Claudio Bressani, La Stampa 21/11/2007, 21 novembre 2007
Sorridente, rilassato, a passeggio con gli amici in zona Navigli, il crocevia della vita notturna di Milano, fianco a fianco con una ragazza bionda
Sorridente, rilassato, a passeggio con gli amici in zona Navigli, il crocevia della vita notturna di Milano, fianco a fianco con una ragazza bionda. E’ Alberto Stasi, il 24enne bocconiano unico indagato per l’omicidio della sua fidanzata, Chiara Poggi, trucidata nella sua villetta il 13 agosto a Garlasco. La sequenza, catturata da un fotografo sabato sera, sarà pubblicata oggi dal settimanale «Chi», ma già ieri il telegiornale di Italia Uno «Studio Aperto» ne ha fornito un’anticipazione. Dalle immagini emerge qualche scambio di sorrisi ma nessuna particolare effusione tra Alberto e la ragazza che gli è accanto in molti scatti. Un’amica, insomma, non la sua nuova fidanzata. «Non sono soli ma insieme alla solita compagnia - spiega uno dei suoi avvocati, Giuseppe Colli - gli amici di sempre, suoi e di Chiara, che gli sono sempre stati vicini e non hanno mai dubitato di lui. Ogni tanto lo vanno a prendere e lo portano fuori perché si distragga un po’, non può stare sempre rinchiuso». La vita riprende a scorrere dunque per Alberto, a cento giorni dal delitto e nonostante l’accusa che continua a pesare su di lui, omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Per settimane, prima che il pm disponesse il fermo il 24 settembre e dopo la scarcerazione quattro giorni più tardi, quando il gip non convalidò il provvedimento restrittivo, Alberto ha fatto vita da recluso, nella sua bella villa di via Carducci, con le imposte sempre chiuse e qualche «paparazzo» appostato fuori dal cancello. Chi era riuscito ad intercettarlo l’aveva incrociato solo nei dintorni dello studio milanese del professor Angelo Giarda o in quello vigevanese di Colli, i suoi legali. Ma ora, pian piano, sta cercando di recuperare una difficile normalità. Gli studi, anzitutto: Alberto qualche settimana fa si è recato alla Bocconi per incontrare il relatore della tesi in Economia aziendale, che avrebbe dovuto consegnare il 17 agosto, quattro giorni dopo il delitto, e discutere ad ottobre. Proprio a quella tesi stava lavorando - così ha assicurato - la mattina del delitto: il suo alibi, se sarà confermato dalle analisi del computer portatile, un altro indizio contro di lui se invece gli accertamenti dovessero andare, come emerge dalle prime anticipazioni, in senso diverso. Con il relatore Alberto ha concodato le nuove scadenze: la tesi sarà consegnata definitivamente a febbraio per essere discussa nella sessione di marzo. E poi ci sono gli svaghi, come il calcetto: alcune volte, di sera, sarebbe andato a fare una partitella con gli amici in un impianto di Garlasco. «C’è andato - precisa però l’avvocato Colli - ma solo da spettatore, a vedere gli altri giocare». Intanto pm e difesa stanno studiando le 200 pagine della relazione tecnica sugli accertamenti irripetibili consegnata venerdì, 24 ore prima della trasferta serale di Alberto sui Navigli. «Solo lunedì ne abbiamo avuto copia - dice l’avvocato Colli - e l’abbiamo trasmessa al nostro consulente, il professor Avato, per le sue osservazioni. E’ un lavoro molto corposo, ma ad una prima lettura non aggiunge nulla a quanto già sapevamo». Stampa Articolo