Varie, 7 febbraio 2007
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BULBARELLI Auro Mantova 20 settembre 1970. Giornalista. Dal 2009 vicedirettore di Raisport a Milano
BULBARELLI Auro Mantova 20 settembre 1970. Giornalista. Dal 2009 vicedirettore di Raisport a Milano. Dal 2001 al 2009 telecronista Rai del ciclismo (erede del grande Adriano De Zan) • «[...] Nino De Luca, responsabile di Rai Sport, gliela butta lì: ”Te la senti mezz’ora di ciclismo?”. Auro Bulbarelli se la sente: ha 24 anni, da quattro è nella testata regionale della Rai, fa nera e giudiziaria, la scuola del giornalismo. A dirla tutta, ”Bulba” sa molto più di biliardo che di ciclismo, anche se la prima gara l’ha disputata in bici, presto tradita per lo sci (5° in un Trofeo Topo lino). Ma è con la stecca che non stecca. O quasi. Nel ”90 viene convocato in Nazionale, e in maglia azzurra e pantaloni lunghi, agli Europei cinque birilli in Germania, approda alla finalissima. Ovviamente la butta via, altrimenti non lo avremmo mai visto né sentito: sbaglia il match point, perde partita e oro. Braccino. Stavolta, anche se ne sa di meno, ciclismo: Gp di Rio Saliceto, in onda alle 2 di notte, vittoria di Andrea Tafi e, in un certo senso, anche di Bulbarelli. De Luca prende nota. Tafi e Bulbarelli s’incontreranno ancora. Non subito. Ci vogliono altri due anni perché Bulbarelli ritrovi il ciclismo, e il ciclismo ri trovi Bulbarelli: Tour ”96, non ancora telecronaca, ma servizi. In quei due anni, il solito: nera e giudiziaria. Nel 1998 è al Giro in moto, nel ”99 esordisce come telecronista nelle corse di un giorno (Laigueglia) e in quelle a tappe (Vuelta), nel 2000 affronta il Tour, dal 2001 è la prima voce. [...]» (past., ”La Gazzetta dello Sport” 17/10/2009) • « un furbacchione. Non potendo godere della stima di chi ha fatto del ciclismo una ragione di vita ideale (e di scrittura), si appoggia sull’esercito dei suoi fans che lo inondano di mail noiosissime (saluti, informazioni cicloamatoriali, osservazioni da tifosi). Quando è a corto di argomenti, e succede spesso, o legge i suoi appunti scolastici sulle località attraversate dal Tour (bisognerebbe raccoglierli in volume) oppure comincia a tormentare Davide Cassani sui suoi trascorsi agonistici: ”Dai Davide, raccontaci un tuo episodio fantozziano!”. E quello paziente, smette di regalarci i suoi lodevoli commenti tecnici e comincia a entrare nelle spire narratologiche di Auro» (Aldo Grasso, che non perdeva occasione per bastonarlo, tipo quella volta che dovendo recensire il film tv su Pantani iniziò il pezzo scrivendo «Si può iniziare un film con la voce di Auro Bulbarelli?»).