Varie, 14 giugno 2007
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MATTIOLO Gai (Gaetano) Roma 23 dicembre 1968. Stilista. Accusato di bancarotta fraudolenta, il 6 dicembre 2008 finì agli arresti domiciliari (da un lato gli sarebbero stati sottratti titoli per circa dieci milioni di euro dal suo avvocato Giancarlo Tabegna, dall’altro, in concorso con il legale e altre persone avrebbe sottratto un milione e mezzo di euro dalle casse di una società sull’orlo del fallimento per trasferirli nella holding lussemburghese) • «[
MATTIOLO Gai (Gaetano) Roma 23 dicembre 1968. Stilista. Accusato di bancarotta fraudolenta, il 6 dicembre 2008 finì agli arresti domiciliari (da un lato gli sarebbero stati sottratti titoli per circa dieci milioni di euro dal suo avvocato Giancarlo Tabegna, dall’altro, in concorso con il legale e altre persone avrebbe sottratto un milione e mezzo di euro dalle casse di una società sull’orlo del fallimento per trasferirli nella holding lussemburghese) • «[...] si diceva [...] anni fa. ”Gai Mattiolo, il nuovo Versace”. [...] E quel ragazzo tanto buono quanto megalomane non si tirava certo indietro. Guai anche a confondersi: ”Io l’erede di Valentino? Ma no, certo. Semmai di Versace”. E poi giù di colori e brillanti, di feste e cachet, di provocazioni ed esagerazioni. Non che non ci fosse nulla, anzi. Solo che la storia di Gai è sempre stata sopra le righe di quello che era e che avrebbe potuto essere. [...] Stilisticamente Gai Mattiolo nasce nel 1987. Dopo la maturità scientifica. Dai genitori (morti entrambi qualche anno dopo) un prestito (50 milioni) senza fiducia (lo volevano avvocato). Una stanza, una sarta e lo stesso anno Gai è al Modit di Milano con uno stand di casse di mele e abiti, tailleur soprattutto, colorati. E con tanti bottoni, che diventeranno gioielli (smeraldi, brillanti, zaffiri) che faranno molto parlare di lui. Alle signore tutti quei brilli piacciono, da subito. Specie a Roma: la principessa Colonna, Marina Doria, Ursula Andress... E dopo anche Mara Venier, Raffaella Carrà, Antonella Clerici, Valeria Marini. Oltre frontiera: la signora Moubarak, la signora Menem e la regina Sofia di Spagna. Adorato e coccolato. E lui sempre a spingere oltre. Le sue prime sfilate sono da subito super con location stratosferiche: dall’ambasciata d’Italia a Parigi a piazza del Popolo a Roma a Cinecittà. E nel parterre, magari, La Toya Jackson, Lauren Bacall, Diana Ross e Daryl Hannah. E sopra in pedana a suon di milioni e milioni, Naomi Campbell, Eva Herzigova, Carla Bruni: fra manette di brillanti (pessimo presagio), scollature, pubi al vento e sederi nudi. La moda? C’è stata, specie lontano dai riflettori. Più come look che come stile. Giacche e abiti da sera che hanno fatto sentire ”glam” parecchie signore, forse non più giovanissime, è vero, ma in questo non c’era e non c’è nulla di disdicevole, anzi. Clienti, fra l’altro, che non lo hanno mai abbandonato anche quando [...] le cose si sono messe male: troppa gente intorno ad approfittare di una generosità da ragazzo. Qualche problema di salute e di peso. Sino alla decisione di non sfilare più e poi di riprendere. E poi di smettere e ancora di ricominciare. [...]» (Paola Pollo, ”Corriere della Sera” 6/12/2008) • «Il successo dell’eccesso: ecco il segreto di Gai Mattiolo, nemico giurato dell’understatement. Cominciò per scommessa a 19 anni contro il parere dei genitori che lo volevano avvocato. Il padre gli prestò 50 milioni con cui Gaetano, presto ribattezzatosi Gai, posò il primo