Mario Gerevini, ཿCorriere della Sera 11/8/2006;, 11 agosto 2006
Il primo gennaio un’azione della Juve valeva 1,36 euro, giovedì 1,87, il che vuol dire che se prima valeva 160 milioni ora ne vale 230, tanto che qualcuno comincia a chiedersi se non convenga retrocedere in B
Il primo gennaio un’azione della Juve valeva 1,36 euro, giovedì 1,87, il che vuol dire che se prima valeva 160 milioni ora ne vale 230, tanto che qualcuno comincia a chiedersi se non convenga retrocedere in B. Mario Gerevini sul ”Corriere della Sera”: «Di sicuro schizofrenia e speculazione hanno fatto la loro parte (in queste settimane i titoli del calcio sono tra i più gettonati nel parterre dei trader on line) ma ci sono anche spiegazioni razionali. Per esempio gli incassi per le cessioni di alcuni big della rosa, con relativo risparmio degli ingaggi farà bene a un bilancio che sul fronte dei costi cominciava a soffrire». Poiché l’ufficializzazione della vendita di Ibrahimovic per 25 milioni ha fatto scendere il titolo del 3,9 per cento, il motivo del boom dev’essere un’altro, ovvero, spiega Gerevini, l’ipotesi del delisting: molti hanno creduto alle voci che davano per imminente un’offerta Ifil di 2,4 euro per azione che dopo aver riportato la società nelle mani della famiglia Agnelli l’avrebbe tolta dalla Borsa.