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 2007  novembre 19 Lunedì calendario

LA BATTAGLIA DEL MAGENTA

La Stampa 19 Novembre 2007.
Minima
Di chi è il magenta? Della Deutsche Telekom, che l’ha registrato come colore di proprietà, per cui la T del suo marchio appare un cremisi carico? Oppure il colore è invece di chi lo vede? La questione generale del brevetto del colore può essere riassunta così: non si può brevettare un colore come «sensazione»; nessuno può dire «quel colore che vedo è mio». Al contrario, si può brevettare la composizione chimica di un determinato colore. Yves Klein, l’artista francese, attraverso il fratello, che era chimico, brevettò un monocromo blu oltremare: blu Klein. Ma che colore è il magenta? Un tipo di rosso realizzato da un chimico francese nel 1859, subito dopo la battaglia di Magenta, vicino a Milano, dove le truppe francesi e piemontesi sconfissero durante la seconda Guerra d’Indipendenza gli austriaci.

La somma di rosso e blu
Il nome ricorda i calzoni degli zuavi di Napoleone III che combatterono, ma anche il sangue versato: furono migliaia i morti. In Italia fu chiamato anche Solferino, dalla battaglia. Sino a quel momento il magenta era una delle varie gamme del rosso, meglio della porpora, colore antico. Il magenta non esiste infatti come colore dello spettro: è la somma della lunghezza d’onda di due diversi colori, rosso e blu. Non è un colore puro, bensì impuro. Gli specialisti ci ricordano che è un colore sottrattivo e non additivo. Nel corso della civiltà occidentale, almeno sino al Medioevo, la porpora era un colore dai confini imprecisati: rosso, scarlatto, violetto, turchino, rosa-violaceo; è il sangue, il cielo al tramonto e anche il mare carico di tempesta. il colore dello status-symbol: spetta ai re, agli imperatori, ai cardinali. Potere e porpora avanzano di pari passo (La porpora, a cura di O. Longo, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 1998).

Non si può brevettare
Oggi l’erede della porpora sarebbe in realtà il fucsia, che possiede una brillantezza che quel rosso non aveva. Nel simbolo DTelecom il magenta trapassa infatti nel fucsia, colore abbinato al gusto femminile: smalti, tessuti elasticizzati, accessori. Colore esuberante, persino sfacciato, il fucsia deve a sua volta il suo nome a una pianta, un cespuglio dai bellissimi fiori penduli rossi e azzurro-violacei. Attualmente si usa la fucsina, una sostanza colorante sintetica. In inglese il termine adoperato è l’equivalente del violetto, e nel sistema di colori Mansell - il più usato nel mondo -, basato su 5 colori, il magenta-violetto è il quinto. Oggi il fucsia è essenziale in tutti i processi della stampa a colori in tricromia. Come ha osservato Narciso Silvestrini, teorico del colore, il fucsia è il vero padrone della «sintesi sottrattiva». infatti il colore della sintesi di stampa assieme al giallo e al celeste (o azzurro); ed è dal fucsia che si ottengono tutti i tipi di rosso. Si può brevettare tutto questo ed essere i soli padroni del rosso-porpora-magenta-fucsia?
Penso proprio di no.
Marco Belpoliti