Il Sole 24 Ore 20/11/2007, pag.14 Guido Gentili, 20 novembre 2007
Sulle pensioni possibili sorprese bipartisan. Il Sole 24 Ore 20 novembre 2007. Nell’Italia delle porte girevoli politiche potrebbe accadere anche l’impensabile
Sulle pensioni possibili sorprese bipartisan. Il Sole 24 Ore 20 novembre 2007. Nell’Italia delle porte girevoli politiche potrebbe accadere anche l’impensabile. Fallito l’obiettivo di far cadere il Governo Prodi sulla Finanziaria al Senato, gli spezzoni dell’ormai ex Casa della libertà potrebbero ritrovarsi nella condizione di battere l’Esecutivo sul tema del welfare. E chissà che un passaggio del genere, mentre s’infittisce la trama di un confronto diretto tra Veltroni e Berlusconi, non contribuisca a sfociare, più che nell’ipotesi di elezioni a breve, in un Governo di "larghe intese" con l’obiettivo di rimettere subito mano alla riforma della legge elettorale. Fantascienza? Non proprio. Alle Camere, da qui al 31 dicembre, si annuncia un percorso di guerra. Il tempo è poco. La Finanziaria è uscita da Palazzo Madama ingrassata di due miliardi: per evitare un altro rischioso passaggio al Senato dovrebbe transitare alla Camera senza modifiche. Impossibile: ad esempio, le norme sulla class action (incredibilmente approvate al Senato con un emendamento) saranno riviste e la Finanziaria dovrà tornare a Palazzo Madama. Ma è il terreno del welfare ad essere foriero di sorprese. Lunedì prossimo il disegno di legge "collegato" alla Finanziaria che recepisce l’accordo raggiunto il 23 luglio scorso tra Governo, sindacati e imprenditori arriverà in aula alla Camera e sbarcherà a dicembre iniziato al Senato. Va ricordato che questo ddl prevede, tra l’altro, l’abolizione dello "scalone" Maroni sulle pensioni che è previsto scattare per legge dal primo gennaio 2008. Difficile, per non dire impossibile, pensare a uno stralcio del provvedimento e all’imposizione di un voto di fiducia. Il Quirinale sorveglia con attenzione sul tema, e i precedenti non vanno in questa direzione. Anzi. Nel 1994 l’allora Presidente Scalfaro impose al Governo Berlusconi (ministro del Tesoro Lamberto Dini) di togliere la riforma delle pensioni dalla legge finanziaria e di travasarla in un ddl aperto alla discussione. Confronto in Parlamento: ecco il punto. Il Governo, in questo sostenuto da sindacati e Confindustria, punta ad approvare così com’è il ddl-protocollo. Ma sa bene, in linea di principio, che le Camere sono "sovrane". E sa bene che all’interno della maggioranza si confrontano due linee, quella verde-comunista e quella riformista, su cui Dini ha piantato una bandiera politica. Prodi si è già dimostrato abilissimo nell’arte mediatoria, ma la sinistra (che vuole norme prescrittive evitando la delega prevista dal ddl) punta ad esempio a modificare le norme sui lavori usuranti, mentre i riformisti chiedono una deroga sul taglio del "lavoro a chiamata". Sullo sfondo, inquietante, il tema della copertura finanziaria dell’intero ddl. La strada è stretta. Per tutti. poco ragionevole immaginare sia che la sinistra rinunci alla battaglia sia che i riformisti possano accettare modifiche "in peggio" del ddl. Ed è da valutare anche l’iniziativa dei radicali, che sostengono il compromesso raggiunto con il Protocollo del 23 luglio. Nel caso di passaggi sgraditi e concessioni a sinistra, sono già pronte le mozioni parlamentari che impegnano il Governo a tenere fermo lo scalone Maroni e innalzare poi gradualmente l’età pensionabile a 65 anni entro il 2018. Il centro-destra, oggi in pezzi, potrebbe così ritrovarsi, quasi per caso, alleato dei riformisti dell’Unione dopo la sconfitta della Finanziaria. Con un nuovo finale tutto da scrivere. Guido Gentili