Mario Calabresi, la Repubblica 21/11/2007, 21 novembre 2007
dal nostro corrispondente Le luci di Broadway sono spente, «la tristezza minaccia le feste». Il titolo è del New York Times e occupa la prima colonna della prima pagina
dal nostro corrispondente Le luci di Broadway sono spente, «la tristezza minaccia le feste». Il titolo è del New York Times e occupa la prima colonna della prima pagina. Nevischia durante il decimo giorno di sciopero, al posto della coda per i biglietti c´è solo una ragazza di origine vietnamita con gli scarponcini e il berretto di pelo che va avanti e indietro con il suo cartello. Annuncia quello che tutti già sanno: i teatri resteranno ancora chiusi. Niente spettacoli, niente folla, nessun assalto ai ristoranti, prenotazioni cancellate negli alberghi. La lotta che oppone i proprietari dei teatri e i produttori degli show alle maestranze che stanno dietro il palcoscenico si è fatta durissima e ha cancellato ogni rappresentazione per i giorni di festa. Le luci spente dei musical nella settimana di Thanksgiving, domani è il Giorno del Ringraziamento, vengono vissute come se a Riccione scioperassero i bagnini e chiudessero le spiagge a Ferragosto. Uno choc per la città e per i turisti. Broadway e Times Square da cento anni sono soprattutto luccichio e lustrini, lunghe code, abiti da sera comprati per l´occasione da chi arriva dall´America profonda, foto ricordo, ristoranti pre-teatro e un drink dopo lo spettacolo. Ma soprattutto una macchina da soldi spaventosa, che lo scorso anno ha fatturato 986 milioni di dollari di soli biglietti venduti. I musical cancellati sono 27 e le perdite sono gigantesche: i mancati guadagni per la città, secondo le stime dell´ufficio del sindaco, sono di almeno due milioni di dollari al giorno a causa dello sciopero, non solo in mancati incassi teatrali, ma perché tutta la giostra che ruota intorno a Broadway si è fermata. Gli effetti collaterali si leggono sulle facce di chi lavora in quello spicchio di Manhattan che, chiuso ai lati tra Broadway e l´Ottava Avenue, procede dalla 44esima alla 50esima strada. Sono i modi nervosi del custode del parcheggio Central, che non è mai vuoto nonostante chieda 16 dollari all´ora e dica no ai Suv che gli prendono troppo spazio. Questa sera è deserto. Sono le boccate lente dalla sigaretta che la cassiera della trattoria di cucina romana Scarlatto si può permettere ferma sul marciapiede: «Per cercare di attirare clienti abbiamo cominciato a fare il 15 per cento di sconto ogni sera». lo sguardo perduto della manager della nuova pizzeria Serafina, aperta dentro il Time Hotel sulla 49esima: «Non siamo stati molto fortunati, abbiamo inaugurato insieme allo sciopero, e nel quartiere è crollato tutto». Sono crollate le prenotazioni negli alberghi, le corse in taxi, la vendita di souvenir e perfino le gite sull´autobus a due piani. Ma soprattutto è andato in fumo il più grande incasso della stagione dopo quello della settimana tra Natale e Capodanno. A Thanksgiving lo scorso anno i teatri di Broadway incassarono più di 23 milioni di dollari. Craig Van Tassel è l´ingegnere del suono di "Spring Awakening", lo spettacolo dell´anno, vincitore di otto Tony Awards, e fa il picchetto di fronte al teatro. S´illumina a parlare dello spettacolo: « una storia di giovani di fine Ottocento con una portentosa colonna sonora rock, una delle cose migliori a cui ho lavorato e sono vent´anni che passo le mie serate qui dentro». Ma non fa sconti ai padroni delle luci: «Il guadagno dei quaranta principali teatri di Broadway nel 2006 ha sfiorato il miliardo di dollari, non c´è crisi ma vogliono tagliare di quasi il quaranta per cento i posti di lavoro e i nostri