La Stampa 20/11/2007, pag.52 IVO ROMANO, 20 novembre 2007
Dottor Cantatore ”Non solo pugni la boxe è testa”. La Stampa 20 Novembre 2007. Pugile di successo, ma non solo
Dottor Cantatore ”Non solo pugni la boxe è testa”. La Stampa 20 Novembre 2007. Pugile di successo, ma non solo. Anche attore, uomo di spettacolo, organizzatore. E ora perfino dottore, con tanto di laurea a pieni voti (110, manca solo la lode) in Scienze Politiche a chiudere un ciclo di studi che ha il sapore dell’impresa. Perché deve essere dura conciliare mille impegni e interessi, portarli avanti al meglio, fino a raggiungere traguardi importanti. Non per Vincenzo Cantatore, 36 anni, pugliese di Santo Spirito ma romano d’adozione, campione europeo dei massimi leggeri, che del detto «volere è potere» ha fatto una ragione di vita. L’ennesima performance d’alto livello stavolta è stata ottenuta ben lontano dal ring: «E’ stata una grande soddisfazione, che mi ripaga dei sacrifici fatti - ha sottolineato Cantatore -. Quando i membri della commissione di laurea si sono complimentati con me, per un attimo ho pensato anche alla lode. Ma va bene così». Come vincere un grande match ai punti, senza il sigillo del ko. Quel che conta è la sostanza: «Mi sento come se avessi conquistato un altro titolo: stavolta parliamo di studi, non di pugilato, ma l’emozione è la stessa». Allo sport ha comunque dedicato l’argomento della tesi, «Lo sport nella società», quasi un dovere, oltre che una questione di affinità: «Chi lo fa per mestiere sa bene quanto conti lo sport nel sociale. L’importante è che se ne colga la vera essenza, senza farsi travolgere dalle storture che purtroppo ci sono apparse dinanzi agli occhi negli ultimi giorni. Il pugilato, poi, è da sempre considerato come la disciplina del sottoproletariato, magari legata a protagonisti della parte peggiore delle società. Ho dimostrato il contrario, che un pugile sa usare il cervello, e non solo sul ring». La laurea come opzione per il futuro, quando sarà tempo di smetterla di dare e prendere pugni? «Al momento la vedo solo come una sfida che volevo vincere, un regalo da fare ai miei genitori che ci tenevano tanto, uno sprone per i miei figli. Giulia, la più grande, ha assistito alla mia tesi di laurea: la mia tenacia nel perseguire questo obiettivo può esserle da esempio per il futuro». Il suo, invece, viaggia su due direttrici. Il pugilato, innanzitutto: «Alla mia età non ho più molto tempo davanti per uno sport duro come il pugilato, che va abbandonato al momento giusto, prima che il fisico cominci a dar segni di cedimento e i rischi ad aumentare. Ora mi attende la difesa del titolo europeo (il 14 dicembre, ndr) contro Johny Jensen, un danese con un palmarès privo di sconfitte. Poi vorrei chiudere in bellezza: il sogno è avere ancora una chance mondiale, altrimenti un altro grande match, come l’ultimo, quello disputato contro Gurov nel cuore dell’antica Roma, dinanzi al Colosseo». Poi, addio alla boxe? «Difficile restare nel giro, il pugilato italiano vive un periodo di crisi. I grandi risultati ai Mondiali dilettanti avrebbero bisogno di un seguito a livello professionistico, ma sembra che ci sia una carenza di organizzatori in grado di vendere il prodotto pugilato. Il mio contributo l’ho dato, dimostrando con il successo su Gurov nel match per l’Europeo al Colosseo che qualcosa si può fare per uscire dalla crisi». Un saluto al pugilato, l’ingresso in pompa magna nel mondo dello spettacolo: «Ci sono entrato già con un piede, presto potrei farlo anche con l’altro. Finora ho rifiutato molte offerte: ”Ballando con le stelle’, ”Notti sul ghiaccio’, ”L’isola dei famosi’. Di recente, però, mi ha chiamato Milly Carlucci per propormi di partecipare a ”Bon Ton’, un programma Rai che partirà presto. Mi sembra che faccia al caso mio. Forse è la volta buona che accetto». IVO ROMANO