembra quella di Mediaset quando era indebitata ed è stato deciso contro la sua volontà di collocarla sul mercato (fu fatta una cessione e risanata la parte organizzativa e i conti) e Debbi dice che occorre anche per il governo un´operazione anche contro la sua volontà. Debbi dice che i risultati dell´Udc sono stati occultati; parlano di politica e di personaggi politici».
Alle 18.24 la discussione sembra spostarsi addirittura sulle benedizioni politiche che personaggi noti devono avere per presentarsi nei programmi di prima serata. E non importa se a discuterne, da quanto risulta dai brogliacci, siano due funzionari Rai. Benito per Debora: «Parlano del palinsesto del 6 aprile. Benito dice di aver sentito Delogu (ndr, probabilmente il senatore di An Mariano), rispetto alla presenza di Rossella in prima serata su Canale 5».
Alle 19.45 Fabrizio per Debbi: «Fabrizio dice che Marinella (ndr, con tutta probabilità segretaria personale storica del Cavaliere) ha chiamato Guido e che gli ha fissato un appuntamento con il Dottore. Debbi dice che è strano questo». Alle 22.05, mentre il Cavaliere a sorpresa appare tra gli ospiti di "Ballarò", la dirigente Rai commenta con una interlocutrice la mossa, che sembra non convincerla. «Comunque sta dimostrando di essere vivo e soprattutto di avere coraggio... II problema semmai è nelle cazzate che è capace di dire, e forse era il caso di prepararsi meglio!!».
L´11 aprile alle 17 Clemente (ndr, probabilmente l´allora direttore del Tg1 Mimun) per Debora. Il messaggio non è chiaro, si può solamente intuire. Le elezioni regionali perse dal Polo risalgono, ormai, a una settimana prima. «Lei gli chiede se fa un lavoro sui giornalisti e lui risponde di spiegargli meglio; parlano di politica e televisione».