Varie, 23 gennaio 2007
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COSTANTINI Eugenia Roma 2 agosto 1981. Attrice. Figlia di Laura Morante e del regista Daniele Costantini • «[
COSTANTINI Eugenia Roma 2 agosto 1981. Attrice. Figlia di Laura Morante e del regista Daniele Costantini • «[...] corpo esile, lineamenti minuti e perfetti [...] ”Faccio un po’ fatica a curare il mio look, sono cresciuta con l’idea che l’importante è essere bella dentro e invece ”sti caz... Verso i 15-16 anni mia madre si è preoccupata, mi ha detto che sbarboneggiavo un po’ troppo... Adesso cerco di esse-re carina, ma non curo i particolari, [...] alla prima di Manuale d’amore [...] avevo le scarpe rotte con il nastro adesivo giallo sul tacco”. Ha iniziato a lavorare giovanissima, adesso è sicura che il suo mestiere sarà recitare? ”Sì, la prima esperienza è stata in un film francese in costume, a 13 anni, poi sono tornata in Italia e Gianfranco Al-bano mi ha scelta per il film tv sulla storia vera di Chiara Gamberale, poi ho fatto Salvo D’Acquisto, una piccolissima parte in Tickets di Ken Loach e quest’estate, oltre che in Manuale d’amore, ho lavorato in Come le formiche di Ilaria Borrelli. Questo lavoro mi piace, ma so che il mestiere d’attore può essere crudele e trasformarsi in una trappola. Per questo ho sviluppato delle difese, ho deciso che metà della mia vita sarà concentrata su un’altra cosa”. Cioè? ”Adoro i bambini, da sempre, quando avevo 8 anni mi piacevano quelli di 3, vorrei lavorare con loro, per esempio insegnare teatro. E poi c’è la passione per la danza e il teatro e l’idea che un giorno vorrei scrivere, non so se un film o un corto o altro, comunque scrivere. Tengo da sempre un diario, tutti i giorni, è una cosa che mi libera molto”. Nata a Roma, poi trasferita a Parigi, poi ritornata a Roma, è stato facile oppure no? ”Sono andata in Francia a 7 anni, quando mia madre ha sposato un francese; dopo 12 anni sono tornata qui. Non mi lamento, ogni esperienza ti arricchisce, parlo due lingue, ho tanti amici francesi”. E con i padri come è andata? ”Ho un babbo che è Daniele, il regista, per me è una figura dolce, affettuosa, idealizzata. Poi ho una seconda immagine paterna, quella del francese, che corrisponde all’autorità, poi c’è il marito attuale di mia madre, l’ho conosciuto da grande, mi ci sono affezionata. Poi ci sono le sorelle, tre, una del padre francese, le altre, come il fratello, figlie di altre madri. Quando ci riuniamo, per i pranzi e per le cene, è molto divertente”. Finite le scuole ha deciso subito di fare l’attrice o ha pensato anche di studiare? ”Dopo la maturità ho provato per due anni a seguire i corsi di filosofia all’università, è stato un disastro totale. Allora ho detto basta, magari ci riproverò a quarant’anni. Così mi sono iscritta a una scuola di teatro, ho imparato le tecniche per fare il mimo e il clown. Il teatro mi ha dato un’emozione forte, mi ha fatto capire che volevo recitare” [...] Che cosa le piace fare quando non lavora? ”Mi piace andare in un bar di Trastevere, prima andavo molto alle feste e anche a ballare nei Centri sociali. Adesso esco di meno, è un periodo così, forse perché prima ho esagerato, stavo sempre fuori”. [...]» (Fulvia Caprara, ”La Stampa” 23/1/2007).