La Stampa 19/11/2007, pag.6, 19 novembre 2007
Ahmadinejad: «Potremmo arricchire il nostro uranio in Svizzera». La Stampa 19 Novembre 2007. Per disinnescare la crisi internazionale causata dal suo stesso programma nucleare Mahmoud Ahmadinejad gioca la carta svizzera
Ahmadinejad: «Potremmo arricchire il nostro uranio in Svizzera». La Stampa 19 Novembre 2007. Per disinnescare la crisi internazionale causata dal suo stesso programma nucleare Mahmoud Ahmadinejad gioca la carta svizzera. Il presidente iraniano, a margine del vertice Opec di Riad ha fatto proprio il piano di alcuni Paesi arabi di creare un consorzio internazionale per produrre il combustibile nucleare per le centrali iraniane aggiungendo l’idea di produrlo in una paese noto per la sua neutralità. «Ne parleremo con i nostro amici», ha dichiarato Ahmadinejad con riferimento ai paesi arabi, secondo il sito web della Bbc. Le parole di Ahmadinejad seguono il percorso tracciato con la proposta del presidente della Confederazione elvetica, la signora Micheline Calmy-Rey, che si è offerta di interpretare il ruolo di mediatrice tra gli Stati Uniti e Iran. A quest’ultimo paese, ha spiegato Calmy-Rey, deve essere garantito il diritto all’uso del nucleare a scopi civili per produrre energia. Washington è convinta che il programma nucleare iraniano, tenuto nascosto per diciotto anni, serva a Teheran per dotarsi della bomba atomica e per questo intende andare avanti con una terza tornata di sanzioni. A Riad il presidente iraniano ha anche dichiarato che Teheran non intende «usare il greggio come un arma» di pressione ma ha avvertito senza lasciare spazio a fraintendimenti che se «l’America ci attaccasse sapremo come reagire». I mercati, sensibili a ogni minimo accenno di elemento perturbativo temono che un’eventuale attacco Usa non solo potrebbe portare alla sospensione delle esportazioni del quarto esportatore Opec ma anche al blocco dello stretto di Hormuz, la rotta attraverso la quale passa la quasi totalità del petrolio del Golfo, che controllabile dagli iraniani per ragioni geografiche. Ma Ahmadinejad ostenta ottimismo: «Prevedo che non scoppierà alcuna guerra nella regione», ha detto il presidente.