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 2007  novembre 20 Martedì calendario

LA RAGAZZINA SENZA PUDORE

La Repubblica 20 novembre 2007. Più che un caso letterario Maria Elisabetta Scavia è un caso da Guiness. Perché ha quattordici anni e ha scritto un romanzo di quasi cinquecento pagine, perché racconta di un amore tra una sua coetanea e un sessantenne. Perché descrive scene di sesso spinte ma poi conclude con «E quel che accadde dopo non lo avrebbe più dimenticato», sorvolando sulla fisicità dell´amplesso come facevano nel secolo scorso gli scandalosi fratelli Marie e Fréderic Petitjean de la Rose, in arte Delly. Perché ha letto tutto su Jane Austen, ha deciso che la scuola era soffocante e ha preferito studiare a casa con dei precettori.
Si intitola Se non posso averti il corposo libro (Mondadori, pagg. 443, euro 17) con tanto di cuore trafitto e rose rosse in copertina; è ambientato alla fine del Settecento nell´Inghilterra dei salotti nobili dove le cameriere stringono busti che incrinano le vertebre, i matrimoni sono combinati, gli amici di famiglia mettono le mani nelle scollature delle creature (non è pedofilia ma certo gli estremi per violenza sessuale su una minorenne, per quanto consenziente, ci sarebbero tutti). Decisamente non dalla parte delle bambine, almeno non quelle censite da Loredana Lipperini: la giovanissima autrice non ha come obiettivo quello di diventare simil Winx (le streghette sexy dei cartoni), non aspira a fare la velina e nemmeno crede troppo nel fascino mediterraneo di Nicolas Vaporidis, l´attore che ha (quasi) sostituito Riccardo Scamarcio nel cuore delle teen-agers, grazie al successo di Come tu mi vuoi - applausi di commozione a scena aperta durante la proiezione del film nemmeno fosse Schindler´s List.
Maria E. Scavia, invitata in tv per un confronto con Paola Mastrocola e il suo Più lontana della luna, ha detto a Daria Bignardi che nessun diciottenne potrebbe darle i brividi che offre un signore agée, che gronda stile e buone maniere, esperienza e cultura (lord Bartolomeo Wentworth, il maturo e molto eccitato protagonista ha scritto con Diderot alcune voci dell´Enciclopedia). Capelli lunghi e lisci, naso all´insù come la ragazzina del suo romanzo, Maria E. Scavia ha cominciato a comporre a dieci anni (Melissa P. in confronto è anziana), non ha letto Lolita di Nabokov, ha nel cassetto un´altra opera di ottocento pagine, appartiene ad una famiglia "benissimo" di Milano: il padre Fulvio Maria è erede di una dinastia di gioiellieri. La madre, Roberta, firma accessori di lusso con lo stesso marchio. Tutti e due si sono dichiarati orgogliosi del talento della figlia e non hanno fatto storie sulla sua preparazione erotica. La scena iniziale del romanzo, il ballo di Natale dove Holly si annoia ma incontra il bel tenebroso, seppur acciaccato (è involontariamente comica la frase di lui che dopo un bacio travolgente ammette: «Le mani mi tremano così perché sono indebolite dall´artrosi, ho dei problemi alla schiena e alle spalle»), è il racconto di quanto accade in casa Scavia, così come le descrizioni degli interni e gli arredi sono frutto di molti viaggi di famiglia.
Alla fine comunque i due "sbilanciati" amanti verranno scoperti e a occuparsi del moribondo nobiluomo sarà quella santa donna della moglie, a dimostrazione che Maria Elisabetta-Holly ha già capito come funziona il gioco di coppia.
ALESSANDRA ROTA