Goffredo De Marchis, la Repubblica 14/11/2007, 14 novembre 2007
ROMA - il giorno dei conti nel Partito democratico. Sul tavolo del tesoriere Mauro Agostini arriva la Finanziaria del 14 ottobre, il rendiconto dei soldi incassati alle primarie
ROMA - il giorno dei conti nel Partito democratico. Sul tavolo del tesoriere Mauro Agostini arriva la Finanziaria del 14 ottobre, il rendiconto dei soldi incassati alle primarie. Le prime sommarie notizie non sono affatto positive per il sindaco di Roma. Le aspettative rischiano seriamente di andare deluse, l´avviamento del Pd potrebbe rivelarsi, sul piano economico, più faticoso del previsto. Ma Agostini (e Veltroni dunque) vuole vederci chiaro, soprattutto sul capitolo delle spese, che a occhio appaiono enormi. Una bozza della "manovra" è stata già esaminata nel corso di un vertice preliminare, ieri pomeriggio. L´incasso totale si aggira intorno ai 4 milioni, risultato dei 3 milioni e 554 mila 169 votanti (chiamati a versare la quota minima di un euro) più le offerte volontarie. Evidentemente, le generosità dei cittadini è stata minima, si calcola che alla fine la media di versamento per persona sia 1,10-1,20 euro. Nel primo caso il totale è di 3 milioni 850 mila, nel secondo di 4 milioni e 200 mila. Da qui si ricava la previsione (provvisoria naturalmente) della cifra tonda: 4 milioni. il punto di partenza. Da qui in poi cominciano i dolori. Al bilancio finale vanno sottratte le spese sostenute a livello nazionale e locale dai vari comitati per le primarie, comitati che si poggiavano soprattutto sulla struttura dei Ds e della Margherita. Il calcolo approssimativo è che quel giorno (e nelle settimane precedenti) siano stati spesi i due terzi o i tre quarti della cifra complessiva incassata. Vale a dire una somma tra 2 milioni e settecentomila e 3 milioni di euro. Come? Per le schede di voto, per i gazebo, per la campagna informativa (affissioni, messaggi, Internet). Su questo rendiconto si concentrano le attenzioni dei collaboratori più stretti di Veltroni. Perché nelle mani del Pd, tolte le uscite per una macchina in effetti imponente, rimane ben poco. E in quelle dello stato maggiore di piazza Sant´Anastasia (dove ha sede il loft del partito) ancora meno. Con i due terzi "volatilizzati" nell´organizzazione del 14 ottobre, al Partito democratico rimarrebbero 1 milione e 333 mila euro. Con i tre quarti, un milione secco. Qui interviene il regolamento delle primarie, approvato dai partiti fondatori e dagli ambasciatori di Romano Prodi. Il 30 per cento dell´incasso "netto" resta agli organismi regionali del Pd, un altro 30 va a quelli provinciali e il 40 per cento è destinato alla struttura nazionale. Il conto è semplice, soprattutto per il segretario. una "dolorosa", come si chiama la ricevuta del pasto in Spagna. Nel migliore dei casi, nella cassa del loft, entrerebbero 520 mila euro, nel peggiore 400 mila. Cioè, il 10 per cento dell´incasso totale. In parole povere, le briciole. Stamattina Agostini incontra il comitato delle primarie per una prima verifica sul bilancio delle primarie. In questa fase di rodaggio, c´è molta cautela nello staff del segretario. Va detto che il 60 per cento destinato alle strutture locali è comunque un budget del Pd, tanto più che il partito nasce con vocazione federale e con segretari regionali eletti dai cittadini. Ma l´argomento soldi, nella fase di passaggio prima da Ds e Margherita alla lista unica dell´Ulivo e ora al Partito democratico, è sempre stato molto delicato. Segnato da scontri tra tesorieri, rotture e intese sul filo di lana. L´incasso del 14 ottobre è uno dei banchi di prova di passaggio indolore dalla vecchia alla nuova gestione.