stipendi. E non per abbassare i prezzi dei biglietti, ma per farsi un po´ più ricchi». Per capire di cosa stiamo parlando basta fare i conti in tasca a una coppia tipo, che abbia deciso di scendere a Manhattan per vedere un classico come "Grease": il posto meno caro in platea costa 111 dollari, una cena a prezzo fisso prima dello spettacolo parte da 29 dollari, il parcheggio per tutta la serata altri 29 dollari, due drink al bar dell´hotel «W» a Times Square 16 dollari, la felpa nera con la scritta rosa e il cappuccio per lei 45 dollari e una maglietta ricordo per lui 30 dollari. Totale, senza calcolare le spese di viaggio, 400 dollari. Per una serata. Ora è chiaro cos´è in discussione. I produttori però sono stanchi di dividere questa ricchissima torta con una categoria che si tramanda il lavoro di padre in figlio come i pompieri e i poliziotti di New York, una categoria che guadagna in media 150 mila dollari l´anno e che è accusata di voler continuare a impiegare lo stesso numero di persone che lavoravano dietro le quinte prima dell´arrivo del computer. Craig cerca di spiegare ai turisti infastiditi che la colpa non è loro, racconta di quanto costi vivere a New York, ma molti che sono rimasti senza spettacolo non hanno voglia di capire. L´ultima frontiera della battaglia si combatte intorno al Grinch, il mostro delle feste che ruba il Natale, porta via i regali e gli alberi addobbati ai bambini, ma alla fine si converte e viene conquistato dalla festa. Su questa storia famosissima in America hanno costruito un musical che solo questa settimana doveva avere ben 15 repliche. Il titolo dello spettacolo è "Come il Grinch rubò il Natale" e i nemici dello sciopero hanno gioco facile a dire che gli scioperanti hanno rubato la festa e le luci di Broadway. Il New York Post di Rupert Murdoch ieri titolava il suo editoriale «Uccidendo Broadway» e attaccava: «Il Grinch ha rubato il Natale ma ora le maestranze si sono prese il Giorno del Ringraziamento. Si vergognino». L´altro tabloid cittadino, il Daily News pubblica la foto di Athena Ripka, 9 anni, una delle bambine che prendono parte allo spettacolo, mentre piange disperatamente alla notizia che non andrà in scena: «Voglio che finisca, è il mio sogno da tanto tempo salire sul palco, sono tanto triste». La mamma la prende in braccio e ora il produttore tenta il tutto per tutto: far recitare i bambini sulla strada per spaccare il cuore ai passanti. L´unico precedente di uno sciopero così lungo è del 1975, allora il blocco dei teatri durò 25 giorni, ma mai era stato cancellato lo show di Thanksgiving. L´unica che riesce magicamente a volare sopra le polemiche e ad andare in scena è Mary Poppins, il suo New Amsterdam Theatre ha un accordo sindacale separato, così sono tutti in scena. Stefano e Francesca, due giovani fidanzati milanesi in vacanza a Manhattan, sono raggianti, hanno trovato il biglietto per questa sera e avranno avuto il loro musical newyorkese. Ma non a tutti è andata bene. Due ragazze ventenni della Pennsylvania, sbarcate in città per ritirare il visto all´ambasciata francese e per vedere "I Miserabili", convinte che questo serva loro come guida turistica per il viaggio a Parigi, non sanno nulla dello sciopero. Hanno solo le ballerine ai piedi, sono senza calze e mezze gelate, potrebbero essere pronte per una crisi di nervi quando arrivano di fronte al teatro spento. Ma alla vista dei picchetti dello sciopero cominciano a lanciare gridolini stupiti. Sono eccitate dalla novità: «Davvero siete in sciopero? incredibile, da noi non succede mai». Un attimo dopo si stanno facendo fotografare con i cartelli in mano. Il loro souvenir sono riuscite a conquistarlo lo stesso.