La Stampa 20/11/2007, pag.54 Marco Accossato, 20 novembre 2007
DUE ARTICOLI:
Piercing e tatuaggi soltanto se c’è papà. La Stampa 20 novembre 2007. Dal piercer come in sala operatoria. Presto, in Piemonte, tatuaggi e piercing potranno essere fatti solo dopo la firma di un «consenso informato». Come in ospedale prima di un intervento chirurgico, dichiarando di essere al corrente di tutti i possibili rischi della manovra e liberando tatuatori e piercer dall’eventuale responsabilità di infezioni e contagi.
La giunta ha approvato ieri le nuove - e rigide - norme che disciplineranno dal 2008 due pratiche tanto amate soprattutto dai giovani. Regola uno: i minori di 14 anni si scordino tatuaggi e piercing. L’unica richiesta legittima che potranno avanzare è il buco all’orecchio. Da 14 a 18 anni le nuove regole della Regione imporranno la presenza di un genitore mentre l’inchiostro o l’ago colorano o forano la pelle. «Le pratiche invasive nel corpo - si legge nella premessa dell’assessore alla Sanità al regolamento - costituiscono un possibile veicolo di trasmissione di malattie infettive, attraverso il sangue, come quelle prodotte dal virus dell’epatite B (Hbv) e dal virus dell’Aids (Hiv) che a volte sono causa anche di eventi mortali».
Il nuovo regolamento stringe molto le maglie. Innanzitutto, tatuatori e piercer dovranno essere iscritti a un registro regionale, al quale si accederà solo dopo aver superato un esame. Fondamentale aver comunque frequentato almeno la scuola dell’obbligo, prima di qualunque corso di formazione. Per ogni cliente sarà poi obbligatorio compilare una cartella con indicati, accanto ai dati della persona, la sede del trattamento e i materiali utilizzati. Vietato usare anestetici. Vietato utilizzare monili e gancetti con nichel, vietato cancellare i tatuaggi al di fuori di strutture non sanitarie.
Obiettivo del nuovo regolamento - adottato già in altre sette regioni d’Italia - è «la regolamentazione di un’attività finora difficilmente controllabile soprattutto dal punto di vista sanitario», spiegano in Regione. Tatuatori e piercer stranieri o provenienti da altre città d’Italia, non in possesso dell’autorizzazione concessa in Piemonte, potranno lavorare nei nostri centri per sessanta giorni al massimo, non più di due volte l’anno.
Le regole create per tatuaggi e piercing varranno anche per i trucchi permanenti e quelli semi-permanenti. I Comuni dovranno adeguarsi alla nuova normativa entro sei mesi dall’effettiva entrata in vigore della legge.
L’igiene sarà un parametro di verifica - e giudizio - fondamentale nei controlli. Non solo per gli strumenti, che dovranno essere sempre sterili, ma anche per l’ambiente di lavoro. «E’ vietato - si legge a questo proposito nell’articolo 14 - detenere animali all’interno dei locali nei quali vengono svolte le attività».
Saranno le Asl a controllare il rispetto del regolamento: la violazione delle norme si tradurrà in sanzioni pesantissime, da 300 a oltre 10 mila euro di multa, come nel caso di animali trovati in negozio.
Le regole valgono per chi apre una nuova attività, ma anche per chi già gestisce un centro per tatuaggi e piercing. «Entro tre mesi dall’entrata in vigore del regolamento - spiegano in assessorato - si dovrà comunicare l’esistenza dell’attività al Comune e alle Aziende sanitarie di competenza. E iscriversi al primo corso di formazione igienico-sanitaria organizzato dalla Regione o da enti delegati». Per i locali già avviati, e non sempre a norma, sei mesi di tempo per mettersi in regola. Poi scatteranno le sanzioni e saranno staccati i primi verbali.
Marco Accossato
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«E’ giusto mettere ordine sono metodi invasivi». La Stampa 20 Novembre 2007. «Piercing e tatuaggi non possono certo essere definite attività mediche, ma sono comunque procedure invasive: giusto regolamentarle».
Il dottor Paolo Broganelli è dermatologo all’ospedale Molinette.
Regolamentarle addirittura con la firma di un consenso informato?
«E’ bene che chi si sottopone a queste metodiche conosca i pericoli a cui può andare in contro, anche se ultimamente la situazione è molto migliorata su questo fronte. Ed è giusto che tatuatori e piercer siano tutelati da chi può potenzialmente poi rivalersi su di loro».
Da un punto di vista medico, qual è il suo giudizio su piercing e tatuaggi?
«Non c’è alcuna dimostrazione che i tatuaggi facciano male alla pelle, di certo non ci sono evidenze che colleghino questa moda all’insorgenza di tumori. E’ importante, però, che si tenga conto di tre raccomandazioni. Prima: durante l’inoculazione potrebbero essere trasportate infezioni. Seconda: la pelle che non cicatrizza o cicatrizza in modo anomalo potrebbe subire conseguenze negative. Ultima: chi soffre di problemi come ad esempio la psoriasi dovrebbe rivolgersi prima allo specialista».
Il nuovo regolamento prevede anche il divieto di fare anestesie?
«Condivido. L’anestesia è un vero e proprio atto medico».
Giusto anche il divieto all’uso di nichel nei negozi di tatuaggi e piercing?
«Giusto ma non sufficiente. Perché dopo pochi giorni dal buco, il monile messo dal piercer viene sostituito, e chi ci garantisce che non sia poi il cliente a mettere perni e monili che invece contengono il nichel?».