varie, 11 agosto 2006
PEACHES
PEACHES (Merrill Nisker) Toronto (Canada) 11 novembre 1968. Cantante. Reginetta dell’electroclash «Sboccata e irriverente [...] ultima delle “rrriot-girls” [...] un concentrato di energia e di sessualità sfacciata e debordante, ma anche un fenomeno sociale da Internet. Caratteristiche su cui la canadese Merrill Nisker, questo il vero nome dell’artista, ha costruito tutto il suo personaggio sin dall’uscita del primo album, The Teaches of Peaches, nel 2000. Un manifesto sonoro che ha svelato al mondo il talento e il carisma di una ragazza che suona musica elettronica con l’energia del punk e parla con la ruvidezza di un macho texano. La musicista di Toronto non fa marcia indietro neppure nel disco seguente, il cui titolo, Fatherfucker, è tutto un programma: “Se il vocabolario ormai accetta come di uso comune una parola offensiva e scurrile quale motherfucker, allora io voglio rivoltare lo stereotipo: se un uomo è un motherfucker, allora una donna può scegliere di essere una fatherfucker”, dichiara senza imbarazzo. Tuttavia Peaches non si considera una femminista radicale, ma un’artista che vive la sua musica e i suoi show come un atto gioioso e vitale: “La mia musica vuole celebrare il potere della femminilità e della libertà. Non è femminismo, è semplicemente libertà, è energia, è rock’n’roll, è divertimento”. Un tipo tosto che ama parlare chiaro, sex-symbol paradossalmente senza essere sexy, un’agitatrice culturale in bikini che adora rovesciare ruoli e luoghi comuni. Questo modo di essere le è valso l’ammirazione dei fan e le simpatie dei colleghi. A partire da Deborah Harry dei Blondie, citata in Fuck The Pain Away, il brano che nel 2000 scandalizzò la puritana America per gli espliciti riferimenti sessuali e che aprì a Peaches le porte della popolarità internazionale. In questi anni in molti hanno fatto a gara per collaborare con lei. [...] Nei suoi concerti, provocatori e politicamente scorretti, Peaches si lancia letteralmente in mezzo al pubblico, un po’ alla maniera del suo idolo e amico Iggy Pop: “Dal vivo la gente si aspetta tutto da me. I miei show sono energia pura al 500 per cento. Questo significa essere in mezzo alla gente, a cantare, urlare, fare di tutto. Sono io: non c’è una grande scenografia, non ci sono fuochi artificiali, non c’è neppure una band, dal momento che la mia è musica elettronica. Sono soltanto io ed è tutto reale”» (“L’espresso” 17/8/2006).