Varie, 24 novembre 2006
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JOHANSSON Lennart Bromma (Svezia) 5 novembre 1929. Dopo un’esperienza da dirigente nell’Aik Solna, è stato presidente della federcalcio svedese dal 1984 al 1991
JOHANSSON Lennart Bromma (Svezia) 5 novembre 1929. Dopo un’esperienza da dirigente nell’Aik Solna, è stato presidente della federcalcio svedese dal 1984 al 1991. Presidente dell’Uefa dall’aprile 1990 (fu eletto al Congresso di Malta), è anche vice-presidente della Fifa. Nel 1998 è stato sconfitto da Sepp Blatter alle presidenziali Fifa. stato lui a premiare gli azzurri campioni del mondo a Berlino • «[...] Uomo di calcio ma non di campo: di quelli, però, che sembrano spenti anche quando sono accesi. In gioventù ci provò: capì subito che non era il caso. L’ufficio, allora. E fu tutta un’altra storia. Nel 1964, è presidente dell’AIK Stoccolma, passaggio obbligato verso la presidenza della Federazione svedese (1984-1991). Al vertice dell’Uefa approda il 19 aprile del 1990. [...] succede a Jacques Georges, francese [...] Georges è colui che ha dovuto far fronte alla tragedia dell’Heysel. Johansson, in compenso, sarà investito dall’uragano Bosman, 15 dicembre 1995. Era a Birmingham, quando gli arrivò la notizia. Finse di ribellarsi, promise corsi e ricorsi. Sappiamo com’è finita. Industriale del legno, gli piacciono i cani, la pesca e la musica. Ha un fisico imponente, parla un inglese pastoso e salottiero. Detesta l’etichetta. stato rieletto nel 1994, 1998 e 2002. Nel ”98, all’epoca dei Mondiali francesi, cercò di arrampicarsi sul nido di Joao Havelange, alla Fifa. Avversario designato, un ”certo’ Sepp Blatter. All’ultimo momento, gli africani mollarono Johansson e salirono, giulivi, sul carro del ”dittatore” svizzero. Si narra che il trasloco dei voti ebbe luogo sotto gli occhi impotenti e atterriti di Antonio Matarrese, uno che di corridoi se ne intende; e di correnti, pure. Tonino non aveva dubbi: vincerà Lennart. Appunto. [...] La Champions League. il regno di Lennart. Si chiamava Coppa dei Campioni, era a eliminazione diretta. Sotto il suo regno, si è trasformata in una miniera d’oro. Stagione di confine, 1992-93. Da allora, più partite, più formule (sei, addirittura), più squadre. Le tre nazioni in cima alla classifica Uefa ne schierano quattro. Il G-14 pretendeva la prima e seconda fase a gironi, onde evitare spiacevoli sorprese. Accontentato. Per riesumare il format dell’andata e ritorno già dagli ottavi, ci è voluta una mezza sollevazione. Johansson si è circondato di manager efficienti e fedeli: da Gerhard Aigner a Lars-Christer Olsson, svedese come lui. ”La Champions - dice - ha generato introiti superiori ai 5 miliardi di euro. Di questi, 635 milioni sono stati girati alle Federazioni e alle Leghe”. Un’altra pietra miliare dell’era Johansson è stata la cancellazione della Coppa delle Coppe, assorbita dalla Coppa Uefa. Un altro asso nella manica, viceversa, è l’ampliamento della fase finale degli Europei, da 16 a 24 squadre. [...]» (Roberto Beccantini, ”La Stampa” 25/1/2007).