mattone del suo futuro impero. Dette la scalata al successo andando controcorrente: in anni di riflusso, minimalismo, mortificazione, impose un modello di donna iper-femminile, rutilante e voluttuosa, una star. Comincia la sua corsa alla notorietà vestendo le dive televisive, dalla Carrà a Milly Carlucci. Ma le sue celebri giacche a clessidra vengono notate anche indosso alle conduttrici del tg. I nemici gli danno del megalomane: 900 metri di tulle per un abito-monumento. Certo quando sfila non bada a spese: è il primo a pretendere location storiche del massimo prestigio e suggestione mai concesse prima, da piazza del Popolo a Ponte Sant’Angelo, dai Fori a Piazza Farnese al Campidoglio. Si diverte - e il fatturato lo permette - a strafare: in esclusiva per lui ecco tornare a Roma Naomi (in passerella con la mamma), Eva Herzigova, Carla Bruni. Esibizionista come solo i grandi timidi sanno essere, ha l’assegno facile sulle testimonial: Diana Ross, Bo Derek, Sharon Stone, Whitney Houston, e anche dame di alta classe come Lauren Bacall o di nessuna classe come Ivana Trump. Manda in dono a Hillary Clinton un suo tailleur natalizio con bottoni-gioiello a forma di abete. A Valeria Marini sulla scalinata di piazza di Spagna fa indossare un nero abito della sua collezione ispirata alla mafia di John Gotti. Mette a segno notevoli colpi pubblicitari, come quando nel ”96 veste nientemeno che papa Giovanni Paolo II, cui regala quattro sontuose casule e altri paramenti sacri che gli consegna durante un’udienza privata. O come quando - Sanremo 2005 - finisce in prima pagina per i ridondanti e ironici abiti-meringa con cui addobba la conduttrice Antonella Clerici. L’ex enfant prodige viene indicato come probabile successore di Versace. Il suo nome entra anche nella rosa dei possibili disegnatori chiamati al posto di Valentino. Veste soubrettes, regine e first ladies, dalla signora Mubarak a Rania di Giordania. Alla cara amica Marina di Savoia prepara un imponente guardaroba per il rientro in Italia. Vive alla grande, nella simil-reggia a due piani con grande parco dove abitò Soraya dopo il ripudio [...] Il suo atelier, da quando ha dovuto cedere il marchio e le cose hanno cominciato a girare male, è tuttavia in una meravigliosa villa con piscina in viale Libano, all’Eur, già del premio Oscar Ennio Morricone. Momenti bui quando la sua stella comincia ad appannarsi: i disordini alimentari sono la prima spia; Mattiolo continua a ingrassare e sceglie di non farsi vedere in pubblico. [...]» (Laura Laurenzi, ”la Repubblica” 6/12/2008) • «[...] La donna ideale di Gai Mattiolo ”non deve essere per forza la modella perfetta e super sexy, ma una donna che ami interpretare quello che indossa”. Così scelgono la sua griffe Rosanna Lambertucci, le giornaliste Carmen Lasorella, Tiziana Ferrario e Francesca Grimaldi, Rita Dalla Chiesa [...] fece sfilare nuda Domiziana Giordano [...] la sua filosofia è: ”Mai snobbare una donna”. E spiega: ”La stessa giacca può essere portata con una gonna molto semplice dalla Zanicchi e con jeans aderentissimi dalla Windham o indossata sulla maglietta da Tiziana Ferrario. Ma quando un testimonial si affeziona troppo a uno stile, preferisco interrompere il rapporto. accaduto con Milly Carlucci. Eravamo arrivati al punto di fare sempre il solito abito: semplicissimo, con décolleté, che mettesse in risalto i seni e i fianchi... Mi dicevano: ”Ma le fai sempre lo stesso vestito?”. Così ho smesso” [...]» (Flavia Fiorentino e Maria Volpe, ”TvSette” 10/7/1997).