Stefano Semeraro, La Stampa 17/8/2006, pagina 25, 17 agosto 2006
Charles-Geneviève-Louis-Auguste-André-Thimothée d’Eon de Beaumont nacque a Tonnerre, in Francia, nel 1728
Charles-Geneviève-Louis-Auguste-André-Thimothée d’Eon de Beaumont nacque a Tonnerre, in Francia, nel 1728. Suo padre era avvocato e funzionario dell’Intendenza regia a Parigi, sua madre una nobildonna di antica stirpe. Secondo la biografia scritta da Le Fortelle nel 1779 (La vie militaire, politique, et privée de Mademoiselle d’Eon), Charles-Geneviève nacque femmina ma fu immediatamente spacciata per maschio dal padre. In realtà Charles-Geneviève fino all’età di sette anni vestì come una femminuccia e solo a 13 lasciò casa come un maschietto per frequentare il prestigioso Collège Mazarin, dove si laureò in Legge nel 1749. Talento precoce e memoria prodigiosa, divenne ben presto segretario di Monsieur de Sauvigny, quindi gli fu affidata dal re l’amministrazione del fisco parigino. Nel 1756 Luigi XV lo chiamò a far parte del suo gabinetto segreto, con mansioni speciali. Una nota dell’epoca lo descrive «giovane, piccolo di statura, con un seno pronunciato e gambre proporzionate alla sua complessione fisica». Charles-Geneviève sapeva tirare di scherma a perfezione, aveva spalle strette, fianchi tondi, carnagione delicata. Luigi XV lo mandò alla corte di Elisabetta I di Russia, figlia di Pietro il Grande, con l’intento di convincere la Russia a unirsi a Francia e Austria contro la Prussia di Federico II nell’imminente Guerra dei Sette anni. Arrivato a corte Charles-Geneviève si presentò a Elisabetta in veste di dama di compagnia con il nome di Lya de Beaumont, e divenne la lettrice di francese della zarina. Si racconta che riuscì di persona a far firmare a Elisabetta il trattato di Versailles. Charles-Geneviève tornò per un breve periodo a Parigi, poi fu di nuovo alla corte russa, ma questa volta si spacciò per lo zio della fanciulla che aveva impersonato l’anno precedente. Nel 1761 lasciò definitivamente la Russia e fu nominato dal re capitano dei dragoni, distinguendosi sul campo di battaglia negli ultimi scontri della guerra. Luigi XV lo insignì della Croce di San Luigi, poi nel 1763 lo spedì a Londra come ambasciatore e spia. Lo richiamò quando cominciò a temere i suoi troppo stretti rapporti con la nobiltà inglese. Charles-Geneviève si ribellò, restando a Londra e pubblicando un libro di memorie che lo rese famoso (Lettres, memoires et negociations particulières). In cambio del silenzio sulle trame più segrete di Luigi XV riuscì a ottenere anche un vitalizio di 12.000 franchi. Nel 1770 a Londra intanto cominciò a diffondersi la voce che Charles-Geneviève fosse una donna e qualcuno arrivò a offrire 600 sterline a chi ne avesse accertato il sesso. Alla morte di Luigi XV D’Eon fu richiamato in patria, con tutti i suoi documenti compromettenti per la Francia, e questa volta ottenne di essere riconosciuto ufficialmente come donna. Luigi XVI gli rinnovò la pensione, stanziò un fondo per il suo guardaroba e Maria Antonietta in persona le mandò vestiti, parrucche, corsetti e una cameriera personale. Con la Rivoluzione ebbero fine tutti i privilegi di Charles-Geneviève d’Eon, che tornò in Inghilterra. Il suo fascino non era più lo stesso e lo scrittore Horace Walpole nel 1786 lo definì «rumoroso, fastidioso e volgare», mentre per James Bowell aveva «tutta l’aria di un uomo vestito da donna». A sessant’anni era tuttavia ancora un provetto spadaccino e riusciva a sconfiggere avversari molto più giovani. Gli ultimi quindici anni della sua vita Charles-Geneviève d’Eon li passò nella casa dell’ignara vedova Mrs Mary Cole, morendo il 21 maggio del 1810. Il chirurgo che basito esaminò il cadavere svelò il suo mistero trovando «quanto vi è di più maschile», ma pure «una inconsueta rotondità nelle membra, una debolissima traccia di barba, una gola per nulla mascolina, spalle robuste, seno considerevolmente sviluppato; braccia, mani e dita di una donna in carne, fianchi stretti, gambe e piedi corrispondenti alle braccia».