Varie, 1 agosto 2007
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FRAGOMENI Giacobbe Milano 13 agosto 1969. Pugile. Ex campione del mondo Wbc dei massimi leggeri (non si può pesare più di 91 chili), titolo conquistato il 24 ottobre 2008 (contro il ceco Rudolf Kraj, abbandono all’8° round per ferita) e perso il 21 novembre 2009 (ai punti contro l’ungherese Zsolt Erdei) • «[
FRAGOMENI Giacobbe Milano 13 agosto 1969. Pugile. Ex campione del mondo Wbc dei massimi leggeri (non si può pesare più di 91 chili), titolo conquistato il 24 ottobre 2008 (contro il ceco Rudolf Kraj, abbandono all’8° round per ferita) e perso il 21 novembre 2009 (ai punti contro l’ungherese Zsolt Erdei) • «[...] Gabibbo milanese [...]» (Riccardo Crivelli, ”La Gazzetta dello Sport” 31/7/2007) • «[...] sul ring con la maglietta di Gattuso (’ calabrese come me, un cagnaccio che non molla mai come me: abbiamo molti amici in comune [...]”) [...]» (Riccardo Crivelli, ”La Gazzetta dello Sport” 17/11/2007) • «[...] prima del paradiso pugilistico - campione europeo e mondiale tra i dilettanti, [...] tra i professionisti detentore della corona che fu di Cassius Clay- ha visto da vicino l’inferno della vita. Prima di mettere piede nella storica palestra milanese Doria di via Mascagni, il ragazzone di origine calabresi cresciuto nel problematico quartiere Stadera, periferia sud di Milano, ha vissuto in una famiglia in cui il padre si ubriacava e picchiava senza tregua la mamma e le sorelle. Lui, tra i 18 e i 20 anni, si è sparato canne, calato acidi e sniffato coaina ed eroina, e ha pure avuto la tentazione di suicidarsi durante la naja. Quando entra alla Doria per la prima volta, Giaco pesa 120 chili, ansima per rincorrere il tram e non ha un’alta considerazione di sé. Vuole dimagrire, smettere di bere e drogarsi. E ce la fa: 18 anni dopo alza la cintura iridata della sigla Wbc [...] per tutta l’infanzia e l’adolescenza aveva l’incubo della sirena: quando ne sentiva una, pensava che una gazzella o un’ambulanza fossero dirette a casa sua, richiamate dall’intemperanze paterne. Stremata dal clima casalingo, la sorella Maria Letizia di droga ci muore e l’altra, Edda, sparisce. Il babbo muore all’inizio del 1990, lui è ancora a militare. "Se abbiamo sofferto? No. Sinceramente. Per me non è stato un padre". Una positiva influenza la esercita invece il maestro della Doria, Ottavio Tazzi, che Giaco da sempre chiama ”nonno”. E fondamentale per la crescita sul piano tecnico e sportivo si rivelerà Patrizio Oliva, l’ex campione olimpico di Mosca 1980, che lo guida e fa di Fragomeni il primo dilettante italiano a vincere un mondiale all’estero: succede a Minsk, in Bielorussia, contro il favoritissimo idolo di casa, nel 1998. Ma siccome la trama rischia di farsi troppo semplice, quando tutto sembra andare per il verso giusto ci pensa un tendine del braccio sinistro a lacerarsi e a mettere a repentaglio la carriera. Parecchi medici dicono che sarà un successo portare la borsa della spesa, con quel braccio. Invece un chirurgo testone ci crede, e con il tendine di un cadavere fa il miracolo. Fragomeni torna sul ring nel 2003 e non scende più. A 39 anni sconfigge il ceco Rudolf Kraj [...]» (Maurizio Maggi, ”L’espresso” 14/5/2009).