Panorama, deve essere della primavera 2000. Sono frammenti tratti da un libro di Fede di cui non ricordo il titolo (GdA), 14 agosto 2006
Per Massimo Donelli da parte di Giorgio Dell’Arti. Aggiungi il nome di battesimo del capitano Bellini che non me lo ricordo! Controlla la carica di Galliani! Ailé Selassié
Per Massimo Donelli da parte di Giorgio Dell’Arti. Aggiungi il nome di battesimo del capitano Bellini che non me lo ricordo! Controlla la carica di Galliani! Ailé Selassié. Imperatore d’Etiopia. Fede, dopo averlo intervistato, uscì dalla sala camminando all’indietro, come voleva il cerimoniale, inciampò nei cavi della troupe televisiva e finì lungo disteso col sedere per terra. L’Imperatore gli tese la mano per aiutarlo a rialzarsi. Amici di Berlusconi. "Importerebbe capire che cosa abbia in mente il virgulto di Montenero di Bisaccia. E anche capire che cosa vorrebbero ottenere i finti amici di Berlusconi che si annidano tra i miracolati del 27 marzo 1994. Coloro che a Berlusconi devono tutto. Gli sdoganati dell’ex Msi, dell’ex Dc, dell’ex Partito Liberale, dell’ex Partito Socialista. Un esercito condotto a Lourdes, immerso nella piscina e portato ai trionfi della politica politicante". Arcore. Residenza di Berlusconi. Fede si chiede se nel mausoleo, tra le tombe riservate alla famiglia, non ci sia a questo punto un posticino anche per lui. Bacialli Luigi. Ex direttore dell’”Indipendente”. Definì Fede "biscazziere e leccaculo", fu portato in tribunale e assolto perché "questi insulti, anche se pubblici, andavano considerati come affari privati tra giornalisti". Bellini ????. Capitano dell’aviazione italiano, già prigioniero di Saddam Hussein e decorato dopo la Guerra del Golfo. Fede trasmise in diretta il Rosario recitato dai suoi genitori nella casa di Montecchia di Crosara. Berlusconi Silvio. Ex presidente del Consiglio, capo di Forza Italia. "Penso di essere depositario di un segreto che mai potrò rivelare. Se non dopo che sarà iniziato il viaggio che mi porterà, come tutti, in un luogo senza ritorno. Fra le cose che lascerò scritte, una riguarderà questo segreto. Che non piacerà ai suoi nemici. Ma sarà, comunque, da parte mia, un atto di onestà dovuta". Bernabei Ettore. Ex presidente della Rai (1960-1974). Autore, il 26 maggio 1987, di una commovente lettera di commiato a Emilio Fede. Brosio Paolo. Ex giornalista del Tg4, che Fede tra l’altro consolava dopo che la moglie l’aveva lasciato. "Ho inventato Paolo Brosio e me ne pento. Ho inventato anche sua madre, che ha inventato suo padre, che ha inventato suo zio. Che ha inventato un’intera famiglia. Ho inventato il tram da cui Brosio si doveva difendere tutti i giorni per non essere travolto". Ma poi Brosio "ha lasciato il Tg4 per inseguire i suoi sogni di celebrità. Ora dispone di un agente, di un solido conto in banca, di una nuova storia d’amore. Ma lui è nato sul marciapiede. Il marciapiede lo ha salvato. Il tram che gli passava dietro resta un momento dell’inizio del suo cammino verso un futuro che Dio solo sa quale potrà essere". Cecchi Paone Alessandro. Giornalista televisivo detestato da Fede che lo chiama Cacchio Pacchioni. Fede sostiene che Cecchi Paone lo insegue vanamente da più di dieci anni col solo scopo di fargli le scarpe. "Cecchi Paone è un altro di quelli di cui mi sono, sinceramente e da molto tempo, rotto". E se alla sua morte diventasse finalmente direttore del Tg4? "Se proprio sarò costretto a farlo sono sicuro che, da lassù, gli romperò cordialmente le palle". Charlie Chaplin. Attore. Per intervistarlo, Fede ne sedusse la segretaria. Collant. Fede ritiene che il collant complichi il primo approccio. Costanzo Maurizio. Anchor-man. Fede è in grado di far l’elenco preciso di tutti coloro che, nell’ entourage di Berlusconi, gli consigliava di scendere in campo