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 2006  ottobre 10 Martedì calendario

ZORNITTA Elvo Belluno 1957. Ingegnere aeronautico. Unico indagato nell’inchiesta sugli attentati attribuiti a Unabomber, accuse archiviate il 2 marzo 2009 dal gip di Trieste, Enzo Truncellito

ZORNITTA Elvo Belluno 1957. Ingegnere aeronautico. Unico indagato nell’inchiesta sugli attentati attribuiti a Unabomber, accuse archiviate il 2 marzo 2009 dal gip di Trieste, Enzo Truncellito. Quella che doveva essere la prova regina (un lamierino di un ordigno inesploso con tracce lasciate di forbici di Zornitta) si è trasformata nella chiave di volta del suo proscioglimento: c’è l’ipotesi che sia stato manomesso da uno degli investigatori, Ezio Zernar, per incastrarlo • «[...] ”Quello che è certo - dice il procuratore capo di Venezia Vittorio Borraccetti - è che Zornitta è l’unico, tra i molti sospettati nel corso degli anni, al quale siamo oggi in grado di muovere una contestazione precisa»”. Il paese dove vive Zornitta, Corva di Azzano Decimo, 1.750 anime a pochi chilometri da Pordenone, e dove è diventato famoso come una star, invece lo ha già assolto. ” un uomo tutto casa, chiesa e lavoro - dicono tutti - impossibile sia stato lui”. Non trovi nessuno, in questo paesino nascosto tra i campi che sembra deserto, perché di giorno sono tutti fuori a lavorare, disposto a credere che sia colpevole. Lo difendono il parroco, Don Leo, il sindaco Enzo Bortolotti, i vicini di casa Bruno e Maria, Francesca, l’edicolante, e perfino Alan, il gelataio. ” un marito e un padre esemplare, in 14 anni mai un litigio - lo protegge la moglie - e ora si sta rodendo l’anima perché non riesce a far emergere la propria innocenza”. ”Le ho provate tutte - dice l’ingegnere, sconsolato - avevo chiesto che mi mettessero un braccialetto elettronico per controllare dove andavo, avevo proposto di collaborare alle indagini, di sottopormi alla macchina della verità. Niente. Continuano a perseguitarmi da due anni. E allora, se ritengono di avere le prove, che mi arrestino. Ma io non sono Unabomber”. Eppure i sospetti, forbici a parte, sono forti per gli inquirenti. Perché in casa Zornitta aveva tanti oggetti usati da Unabomber, come tubi, fili elettrici, batterie, ovetti Kinder, fialette di dolci e refil di penne. Buoni per fare congegni di micro-elettronica con piccoli oggetti comuni, come quelli della seconda fase di Unabomber, una ventina di attentati dal 2000 al 2006, quelli per i quali è accusato l’ingegnere. Prima, dicono gli investigatori, è più difficile capire. L’Unabomber che colpisce 15 volte dal 1993 al 1996 con grossi e rudimentali tubi-bomba buttati nelle strade e sulle spiagge, è probabilmente diverso dal secondo Unabomber, più raffinato, che cambia tecnica, strategia e obiettivi, e che ricompare sulla scena dopo quattro anni di misterioso silenzio, dal 1996 al 2000. E il secondo Unabomber potrebbe avere un complice. Perché, se si tratta di Zornitta, l’ingegnere non è mai andato sui luoghi degli ultimi quattro attentati negli ultimi due anni: Treviso, Motta di Livenza, Portogruaro, Caorle. Era pedinato, controllato, intercettato. Aveva agenti alle costole, telecamere davanti a casa, telefoni sotto controllo, cimici sotto l´automobile, microspie in salotto, in cucina, in camera da letto e anche in giardino. Allora qualcuno ”può averlo aiutato”. Ma il presunto Unabomber smonta anche questa tesi: ”Ma chi è quel pazzo che si assume il rischio di mettere un ordigno che non ha neppure fabbricato?”» (Roberto Bianchin, ”la Repubblica” 10/10/2006).