Corriere della Sera 19/11/2007, pag.27 Alberto Pinna, 19 novembre 2007
L’Aga Khan rilancia la sfida Yacht per il record sull’oceano. Corriere della Sera 19 novembre 2007
L’Aga Khan rilancia la sfida Yacht per il record sull’oceano. Corriere della Sera 19 novembre 2007. PORTO CERVO. L’Aga Khan non ha ancora lanciato la sfida ma i bookmakers di Londra già accettano scommesse: riuscirà il suo nuovo megayacht Alamshar a compiere la traversata dell’Atlantico in meno di 48 ore, planando sulle onde a più di 130 chilometri l’ora? A giorni il principe Karim, 49º imam (capo spirituale) di 15 milioni di musulmani ismailiti e uomo fra i più ricchi del pianeta, avrà 71 anni: cavalli e yacht, da sempre la sua grande passione. Alamshar è il nome di uno dei più famosi e premiati purosangue della sua scuderia; Shergar si chiamava un altro cavallo (rapito e mai più restituito negli anni 80) del principe e Shergar si chiama anche l’attuale panfilo di Karim. L’entusiasmo è quello di 25 anni fa quando con l’avvocato Gianni Agnelli fece partire l’avventura di Azzurra, prima barca italiana all’America’s Cup. Il costo di costruzione di Alamshar è 150 milioni di euro; ce ne vorranno altrettanti per organizzare la traversata transatlantica. Il record di velocità è dell’imbarcazione neozelandese «The world is not Enough», 65 nodi (120 chilometri l’ora), anno 2004; ma nell’albo d’oro del Nastro Azzurro (trofeo attribuito a imbarcazioni adibite al trasporto passeggeri, merci o posta) il detentore è Cat-Link V, con 41,2 nodi, tempo di percorrenza 2 giorni, 20 ore e 9 minuti. Il nuovo yacht dell’Aga Khan dovrebbe essere pronto per l’estate 2008, come ha anticipato il Sunday Telegraph, ma per avere conferma che la sfida ci sarà si dovranno attendere nuovi test di velocità e percorrenza. «L’unica cosa certa è che il principe sta facendo allestire un nuovo yacht. Soltanto quando avrà risultati definitivi sulle performance prenderà una decisione»: il comandante Gianfranco Alberini, commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda (il sodalizio che lancerà la sfida) non vuole sbilanciarsi. Su Alamshar, costruito in un cantiere inglese e ora ormeggiato vicino a Plymouth, si sa che è lungo poco meno di 50 metri, ha un dislocamento di 400 tonnellate, ha tre motori turbogas capaci di fargli sviluppare una velocità di 80 nodi (150 chilometri l’ora). Ed è completamente diverso nelle linee dal «fratello maggiore», Destriero, che nel 1992 riuscì ad attraversare l’Atlantico da New York all’Inghilterra in 2 giorni, 10 ore e 34 minuti, velocità media di 98 chilometri l’ora. Sagome alte, più simile a uno yacht di linee tradizionali che a una «Ferrari del mare», scafo in alluminio, a Plymouth pochi sanno che è dell’Aga Khan, dal cantiere DFL/LMD trapela soltanto che «si sta lavorando intorno al progetto 305». Il commodoro Alberini dice qualcosa di più: «I suoi tre motori derivano da propulsori degli elicotteri d’attacco». La novità potrebbe essere il ritorno in mare di Destriero – che è rimasto per anni quasi abbandonato nel canale dei Navicelli, vicino a Pisa – e la sua partecipazione alla sfida transatlantica con un ruolo di assistenza e di training. Fra i misteri su Alamshar c’è anche il «giallo» sui motori, inizialmente forniti dalla Rolls Royce e poi sostituiti con altri propulsori a getti d’acqua costruiti dagli americani Pratt e Whitney. Le punte di velocità non sembra siano state quelle previste dal progetto e l’Aga Khan non avrebbe nascosto la sua delusione. Ancora: durante uno dei test al largo della Cornovaglia si è sviluppato un principio d’incendio. Dopo queste disavventure, sul progetto è calato il mistero. Ma ora, sostituiti i motori, Alamshar ha finalmente toccato i 150 chilometri all’ora ed è pronto per i test conclusivi: la sfida per riportare in Italia il Nastro Azzurro (già conquistato dal Rex nel 1933) sembra più vicina. Alberto Pinna