Varie, 24 giugno 2007
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DE ROSA Gabriele Castellammare di Stabia (Napoli) 24 giugno 1917, Roma 8 dicembre 2009. Storico • «[
DE ROSA Gabriele Castellammare di Stabia (Napoli) 24 giugno 1917, Roma 8 dicembre 2009. Storico • «[...] biografo di Sturzo, innovatore delle metodologia di ricerca sulla storia religiosa, fondatore del Centro studi per la Storia religiosa del Veneto, presidente dell’Istituto Sturzo [...] senatore e così via [...] Dalla Storia politica dell’Azione cattolica pubblicata nel ”53, fino all’impegno, nel 2003, per denunciare la grande carestia provocata dal regime staliniano in Ucraina nei primi anni Trenta, mezzo secolo di pubblicazioni e ricerche hanno lasciato un segno indelebile nella nostra storia culturale e anche sociale. [...] si è laureato in giurisprudenza, ma poi si è dedicato alla ricerca storica. Come è avvenuto il passaggio? ”Se vado indietro con la memoria non trovo un episodio, un libro che mi abbia ”convertito’ alla storia. stato piuttosto un interesse graduale, maturato attorno alle esigenze della vita. Durante il corso ufficiali incontrai altri giovani con i quali si discuteva a lungo, che mi aprirono nuove prospettive culturali, e mi suggerirono anche alcuni nomi di scuole storiche. Tornato dalla guerra in Africa, ammalato, ho letto il saggio di Croce, Perché non possiamo non dirci cristiani: non divenni crociano, ma ritrovai fiducia nella storia della nostra civiltà. Poi venne la Resistenza, e gli anni in cui mi iscrissi al Pci e lavorai a L’Unità… Le velleità letterarie si erano spente, mentre i miei interessi si indirizzavano alle fonti della storia contemporanea. Infine ci fu il rapporto con don Giuseppe De Luca. Insomma, mi sono trovato, ad un certo punto, impigliato nella rete dei discorsi e delle ricerche di tipo storico”. [...] è considerato uno dei più grandi biografi di Sturzo. Come è avvenuto il primo incontro? ”Frequentavo la casa editrice Edizioni di Letteratura - fondata da don De Luca - a cui approdavano persone di notevole levatura. Io ero una specie di giovane apprendista e lì acquistai la consapevolezza della misura del tempo e il gusto di rimettere insieme dettagli, che fa parte di ogni ricerca. Lì cominciai anche a conoscere una trama di scrittori, di storici, di studiosi. Sturzo un giorno andò a casa di don De Luca, e gli chiese di consigliargli un giovane della sua scuola. De Luca gli fece il mio nome, spingendomi così nell’agone. Io ero giovane, e avevo qualche perplessità, ma mi buttai. Sturzo aveva bisogno che facessi per lui ricerche su quotidiani e riviste, che gli cercassi testi, eccetera. Le perplessità sparirono presto, standogli a fianco” [...]è stato anche senatore per una decina d’anni, dall’87 al ”96 [...] ”Quella esperienza mi ha aiutato a capire meglio espressioni che usiamo sempre, come ”fare politica’, ”muoversi in ambito politico’, eccetera. Ma non sono riuscito ad essere un politico, a sentirmi del tutto coinvolto nelle contese, nei lavori che dovrebbero far crescere il livello di una società civile [...] Se ti metti a fare il politico sul serio, non puoi fare lo studioso. Per me la ricerca aveva una forza d’attrazione molto forte: dà più soddisfazione, perché se ben fatta porta risultati. Non scopri l’America, ma riesci a leggere le vicende sociali di un Paese, di una città, di un villaggio, con un’attenzione che attiene soprattutto al fondamento umano che ogni ricerca deve avere. Dovrebbe, cioè, mirare ad essere utile ad accompagnare le trasformazioni della società civile” [...] Qual è il ricordo più piacevole, nella sua lunga carriera e vita? ”Ero tenente, in Libia, stavamo ripiegando e con il plotone ci siamo fermati su un colle sabbioso sopra Tobruk. I miei granatieri volevano finalmente fare un bagno in mare. Mentre erano in acqua, è passato uno Spitfire, rasente alla spiaggia. Terrorizzati, i granatieri si aspettavano di essere mitragliati, invece gli inglesi non spararono. Come mai non ci hanno sparato?, chiedevano. Ed io, tranquillo, risposi: è finita la guerra. Non ci era arrivata la notizia ufficiale, ma l’avevo capito”» (Paola Springhetti, ”Avvenire” 23/6/2007).