oppure no. L’unico di cui non sa dire se fosse contrario o favorevole è Maurizio Costanzo, la cui posizione non ha ancora capito. Craxi Bettino. Ex segretario del Psi, ex presidente del Consiglio, ecc. Autore della seguente lettera indirizzata a Emilio Fede in data non precisata: "Caro Fede, sostenendo come hai fatto questa sera che un conto è il pool (a cominciare dal noto paranoico Davigo, che in questi anni non è stato se non il portaborse di Di Pietro) e aggiungendo che il pool ha compiuto un’operazione storica, hai, in realtà, sposato l’affermazione di Caselli, il quale peraltro ha detto la verità sulla commistione tra giustizia e politica, che è stata la nostra dominante di questi anni. O si imbocca con coraggio la via della verità, si denunciano sino in fondo le responsabilità della giustizia politica e se ne traggono delle conclusioni ferme, o la confusione finirà a mille". Davigo Pierluigi. Magistrato della Procura di Milano che, a sentir Fede, fu onesto con lui: nell’inchiesta sulle bische ne chiese l’assoluzione (vanamente). Alla vigilia dell’appello gli consigliò di dimettersi dalla Rai (cosa che Fede fece: e fu assolto). D’Alema Francesco. Figlio di D’Alema, che Fede insiste a chiamare Matteo. Ostinato spettatore del Tg4, per il fatto che subito dopo ci sono i cartoni animati. De Luca Willy. "Pochi giorni dopo muore in circostanze drammatiche Willy De Luca. C’è un giallo intorno alla sua morte. La sua segretaria, Marina, che lavorava con lui da tanti anni e lo conosceva benissimo, azzardò anche delle ipotesi inquietanti. Mi chiese: ”Ma senta, gli hanno fatto bere qualcosa? Io non credo che il dottor De Luca sia morto d’infarto. Ultimamente aveva degli strani timori. Già da qualche giorno era nervoso, preoccupato”. Io posso solo raccontare come andarono le cose. Fummo convocati, su richiesta dei radicali, a San Macuto, dove si riuniva la Commissione parlamentare di vigilanza della Rai di cui era presidente Mauro Bubbico. Pannella ci accusava di aver dato poco spazio al dramma della fame nel mondo. Eravamo chiamati a risponderne: De Luca come direttore generale, Zavoli come presidente, io come direttore di testata. Parla Zavoli. Poi è la volta di De Luca. Al termine mi avvicino a lui e gli dico: ”Bravo, Willy”. Lui posa gli occhiali, beve effettivamente un bicchier d’acqua, si alza e esce dall’aula. Sentiamo un gran botto: era caduto appena fuori della porta, stroncato da un infarto". Eau Sauvage. Profumo maschile Christian Dior, non privo di una sua storia politica dato che negli anni Settanta se lo mettevano certe femministe dure per dimostrare non si sa che. Fede afferma di farne uso da sempre. Ad Ulì, nel Biafra, trovandosi a trattare con certi ribelli assai pericolosi, il capo di questi prese ad annusarlo e concluse la trattativa a patto che gli venisse mandata al più presto una cassa della medesima essenza. Einaudi Luigi. Ex presidente della Repubblica. Il 28 novembre 1959 regalò a Fede due bottiglie e un ritratto con dedica. Emilio Fede. Albero del deserto del Negev, in Israele, piantato all’interno del cosiddetto ”Bosco della solidarietà”. Non più di un tenero virgulto, al momento. Fanfani Amintore. Uomo politico democristiano. Ha costretto Fede a mangiare per molte sere consecutive insalata di fagioli, cipolle e cotiche. Fanfani Maria Pia. Sua moglie. Emilio Fede la incontrava segretamente. Galliani Adriano. Presidente di Rti. Durante le partite del Milan pretende che suo figlio Gianluca sieda sempre alla sua sinistra. Gheddafi Muhamar. Leader libico. Buttò fuori dal suo ufficio Fede che, fidando nell’abbronzatura, s’era mischiato ai giornalisti libici per assistere alle prove del dittatore (lo aspetto in piedi? lo aspetto seduto? lo aspetto col mento sulla mano? non m’alzo mai dalla sedia?) prima di un incontro con