Corriere della Sera 20/11/2007, pag.31 M.Antonietta Calabrò, 20 novembre 2007
«Una sniffata di cocaina distrugge 10 metri quadrati di Amazzonia». Corriere della Sera 20 novembre 2007
«Una sniffata di cocaina distrugge 10 metri quadrati di Amazzonia». Corriere della Sera 20 novembre 2007. ROMA. La cocaina non solo nuoce gravemente alla salute di chi ne fa uso, ma letteralmente «consuma» il mondo. «Chi sniffa danneggia anche te: digli di smettere». Potrebbe essere lo slogan di una campagna pubblicitaria sugli effetti perversi della droga sull’equilibrio ambientale del pianeta. Pochi sanno infatti che per ogni «tiro» di cocaina nei Paesi industrializzati vengono distrutti 10 metri quadri di selva amazzonica. E impiantare un ettaro di coltivazione di coca vuol dire distruggere quattro ettari di bosco. Agli attuali ritmi di consumo mondiale, ciò significa mandare in polvere 240 mila ettari di foresta ogni anno. Ma non è solo il disboscamento a creare la distruzione della foresta che muore anche a causa dell’inquinamento delle falde acquifere causato dell’uso indiscriminato dei solventi necessari per la raffinazione della cocaina a partire dalle foglie di coca. «Se il mondo vuole continuare a respirare, diventa categorico salvare la foresta amazzonica della Colombia, il polmone verde del mondo, cioè la più grande foresta della Terra, con una superficie di 403.384 chilometri quadrati di bosco nativo» dichiara Sabas Pretel de La Vega, ambasciatore del Paese sudamericano in Italia, proprio all’indomani della pubblicazione del rapporto Onu sui disastri ambientali dovuti al surriscaldamento del pianeta. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto globale innescato dall’uso di cocaina, de La Vega domani sera ha organizzato, con l’Alto patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio di Camera e Senato un concerto del premio Oscar, Ennio Morricone. Sarà presente anche Ivan Ramiro Cordoba, giocatore colombiano dell’Inter. «Il nostro progetto "Vita senza droga" è una scelta di consapevolezza e di salvaguardia della vita di tutti» spiega ancora de La Vega. Per la diplomazia colombiana è divenuto prioritario rivolgersi ai cittadini europei, dal momento che, in base ai dati, è ormai l’Europa il principale consumatore di coca colombiana, soprattutto a causa dell’attività criminale della ’ndrangheta italiana. «Fino a pochi anni fa il 60 per cento era consumato negli Stati Uniti e il 40 per cento in Europa: adesso le percentuali si sono invertite », conclude l’ambasciatore. Ci sono anche altre facce del problema. A fine luglio, l’ambasciatore della Colombia insieme a quello del Belize, Nunzio D’Angieri(«Noi purtroppo siamo Paese di transito della cocaina »), hanno organizzato una manifestazione (a Roma ha partecipato il Nobel Rita Levi Montalcini, a Milano il governatore Roberto Formigoni) per la liberazione delle tremila persone rapite dalle Farc e detenute nella foresta colombiana, tra cui la giornalista Ingrid Betancourt. «2.900 ostaggi sono stati catturati per motivi economici e meno di 100 per motivi politici», afferma D’Angieri, «i soldi dei riscatti servono per finanziare l’acquisto di armi e la produzione di coca». M.Antonietta Calabrò