Mary Roach, Spettri. La vita dopo la morte secondo la scienza, Einaudi, 2006, pp. 230, 13,50 euro, 9 luglio 2007
Tags : Anno 1901. Raggruppati per paesi. Stati Uniti
LIBRO IN GOCCE:
Mary Roach, Spettri. La vita dopo la morte secondo la scienza, Einaudi, 2006, pp. 230, 13,50 euro
Reincarnazione. In India, dove si crede che l’anima dopo la morte torni in un altro essere vivente, svariate persone sostengono di essere la reincarnazione di qualcuno. Si tratta quasi sempre di bambini, che intorno ai due anni cominciano a raccontare storie che non possono aver vissuto e di cui si dimenticano verso i cinque anni. Si sa però di famiglie povere che s’inventano storie di reincarnazione sperando che i parenti della personalità precedente, scelta in genere per le sue ricchezze, si sentano economicamente in debito con i nuovi congiunti del defunto.
Scuse. La scusa della reincarnazione talvolta può essere tirata in ballo per evitare un matrimonio sgradito. E’ il caso di una donna ammalata che affermava di essere morta "per un po’" e di essersi poi risvegliata con una nuova anima. Essendo dunque un’altra, non poteva continuare a vivere e coricarsi con il marito.
Gesù. Secondo lo scrittore new age Kevin Williams, Gesù sarebbe una reincarnazione di Buddha.
Malfattori. Le Leggi di Manu, testo dell’Induismo risalente al 55 d.C., per i malfattori prevedevano le seguenti reincarnazioni: chi ruba il fuoco diventa una specie di airone, chi ruba utensili domestici si reincarna in una vespa, chi ruba i panni stesi rinasce in un uccello che si chiama jivijivaka. Se si ruba della seta, del lino, del cotone, una mucca o della melassa ci si reincarna, rispettivamente, in una pernice, in una rana, in un chiurlo, in un’iguana, o in un uccello vagguda. Incauto inoltre quel brahmino che tralasci "i doveri che gli sono stati assegnati": costui rinascerà nel fantasma Ulkamukha, il mangiatore di vomito.
Bilancia. Tra i tanti che tentarono di dimostrare l’esistenza dell’anima ci fu Duncan Macdougall, stimato medico chirurgo del Massachusetts vissuto tra Ottocento e Novecento. Sua convinzione era che nel momento della morte si potesse registrare la fuga dell’anima dal corpo grazie a una perdita di peso. Nel 1901 preparò un esperimento in una Casa di Consunzione, dov’erano ospitati i tubercolosi all’ultimo stadio. Insieme a due aiutanti Macdougall sistemò un lettino sul piatto di una grande bilancia. Alle 17 e 30 del 10 aprile 1901 fu dichiarata imminente la morte del paziente numero 10: un maschio di "corporatura normale e temperamento americano standard". Per tre ore e 40 i tre medici lo guardarono morire e quando quello spirò registrarono un calo di peso di 21 grammi. Macdougall negli anni successivi provò a ripetere l’esperimento, ma non ottenne risultati.
Peso e volume. Nel 1998 Donald Gilbert Carpenter dedicò un intero libro al problema del peso dell’anima (Physically Weighing the Soul). Secondo i suoi calcoli il rapporto fra peso dell’anima e peso del corpo alla nascita è di 1 a 140. Con complicate equazioni arrivò a sostenere che l’anima media di un cane pesa un grammo, quella di Gesù 364 grammi. Carpenter calcolò anche il volume dell’anima umana. Il suo ragionamento: il neonato più piccolo in grado di sopravvivere pesa 283,5 grammi e ha un volume di tre decilitri. Il volume della sua anima sarà identico al volume del corpo perché se fosse maggiore "fuoriuscirebbe dal corpo". Fa eccezione ancora una volta Gesù, che alla nascita avrebbe avuto 5,25 litri di anima.
Medium. Per dimostrare la possibilità di comunicare con i morti si è pensato anche a ”test postumi”. Per esempio quello di Thomas Lynn Bradford. Questi era descritto in certi casi come ingegnere, in altri come attore comico e drammatico e in altri ancora come detective-medium. Secondo un articolo del New York Times, Bradford aveva messo un’inserzione su un giornale di Detroit cercando persone interessate al tema della comunicazione con i morti. Rispose una Ruth Doran. I due s’incontrarono e furono d’accordo nel dire che ci volevano "due teste ben sintonizzate, ma una delle due doveva disfarsi del suo manto terreno". Bradford fu ben presto trovato morto suicida, Il New York Times s’interessò per qualche giorno al suo caso finché non fu costretto a titolare: "Silenzio dal morto spiritista".