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 2006  agosto 17 Giovedì calendario

STROESSNER Alfredo. Nato a Encarnación (Paraguay) il 3 novembre 1912, morto a Brasilia (Brasile) il 16 agosto 2006

STROESSNER Alfredo. Nato a Encarnación (Paraguay) il 3 novembre 1912, morto a Brasilia (Brasile) il 16 agosto 2006. Politico. «[...] ex dittatore del Paraguay [...] che governò il paese per 35 anni, dal ’54 all’89. [...]» (’la Repubblica” 17/8/2006). «[...] Noto a suo tempo con il soprannome ”el Excelentisimo”, di origini bavaresi, Stroessner era stato rovesciato con un golpe dal comandante dell’Esercito, generale Andres Rodrigues» (’Corriere della Sera” 17/8/2006). «[...] In vita e in morte la vicenda di Stroessner poteva sembrare secondaria. Uno dei tanti dittatori dell’America latina e per di più di uno fra i paesi più isolati e meno noti dell’America latina. Invece la sua storia personale era e resta emblematica di una seconda metà del ’900 che se è finita con il ritorno della democrazia in tutti i paesi a sud del Rio Grande, non è finita per niente (e in molti casi deve ancora cominciare) rispetto a un’esigenza primaria di fare giustizia (almeno un po’ e tardi). [...] Alfredo Stroessner era nato il 3 novembre del 1912 a Encarnacion, una città a 300 chilometri da Asuncion, la capitale, figlio di un tedesco della Baviera e della paraguayana Heriberta Matiauda. Era entrato come cadetto nell’accademia militare nel 1929 e dal ’32 e al ’35 aveva partecipato alla guerra del Chaco, uno dei miti fondativi nella coscienza collettiva del paese, fra il Paraguay e la Bolivia (in realtà fra la Standard Oil e la Shell). Si era sposato con una maestra e aveva avuto tre figli, i due maschi finiti male. Gustavo, colonnello, è stato espulso dall’esercito [...] Alfredo, morto misteriosamente nel ’93 per una indigestione di barbiturici, aveva sposato la figlia del generale Andres Rodriguez, il numero due del regime ”stronista” (così si chiamava) che la notte fra il 2 e il 3 febbraio dell’89 aveva capeggiato il golpe contro Stroessner, il suo consuocero, e poi si era fatto eleggere presidente nelle prime e immediate elezioni ”democratiche” di quell’anno. Il generale Stroessner, detto el Rubio, per i suoi capelli biondi da tedesco - anche il suo metro e 90 era da tedesco e faceva paura di fronte alla statura dei piccoli guaranies -, era arrivato al potere nel ’54 con un golpe, in piena guerra fredda, dopo uno dei tanti periodi convulsi nella storia del Paraguay, fatta di guerre civili e golpe militari. Nei cinque anni prima di lui si erano succeduti otto governi, il suo sarebbe durato 35 anni. Il più lungo, più lungo anche quello del dottor José Gaspar Rodriguez de Francia, immortalato nel romanzo Io il Supremo del grande scrittore paraguayano Augusto Roa Bastos, che con il titolo di ”Dictador Supremo” aveva governato dal 1814 al 1840. Il regno di Stroessner, che era diventato presto ”el unico leader”, era un regno di paura e di delirio. Paura per chiunque gli facesse ombra che veniva inesorabilmente spazzato via, delirio per il culto della personalità. Strade piazze, ponti, città vennero chiamate con il suo nome e dei suoi famigliari. Ciudad del este, al confine con Brasile e Argentina, prima dell’89 si chiamava Ciudad Stroessner. Musicisti composero canzoni a sua lode, scrittori prezzolati scrissero libri di esaltazione della sua figura (non Roa Bastos che scelse di passare molti anni in esilio e lo chiamò il Tirannosauro). Una setta politico-religiosa - ”el Pueblo de Dios” - che si definisce ”cattolica, apostolica e paraguayana”, non romana, lo venerava come l’inviato di dio. In ogni angolo del paese campeggiavano i cartelli con scritto ”Paz y Progreso con Stroessner”. Nei depositi della muncipalità di Asuncion c’è ancora una statua colossale di lui che vigilava sui paraguayani dall’alto del Cerro Lambaré, sopra Asuncion. A ogni elezione Stroessner era il candidato unico del Partito Colorado, nel ’58, nel ’63, nel ’68, nel ’78, nell’’83. Il Paraguay era diventato il paese del terrore e del contrabbando. Il rifugio di altri dittatori in fuga che lui accoglieva. Aveva accolto anche Tacho Somoza, il nicaraguense che i sandinisti avevano costretto a scappare da Managua nel ’79 e che un commando dell’Erp argentino aveva fatto volare in pezzi ad Asuncion nell’80. Agli americani per lungo tempo Stroessner andava bene così. Lo spettro di Castro si aggirava ancora per l’America latina. Al Rubio, in occasione di una delle sue elezioni vittoriose, arrivò anche un telegramma del presidente Kennedy che si congratulava ”per il consolidamento democratico del suo governo”. Poi, sul finire degli anni ’80 anche il Tirannosauro era diventato obsoleto. E nell’89 il consuocero lo fece fuori per un cambio che cambiasse il meno possibile. Da allora la democrazia è arrivata anche in Paraguay. Ma se non c’era più Stroessner e le sue statue, se la polizia segreta non ammazzava più a man salva, se dal ’91 il paese era entrato nel Mercosud agganciandosi a Brasile, Argentina e Uruguay, lo ”stronismo” è ancora là, come il colorados [...]» (Maurizio Matteuzzi, ”il manifesto” 17/8/2006).