Moro. Giarrettiere. Fede è un cultore delle giarrettiere. Curando la posta per ”Grand Hôtel”, tentò di farle tornare di moda. Giornalisti. "Senza volerlo, giuro senza volerlo, tempo fa ho innescato un dibattito su una questione non da poco: i giornalisti sono o non sono dei coglioni?" Hepburn Audrey. Attrice. Fede sostiene di averci avuto una storia. Kanakis Anna. Ex miss Italia. "Un fondoschiena di tutto rispetto". Lasorella Carmen. Avvenente giornalista della Rai, da Fede definita ”Carmen La Macchietta”. Un giorno, durante la Guerra del Golfo, Fede la chiamò al telefono: "Ti volevo dire che la tua è un’informazione in guêpière". Letta Gianni. Uno dei consiglieri di Berlusconi. "Si sa che non ama e non ha mai usato le bretelle". Little Tony. Cantante. Una sera, nel salone delle Feste di Sanremo, Fede va a sentire Little Tony, sul palcoscenico, a mo’ di coretto, ci sono anche tre sventolone, due bianche vestite di bianco e una nera vestita di nero. Subito Fede entra in fregola per la nera e, alla fine, va in camerino a tastare il terreno col cantante. Little Tony: "Ti piace proprio tanto?" Fede: "Mi sembra davvero una strafiga". Little Tony: "Te la presento volentieri, è mia figlia". Lusaka. Città dello Zambia dove Fede fu sbattuto in galera. Per non rimanere chiuso in cella tutta la notte, disse ai secondini che sapeva stirare e fu mandato in stireria a far la piega agli abiti dei galeotti. Mentana Enrico. Direttore del Tg5. "L’ho assunto io al Tg1 su ordine di Claudio Martelli, quando era vicesegretario del Psi e quindi contava molto. Ricordo che fui convocato in via del Corso. Martelli mi disse: ”Mentana è dei nostri. Bisogna sistemarlo al tuo telegiornale”". Milan. Fede, ancora disoccupato, guardava la partita seduto vicino a Berlusconi e pensava: "Speriamo che il Milan vinca, se no questo pensa che poero jella e non mi assume". Moro Aldo. Politico democristiano. Un leone di Mobutu stava per afferrarlo, quando Fede gli diede una spinta e lo salvò. Parietti Alba. Soubrette. "Io mi ero piazzato in attesa fuori della porta con uno scopo preciso: sputare in faccia ad Alba Parietti". Pasolini Pier Paolo. Scrittore. Evitò l’arresto in Somalia, grazie a una telefonata di Fede direttamente a Siad Barre. Pertini Sandro. Ex Capo dello Stato. Scambiò Fede per Guglielmo Pepe della ”Repubblica”. Residence Ripetta. Tra i più rinomati della capitale. Luogo dove avvenne il primo incontro tra Fede e Berlusconi (giugno 1982). Rivera Gianni. Calciatore. Fede afferma di essere stato l’amante della sua fidanzata Ilena. Santoro Michele. Anchor-man. "La coerenza è un optional. Non un obbligo". Scarpe. Emilio Fede ne sbaglia sempre l’acquisto. Berlusconi s’allaccia volentieri male quelle da ginnastica. Stagno Tito. Giornalista tv oggi in pensione. Maniaco della tintarella al punto da prendere il sole con le dita delle mani aperte in modo da abbronzarsi fra l’uno e l’altro. Tapparella di casa. "Quando faccio scattare a casa la tapparella elettrica di una finestra, se riesco a bloccarla in un punto preciso prima che si riavvolga, allora vuol dire che tutto andrà bene". Tognazzi Ugo. Attore. "Un giorno eravamo a Cremona, seduti a un bar. Tutti venivano a chiedere gli autografi a Tognazzi e poi anche a me, scambiandomi però per Alberto Lionello cui assomigliavo molto. E Tognazzi: ”Che ti frega? Firma, firma”. E io firmavo Alberto Lionello". Turani Giuseppe. Giornalista de ”la Repubblica”. "Giuseppe Turani che negli anni ’90 e ’91 veniva ospite da me, allora responsabile di tutta l’informazione Fininvest, e si faceva pagare un milione a ogni partecipazione. Telefonava dicendo: ”Tu non puoi esporti troppo a difendere Berlusconi e le sue televisioni. Lo faccio io”. E giù milioni. Oggi predica, insulta, aggredisce in modo inqualificabile dalle colonne del suo quotidiano".