Luca Iezzi, la Repubblica 14/11/2007, 14 novembre 2007
ROMA - L´Europa è troppo dipendente dal gas, l´Opec non aumenterà la produzione di petrolio e l´Italia cerca il proprio futuro nella ricerca su carbone e nucleare
ROMA - L´Europa è troppo dipendente dal gas, l´Opec non aumenterà la produzione di petrolio e l´Italia cerca il proprio futuro nella ricerca su carbone e nucleare. Ieri il ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e il segretario all´Energia americano Samuel Bodman hanno firmato un protocollo per lo scambio d´informazioni e l´attività congiunta di ricerca su carbone pulito, nucleare di quarta generazione, idrogeno e bioenergia. Ma ieri al dal 20° congresso dell´energia in corso a Roma si è parlato soprattutto di presente: il petrolio è tornato intorno ai 91 dollari al barile, ma Bodman ha chiesto al cartello dei produttori di un aumento della produzione. Immediata la risposta dei ministri per l´Energia algerino e del Qatar anche loro presenti: i capi di governo dell´Opec che si incontreranno a Riad nel fine settimana non parleranno di far crescere l´offerta, mentre il presidente di Saudi Aramco, Abdallah S. Jumah ha dichiarato che le riserve convenzionali e non garantiscono petrolio per altri 200 anni. L´ad dell´Eni Paolo Scaroni ha invece concentrato la sua attenzione sul gas e sull´eccessiva dipendenza che l´Europa ha sviluppato da questa materia prima che la rende esposta a rischi carenza. Inoltre per lui il costo del metano è destinato ad aumentare nel giro di sei mesi, sulla scia lunga delle quotazioni del greggio e ha sottolineato «le liberalizzazioni non abbassano i prezzi». Il vice presidente di Gazprom, Alexander Medvedev, gli ha dato man forte, sottolineando che l´idea di separazione delle reti dagli operatori è una scelta preoccupante «che avrà ricadute negative per la sicurezza europea». Al contrario Salvatore Zecchini, presidente del Gestore del mercato elettrico italiano ha dichiarato che nei mercati dell´Unione «il livello di liberalizzazione raggiunto resta poco soddisfacente in quanto gli incumbent mantengono una posizione dominante». Per lenire la carenza di gas oggi il vertice intergovernativo ad Alghero tra Italia e Algeria darà il via libera definitivo a un nuovo gasdotto da 8 miliardi di metri cubi entro il 2012 che dall´Africa raggiungerà Sardegna e Toscana. All´incontro ci saranno i due capi di governo, il presidente l´algerino Abdelaziz Bouteflika e al presidente del Consiglio Romano Prodi, ma anche cinque coppie di ministri: Esteri, Difesa, Interno, Sviluppo economico e Commercio internazionale. Il gasdotto Galsi è già in stato avanzato di progettazione: 900 km di lunghezza e tre miliardi di euro di costo. I soci che gestiranno l´infrastruttura sono: l´algerina Sonatrach (36%) Edison (18%), Enel (13,5%), Wintershall (13,5%), Regione Sardegna (10%) e Hera Trading (9%). Il ministro algerino Chakib Khelil ha sottolineato l´interdipendenza tra paesi produttori e consumatori. Concetto ribadito da Bersani che ha proposto un patto che impegni i primi a ridurre i consumi e fornire tecnologie mentre i secondi a garantire prezzi stabili e ragionevoli.